Il Christmas Blues indica lo stato malinconico, la depressione che colpisce alcune persone nel periodo delle feste e del Natale. Non è una patologia conclamata e non ne troverete traccia nel DSM-V – ovvero il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – ma è un fenomeno che sembra espandersi sempre più a macchia d’olio. I sintomi hanno esordio nel periodo natalizio e i più comuni sono malinconia, astenia, affaticamento psicofisico, difficoltà a concentrarsi, pensieri negativi, ruminazione mentale. Nei casi più gravi ci sono ansia, insonnia, pianti e tristezza profonda. Sono sensazioni faticose che possono arrivare a compromettere la quotidianità.
Si tratta di un vero e proprio disagio legato esclusivamente al periodo delle feste.
Per capire fino in fondo i motivi per cui c’è il Christmas Blues dobbiamo entrare nella simbologia di quel giorno. Il Natale infatti è la festa simbolo della famiglia, della sicurezza, del calore umano. Ci mette in contatto con bisogni e sentimenti profondi, attiva dinamiche relazionali sopite e aspettative che riguardano le convenzioni sociali. Non è solo una giornata ma coinvolge un intero periodo caratterizzato da riferimenti costanti a quei sentimenti tanto ricercati da ogni essere umano. È come se nella mente scattasse un meccanismo automatico: “Arriva il Natale! Tu ce l’hai una famiglia che ami e con cui vuoi trascorrere le feste?” e ancora… “Cervello, corri! Richiama alla mente il Natale del passato ricordami tutta la fatica, la tristezza e la rabbia che ho vissuto” oppure “Ehi cervello! Mi raccomando, ricordati che hai passato dei Natali ricchi d’amore e di gioia e guarda adesso cosa vivrai.”
Il Natale quindi può stimolare ricordi legati a stati emotivi faticosi.
Ad esempio un passato difficile che – anche con un presente meraviglioso – potrebbe tornare con una potenza emotiva distruttiva se non ci abbiamo fatto pace. Oppure può fare esattamente il contrario: le luci, gli addobbi, la corsa ai regali potrebbero risvegliare una profonda nostalgia dei Natali passati con le persone amate. A sua volta questa malinconia del passato potrebbe sminuire un presente in cui si vive in condizioni diverse. Per alcune persone accettare le nuove situazioni senza confrontarle con il passato può essere molto difficile e soprattutto molto doloroso.
Un altro aspetto da mal di pancia è la fine dell’anno ovvero tirare le somme del tempo passato.
Questo può indurre ansia, frustrazione e rabbia per non aver vissuto come si sperava o per non aver raggiunto gli obiettivi prefissati. La società così performante e il bisogno di eccellere (e di condividere!) può infatti indurre una buona dose di frustrazione quando i risultati non sono quelli sperati e attesi. Kasser e Sheldon (2002) hanno condotto una ricerca che ha dimostrato che anche lo shopping natalizio può essere fonte di stress e insoddisfazione tanto da indurre uno stato di malessere. A tutto questo si aggiunge quel senso di inadeguatezza ed estraneità che, chi vive tutto questo, può sentire rispetto al contesto.
Se la gioia e la felicità sembrano le emozioni che caratterizzano le strade, i negozi, le case e i social perché io vivo nella tristezza e nell’ansia?
Insomma si somma fatica alla fatica. Questo significa che, oltre alla dose di difficoltà emotiva che si sta provando, si aggiunge anche il peso del giudizio e dell’inadeguatezza. La panoramica non è delle migliori. Per quanto il Natale rimanga per molti una festa di gioia e amore, per altrettanti è in grado di scatenare l’emotività che spesso si tende a mettere da parte. Attenzione perché se questo stato permane anche dopo le feste non si tratta più di Christmas Blues. Non sottovalutate la tristezza profonda perché può finemente insidiarsi tra le pieghe della vita fino a prosciugare ogni energia. Se vi siete ritrovati nei sintomi descritti prendete contatti con un professionista della salute mentale: trovare e dare significato a quello che vi aiuterà a stare meglio.
Elisa Castellano | ©Tutti i diritti riservati