Louis Vuitton in occasione della sfilata Autunno Inverno 2022/2023 alla Paris Fashion Week, trasmette con una magnifica metafora la necessità della moda oggi di dirigersi sempre più verso un concetto di stile non binario e libero da convenzioni sociali. 

sfilata vuitton autunno inverno 2022 Life&People Magazine“Fioritura in movimento” questo il nome che rappresenta questa metamorfosi evolutiva espressa da Nicolas Ghesquière, direttore creativo della collezione donna per la famosa maison francese. Un processo che mira alla non categorizzazione dell’identità di una persona e alla libera espressione del proprio essere senza sentire il peso dei giudizi che vengono dall’esterno. Questo l’obiettivo del brand LV.

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“Estasi, momento di assoluta astrazione dalla realtà circostante”

Così viene definita la sfilata che si apre sulle note di Dead Can Trance, opera musicale dell’artista Trancemaster File, brano appartenente all’album del 2015 Technical Service; genere Dance/Elettronica che accompagna l’andamento deciso delle modelle, caparbie e con lo sguardo rivolto al futuro, indipendenti e bellissime proprio come un fiore che sboccia e si apre ad una nuova vita, incurante di ciò che lo circonda e gli accade attorno. La metafora fa riferimento a tutte le difficoltà che una persona può incontrare nel suo percorso di transizione, ma anche alle piccole battaglie quotidiane che sempre più giovani, e non solo, devono combattere per poter legittimare il loro senso di autodeterminazione. 

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Apre la sfilata la modella e attrice coreana HoYeon Jung

Global Ambassador della maison dall’Ottobre del 2021, conosciuta dal grande pubblico per aver interpretato Kang Sae-byeok nella serie tv Netflix  Squid Game. La giovane incarna perfettamente il mood e lo spirito della nuova collezione F/W 22-23 LV con il suo portamento delicato e la nonchalante che la contraddistingue, di una bellezza e sensibilità imparagonabile. 

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Louis Vuitton sfila per la prima volta al Musée d’Orsay, a Parigi in Rue de la Légion d’Honneur

Il museo, situato di fronte al celebre Musée du Louvre, è solito esporre opere d’arte create tra il 1848 e il 1914; tra le collezioni troviamo tantissime raffigurazioni pittoriche e scultoree, ma anche oggetti d’arti decorativi, fotografie, medaglie, e molti disegni e stampe caratteristiche. Per quest’occasione ad essere messe in mostra sono le creazioni LV, paragonate qui ad una “Fioritura in movimento”; a sbocciare non sono vere e proprie varietà botaniche ma un’identità non binaria che si traduce in capisala oversize e confortevoli. 

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Il guardaroba femminile e quello maschile si fondono e si influenzano a vicenda

Questa contaminazione è evidente dalla presenza nella collezione di cravatte, lunghe, colorate e stampate, anche per la donna contemporanea; un accessorio relegato per troppo tempo esclusivamente alla moda uomo ma che conserva un grande fascino da femme fatale. Un percorso che ci porta verso un concetto di femminilità nuova; la metafora del fiore rimane costante per tutta la durata dello show, corolle, cappotti e blazer oversize riproducono la forma di un tulipano a testa in giù. 

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Silhouette avvitate e corpetti come gli steli di un fiore

Una similitudine messa in atto dalla tendenza peplo, sovrapposizioni di diversi livelli qui rielaborati in chiave scultorea; una struttura che però non irrigidisce ma che esalta la figura femminile grazie al punto vita accentuato, tecnica utilizzata per i capispalla ma anche per gli stessi vestiti. 

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Figure geometriche e astratte sono enfatizzate dall’attenzione per la luminosità 

Una luce che si colora di nuance mixate tra l’ocra, il rosa fluo, il blu, il rosso vibrante e l’arancione, sfumature impreziosite dall’oro, elemento di per sé riflettente. Ricami e abbottonatura di perle, diventano simbolo di maturità e consapevolezza di ciò che si indossa; gli stereotipi vengono scardinati e subentrano nuovi codici stilisti, una rivoluzione messa in atto con la semplice delicatezza di un fiore. 

Life&People MagazineNicolas Ghesquière diventa un vero e proprio artista; come un pittore del romanticismo, trova l’espressione del divino e della bellezza nella natura che lo circonda, di cui l’uomo si fa umile servo. La forza della natura genera nell’essere vivente amore e paura dell’ignoto, un ossimoro che ci rende forti e consapevoli della nostra effimera essenza. 

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