Presso lo Spazio Thetis, hub dell’arte contemporanea situato nell’antico Arsenale della città di Venezia, si è svolta l’inaugurazione della mostra Per Ignotius, prima personale dell’artista Riccardo Muratori, visitabile fino al 7 aprile 2022.
L’esposizione presenta circa trenta opere dell’artista,
tra quadri e sculture, ripercorrendo gli ultimi dieci anni della sua carriera. In questo percorso, Milena Mastrangeli, curatrice della mostra, ha dato forma al dialogo tra le opere. Punto di partenza del lavoro dell’artista è l’enigma, spesso coincidente in una tensione interiore, che trova espressione sulla tela in una forma più chiara di quella che egli avrebbe potuto prevedere. Lo stesso titolo “Per Ignotius”, infatti, cela molti misteri, emanando un’aura magica, sospesa nel tempo.
“Carl Gustav Jung lo usò per indicare l’atteggiamento necessario a quell’uomo che voglia procedere nella via della conoscenza di sé stesso.
‘Conoscenza’ e ‘ignoto’, due termini apparentemente contrari che si incontrano in un unico spazio: questa comunione di opposti ci confonde, ci fa sentire instabili ed è forse questa l’emozione che pervade chi ha l’occasione di aggirarsi tra le opere di Riccardo.
L’opera di Riccardo ci racconta una storia che conosciamo bene perché è la nostra;
davanti alle tele proviamo attrazione e, forse, imbarazzo a vederci così spogliati di difese, sentiamo che stiamo affrontando argomenti privati, desideri inespressi, fantasie che preferiremmo nascondere sotto ad un tappeto, insieme alla polvere. Ci destabilizza il nostro stesso essere, così nudo e deprecabile, così umano.
“Un incontro con l’altro, con l’arte e con sé stessi”,
così afferma Mastrangeli, raccontandoci i dipinti di Muratori, che presentano forti suggestioni psicologiche e si rivelano allo spettatore come specchi delle contraddizioni che abitano la nostra quotidianità.
L’artista indaga incessantemente i temi del desiderio e della continuità tra interiorità e mondo.
Ad animare le opere di Muratori, infatti, sono molto spesso figure di uomini e donne, in posture sempre plausibili ma al contempo surreali, o figure stese precarie, in verità impossibili. A unire questa varietà di posture, di volti minuziosi e verosimili, ma assenti, è sempre la continuità degli sfondi. Tendaggi e drappeggi, pieghe e arabeschi, che si scoprono tra una porta che si chiude e un’altra che si apre, ma anche tra uno scorcio e un corridoio di cui non si vede il fondo.
Quadri ricchi di elementi, inseriti all’interno della composizione non per il timore del vuoto, ma per il desiderio di non avere paura dell’eccedenza.
“Alle volte occorre stressare di più la pittura, appesantirla altre volte il processo accade in modo rapido e leggero. La cosa difficile però è quella di non avere la pretesa di padroneggiare troppo la materia da principio. Mettersi in una condizione di insipienza, per ignotius, appunto. Più che di sgomento parlerei dello stupore che segue al compimento del lavoro: quando questi riesce, consiste nello scoprire l’esistenza di una conoscenza inconsapevole”.
afferma Muratori.
L’esposizione si snoda lungo un percorso in cui, su pannelli a fondo scuro, spiccano i dipinti in cui prevalgono variazioni di ocra e terre di Siena, prevalentemente a olio. L’olio, infatti, si rivela il mezzo migliore per esplicitare un’immagine che, idealmente, assumerà contorni diversi agli occhi di chi osserva, il quale potrà trovare punti di contatto con le immagini interiori dell’artista o aprirsi verso direzioni da lui non previste.
Una mostra che merita di essere visitata perché apre nuove prospettive suscitando innumerevoli spunti di riflessione.
Tra questi, certamente l’invito a guardare opere apparentemente tradizionali con uno sguardo rinnovato, che vada oltre le apparenze e ponga le basi per un confronto e un infinito scambio di tensioni personali, per creare sempre nuovi stimoli interpretativi.
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