8 marzo: festa della donna, radici antiche ma impegni attuali, una giornata da ripercorrere anche attraverso i libri, le storie di tutte quelle donne che ce l’hanno fatta. Donne che hanno annientato vecchi stereotipi, diventando fonte di ispirazione per il mondo intero. Il tradizionale fiore giallo, la mimosa dell’8 marzo, quest’anno si tinge di blu per celebrare soprattutto quelle donne che stanno affrontando l’orrore della guerra. Un nastro o un fiore blu, come i colori dell’Ucraina, si aggiungono al tradizionale simbolo della festa e ne riscoprono il senso più profondo fatto di lotte per i diritti, per l’emancipazione, per le pari opportunità.
E’ difficile rintracciare con certezza le origini della festa
In Italia, comunque, arriva negli anni venti. La celebrazione, già negli Stati Uniti dal 1909 per iniziativa del Partito Socialista Americano. Poi accolta nel 1910 durante la Conferenza Internazionale delle donne socialiste e, fino al 1921, i singoli Paesi sceglievano giorni diversi per la sua celebrazione. Fu durante la Seconda Conferenza delle donne comuniste, tenutasi a Mosca nel 1921, che venne stabilita un’unica giornata per le celebrazioni: in ricordo della manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo, l’8 marzo del 1917.
Smentita invece la ricostruzione che attribuisce la nascita della festa della donna legata al rogo avvenuto in una fabbrica a New York nel 1911, in cui morirono 146 lavoratori, tra cui 123 donne. Tante le battaglie, molti i traguardi raggiunti negli anche se c’è ancora molto da fare. Una spinta all’impegno sicuramente arriva dalle storie di tutte le donne che si sono realizzate e che hanno, in alcuni casi, compiuto vere e proprie imprese. Alcune hanno deciso di raccontare nel giorno della festa della donna le loro storie mettendole nero su bianco in libri autobiografici che hanno fatto sognare il mondo.
Samantha Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio.
Nel “Diario di un’apprendista astronauta” racconta la sua avventura sulla stazione internazionale spaziale. Un viaggio emozionante costellato da momenti difficili ma sicuramente indimenticabile che l’ha fatta entrare nella storia.
Anche l’ex First Lady americana Michelle Obama si racconta in un libro autobiografico “Becoming. La mia storia”.
La vita da studentessa, le difficoltà di una donna afroamericana, il desiderio di maternità si realizza dopo molte difficoltà, fino al ruolo di First Lady accanto al marito, il Presidente degli Stati Uniti Barck Obama. Storia appassionante e popolare che poi Netflix ha trasformato in un documentario.
Il titolo svela già la trama: “donne senza paura” di Marta Breen e Jenny Jordahl
150 anni di lotte per l’emancipazione femminile, battaglie per i diritti che partono da Sojourner Truth, antischiavista in prima linea per i diritti delle donne negli Stati Uniti fino a Malala, l’attivista pakistana ha vinto il Premio Nobel per la Pace nel 2014. La sfida ambientalista, il tentativo di smuovere le coscienze su un tema delicato come il cambiamento climatico.
La storia di Greta Thunberg è al centro del libro: “Il vostro bla bla bla fa male”.
Greta Thunberg: l’arte di creare una protesta globale”, di Anders Hellberg. Si ripercorrono le battaglie della 19enne che ha sfidato i grandi del mondo sulla difesa dell’ambiente e si è conquistata un posto speciale tra i giovani che hanno appoggiato la sua protesta diventata globale.
Tra i libri da non perdere anche quello di Kamala Harris, vicepresidente degli Stai Uniti, “Le nostre verità”.
Kamala racconta la sua vita, i suoi obiettivi, il sogno di diventare la prima Presidente donna degli Stati Uniti. Parla di se stessa, a partire dal nome che svela i suoi saldi principi: “Il suo nome si pronuncia “comma-la. Significa “fiore di loto”, un simbolo importante nella cultura indiana. Il loto cresce sott’acqua, e il suo fiore fuoriesce dalla superficie quando le radici sono ben piantate nel fondale del fiume”. Storie di donne straordinarie che ispirano e scuotono il mondo, imprese eccezionali che spingono a proseguire le battaglie per i diritti e le pari opportunità. Un 8 marzo che assume un significato particolare diventando testimonianza concreta del coraggio e della forza delle donne ucraine.
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