La passione per la moda vintage dilaga tra gli amanti del fashion system e anche per questo Natale la scelta di regali etici e sostenibili sembra essere quella più gettonata. Comprare vintage è semplicissimo, sono molteplici i negozi che rivendono oggetti usati o che appartengono al passato. Non è necessario andare alla ricerca del punto vendita più prestigioso; basta guardarsi intorno e scoprire la grande quantità di tesori, accessori, abiti e soprammobili.
Vintage diventa sinonimo di qualità, un prodotto di buona manifattura ha la capacità di durare nel tempo, ecco perchè il suo valore aumenta
Non inteso solo come usato, l’oggetto si trasforma e guadagna l’attenzione dei più attenti; basti pensare alla meraviglia dell’iconica borsa Chanel rettangolare ideata dall’indimenticabile Gabrielle Chanel nel febbraio 1955, la famosissima e ambita borsa 2.55, desiderio di tutte le donne del mondo. Qualità, eccellenza ed originalità sono le parole chiave del mercato green, etico e consapevole, uno stile senza tempo da copiare.
La rivoluzione del mercato dell’usato avviene durante gli anni ’60
Fino al secondo dopo guerra gli abiti vecchi o già utilizzati venivano destinati a tutte quelle persone che vivevano ai margini della società che non avevano l’opportunità di spendere denaro per comprarne di nuovi; i più fortunati invece si lasciavano trascinare dall’era del consumismo, spinti dalla voglia di riscatto dopo i tempi duri vissuti, un’epoca caratterizzata da acquisti smisurati e poco sostenibili. Sono gli Hippies a stravolgere la situazione, l’usato diventa simbolo di un’era e di appartenenza sociale. Il vintage è chic, capi che in realtà possedevano forse pochi decenni di vita, ma che riemergevano dalle ceneri e dalla polvere. Un periodo di rivoluzione anche per l’ambito artistico, musicale e sociale in cui anche la moda ha avuto il suo ruolo decisivo.
La sustainable fashion è un modo per vivere la moda con consapevolezza e interesse per delle problematiche relative all’uso di materiali poco sostenibili e dannosi per il nostro pianeta.
Un’integrità ecologica che muove la società verso scelte responsabili; lega aspetti economici-finanziari, culturali ma soprattutto ecologici, un cambiamento che aspira ad una maggiore coscienza del settore pubblico ma anche del privato. Questo nuovo modo di pensare vede benefici non solo per quanto riguarda il prodotto, e quindi la parta prettamente materiale, ma anche il rispetto della filiera industriale che comprende aziende e persone che lavorano per i brand più importanti del mondo. Parliamo quindi di green fashion e moda ecosolidale che si pone come obiettivo quello di prolungare la vita del prodotto.
Un singolo oggetto è capace di raccontare una storia da tramandare di generazione in generazione
Uno storytelling ricco e variegato che si affaccia al mercato del second hand. Secondo le statistiche, il più della popolazione mondiale per questo Natale sceglie di acquistare regali vintage; all’insegna di un’economia circolare e con il minimo impatto ambientale del sistema a favore del Pianeta Terra. Molti marchi di lusso, e non solo, decidono di avviare il loro mercato di vestiti usati offrendo una seconda chance a quei capi ormai considerati vecchi o inutilizzabili; la manutenzione di questi prodotti è fondamentale, sia nel momento d’acquisto sia in quello di conservazione nel tempo. Trattare i materiali con rispetto è il primo passo verso un cambiamento di mentalità sociale che mira a prolungare la vita di un oggetto.
Sono tanti gli esempi da citare per comprendere al meglio come il mercato del fashion si sia approcciato al mondo del second hand e dell’usato.
Valentino Vintage lancia un “nuovo” marchio che comprende tutti i loghi passati del brand; apre una pagina dedicata sul proprio e-commerce che permette all’acquirente di rivalutare un prodotto Valentino già acquistato in precedenza e rivenderlo, ricevendo un buono da spendere come ricompensa. Su Vestiaire Collective è possibile comprare l’iconica Fendi Baguette; si tratta di un portale che offre l’opportunità di acquistare dei prodotti usati certificati B-Corp, una piattaforma che accontenta le tasche di tutti, sostenibile e inclusiva. Je suis Vintage, invece, è un brand di moda che permette di personalizzare capi vintage presenti già nell’armadio, non sarà necessario quindi comprarne di nuovi, basterà adattarne uno vecchio secondo le nostre odierne esigenze.
Come non citare Vinted, app di compravendita famosa ormai in tutto il mondo;
persone di ogni genere entrano in contatto per scambiare vestiti o acquistarli come in un qualsiasi e-commerce, basterà caricare sul proprio profilo l’immagine del prodotto e aspettare che qualcuno si faccia avanti. Vivere Vintage diventa uno stile da evolvere nel tempo, stimola la curiosità e ci permette di scoprire tantissime chicche dimenticate da altri; un prodotto che racconta una storia e racchiude tutte le personalità dei diversi proprietari che ha avuto nel corso della sua vita.
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