Il 13 ottobre 1822 si spegneva a Venezia uno dei più grandi artisti italiani di tutti i tempi. Antonio Canova, genio artistico fra i massimi esponenti (se non “il” massimo) del Neoclassicismo italiano. Duecento anni senza un Maestro con la m maiuscola, da celebrare con una nuova mostra che vi invitiamo a recuperare il prima possibile, la Mostra Canova al Mart di Rovereto.
Con la Mostra di Canova il pubblico di appassionati d’arte avrà la possibilità di conoscere un nuovo lato Canoviano
“Tra Innocenza e peccato”
, questo è il nome dell’esposizione che renderà omaggio allo scultore con un approccio originale che fonde le esperienze scultoree più recenti alla fotografia. Ecco, dunque, come la mostra è riuscita a mettere in luce contrapposizioni, nessi e dialoghi artistici che non tutti, necessariamente, sono in grado di cogliere. Artisti contemporanei vengono dunque confrontati con l’opera del maestro, per molti versi irraggiungibile e soprattutto punto di riferimento per generazioni di proseliti.
Il punto di forza dell’arte di Canova sta proprio nel suo essere immortale.
Com’è possibile che alcune opere dello scultore ancora oggi riescano ad essere così rilevanti? L’obiettivo della Mostra è proprio cercare in qualche modo di dare una risposta a questa domanda. Quel che è certo, è che le sculture dell’autore incarnano una bellezza perfetta, eterna, immutabile, fondata su principi di armonia, misura, equilibrio. Con un occhio alle glorie del passato sena dimenticare l’attenzione al futuro, l’opera di Canova si prefigura in questo senso come antesignana di molti prodotti artistici che oggi conosciamo e apprezziamo.
La mostra di Canova a Rovereto vanta ben 200 opere.
Scultura dopo scultura, ritratto dopo ritratto, la mostra spiega per filo e per segno come Antonio Canova abbia influenzato i linguaggi contemporanei. L’ideale di quella bellezza eterea e senza tempo viene dunque qui interpretato in innumerevoli forme, dall’imitazione alla celebrazione, fino alla messa in discussione e alla negazione.
Al centro di tutto c’è il corpo, all’interno di un allestimento dove a dominare sono le sfumature del bianco e del nero.
Il corpo, qui, diventa un’icona, e ognuno sceglie come idealizzarlo. Alcuni decidono persino di proporlo in un’ottica anti-canoviana, e sta proprio qui tutta la forza espressiva di un’esposizione del genere. Presentare un ideale artistico mostrando esattamente il suo opposto.
Sono cinque le sezioni della mostra.
La Mostra è divisa in varie sezioni. Nell’ambiente centrale troviamo il dialogo dell’arte Canoviana con i più grandi fotografi del Novecento: da Helmut Newton a Jean-Paul Goude, passando per Robert Mapplethorpe, Edward Weston e Irving Penn. Chi ha perseguito idee opposte rispetto a quelle di Canova sono i fotografi Miroslav Tichý, Jan Saudek e Joel-Peter Witkin, le cui opere sono esposte in uno spazio a parte. C’è, infine, una sezione dedicata ai fotografi che hanno prestato il loro obiettivo alla documentazione e all’interpretazione dell’arte di Canova. Stiamo parlando dei fratelli Alinari, Aurelio Amendola, Paolo Marton, Massimo Listri, Luigi Spina.
La mostra trentina dedicata all’arte sarà aperta fino alla prossima primavera.
Attenzione alle date e ai giorni di apertura, se siete interessati a godervi questa incredibile esperienza artistica. La mostra (da un’idea di Vittorio Sgarbi e a cura di Beatrice Avanzi e Denis Isaia) sarà disponibile e aperta al pubblico da venerdì 17 dicembre fino al 18 aprile 2022.
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