Si è spento martedì, 18 Gennaio, all’età di 73 anni il leggendario giornalista e guru della moda André Leon Talley; ex direttore creativo della rivista americana Vogue, collega e amico di Anna Wintour.
Chi era André Leon Talley?
Talley era una specie di unicorno nell’industria della moda e un giornalista preparatissimo; un faro di glamour, lusso e sfarzo la cui carriera nel fashion-giornalismo è durata sei decenni. Ma più di tutto è stato il primo uomo di colore ad essere direttore creativo di Vogue dal 1988 al 1995 e poi di nuovo dal 1998 al 2013. Pioniere del gusto nero in un’industria notoriamente bianca ed elitaria; caro amico e mentore di dozzine di designer leggendari, tra cui Oscar de la Renta, John Galliano e Alexander McQueen, oltre a top model come Naomi Campbell. Figura importante nella comunità LGBTQ+, ha creato la rivista “The Power 50” nel 2007, nella quale ha cominciato a parlare della sua sessualità, definendosi “fluido”. Il suo impatto è stato fondamentale anche sulle passerelle dove si è battuto per l’inclusione di designer e modelli di colore.
Aristocratico senza essere nato in una famiglia aristocratica.
Nato il 16 ottobre 1948 a Washington, Talley è stato cresciuto dalla nonna materna, Binnie Francis Davis, che era una donna delle pulizie alla Duke University. Talley ha imparato da lei e dalle sue amiche ad apprezzare la moda quando indossavano i loro cappelli e gli abiti migliori la domenica in chiesa. All’età di circa 9 – 10 anni, Talley ha trovato un numero di Vogue nella biblioteca pubblica a Durham e da lì è scoppiata la passione. Sua nonna incoraggiando i suoi interessi, lo ha portato a frequentare la Brown University per studiare letteratura francese.
Con una lettera di presentazione del padre di un compagno di classe, ha incontrato la fashion editor Diana Vreeland e ha iniziato la carriera nella moda lavorando per lei al Metropolitan Museum of Art’s Costume Institute, prima di diventare receptionist per la rivista Interview diretta da Andy Warhol. Trasferitosi a Parigi per collaborare con Women’s Wear Daily , ha poi iniziato la sua carriera in Vogue.
Per anni, Anna Wintour e André Leon Talley sono stati la coppia più improbabile di New York.
Lei, minuta, nata in Gran Bretagna ma naturalizzata americana, di carnagione chiara, si è sempre espressa con la moderazione di un’aristocratica britannica. Lui, nero, enorme (alto 1,98), unico figlio di un tassista e di una madre “psicologicamente instabile”; cresciuto dalla nonna, nella Carolina del Nord, stato ancora afflitto dalla segregazione razziale. Se Anna e André hanno avuto una cosa in comune, è stato solo il loro anno di nascita: il 1949 e diciassette giorni di distanza.
Avevano 34 anni quando si incontrarono, nel 1983.
Lui era stato appena assunto “temporaneamente” da Grace Mirabella, allora boss di “Vogue” quando Anna era la numero due della rivista. All’epoca, André era magro, vicino ad Andy Warhol, con il quale ha iniziato come receptionist e a Karl Lagerfeld, di cui era amico. Dotato di un notevole gusto e carisma è arrivato a Vogue con una visione precisa della moda; ha fatto breccia immediatamente su Anna Wintour che, pochi giorni dopo il suo ingresso nella redazione, ha infilato sotto la sua porta un biglietto scritto a mano: “Welcome to Vogue”, firmato Anna.
La consacrazione di un duo come guru della moda.
Cinque anni dopo Anna viene consacrata direttrice di Vogue e ad André viene offerta la sedia numero due. E’ rimasto a Vogue per i successivi tre decenni, forgiando la famigerata e tumultuosa amicizia con Anna Wintour. Insieme hanno plasmato l’ascesa della rivista come bibbia della moda mondiale. La sua relazione e la collaborazione creativa con Anna Wintour lo hanno portato a nuove vette in una carriera che lo ha visto vestire Michelle Obama quando era first lady e consigliare artisti del calibro dello stilista Oscar de la Renta e della top model Naomi Campbell. Gli stravaganti mantelli, i caftani, gli abiti e le vesti che indossava sono diventati parte del suo look caratteristico e hanno conferito a Talley una presenza regale.
Ma è il suo talento per la scoperta, il sostegno e la celebrazione di giovani designer che lo ha reso un appuntamento fisso nel mondo della moda. E’ stato uno dei primi afro-americani ad avere promosso talenti bipoc (Black Indigenous People of color). Dopo il licenziamento da Vogue, nel 2020 ha pubblicato le sue memorie, evocando senza filtri la sua relazione con Anna Wintour. Ma nel 2021 ha cercato di ammorbidire le parole taglienti con cui si era espresso.
Mercoledì in ricordo di André, la Wintour ha elogiato il suo talento generazionale e il suo entusiasmo contagioso;
riconoscendo gli alti e bassi della loro amicizia e anche i suoi pregi, non solo come guru della moda ma anche come persona erudita, divertente e con un grande spirito altruistico e inclusivo.
Prima della sua morte, Talley è stato direttore artistico del rivenditore online Zappos Couture ed era stato nel consiglio di amministrazione del Savannah College of Art and Design. Ha scritto tre libri, incluso il suo libro di memorie del 2020, “The Chiffon Trenches”, che è stato un bestseller del New York Times. E’ diventato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dalla Francia nel 2020 e l’anno scorso ha ricevuto il North Carolina Award per la letteratura. Nel suo libro di memorie, Talley ha riflettuto non solo su quanto lontano fosse arrivato da quando era cresciuto nel Jim Crow South, ma anche su quanto ancora gli fosse rimasto da dare alla moda e alla cultura.
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