Terrence Zhou, per la sua video campagna pubblicitaria, immagina un matrimonio metaforico tra se stesso e il suo marchio Bad Binch Tong Tong
. Una scelta surreale che rappresenta in maniera tangibile la relazione che il designer intesse quotidianamente con la propria creatività ed il proprio lavoro. Un’inventiva artistica che si configura come risposta emotiva all’ardua realtà pandemica, vissuta lontana dalla sua terra.
Terrence Zhou traduce nella sua campagna video i sentimenti di separazione e di isolamento che la pandemia ha generato in lui.
Lo stilista cinese vive a New York ma è originario di Wuhan, città in cui, per ovvi motivi, non ha potuto fare ritorno durante l’emergenza sanitaria. Le frustranti emozioni che il virus ha causato dentro di sé, vengono analizzate e trasferite dal designer in sihouette estremamente voluminose e solide. Zhou afferma che gli aspetti fisici del suo lavoro, in relazione alla connessione e alla solitudine, hanno iniziato a riflettere i nostri stili di vita forzati. Il fatto di non poter vedere i propri cari e la scomparsa di uno dei suoi parenti induce Zhou a tradurre la sofferenza psicologica nel suo linguaggio progettuale.
Le silhouette di Terrence richiamano anche il suo background scientifico, ricordo di un percorso di formazione precedente agli studi di moda.
Gli enormi abiti dello stilista, perfetti per l’era del distanziamento sociale, trasformano il corpo in tube sbieche, paralumi, giganteschi falli. La precisione nell’esecuzione del disegno apparentemente semplice rivela gli studi di matematica e di ingegneria, che Zhou frequenta prima di scoprire la passione per le arti. L’imprevedibilità ineluttabile del virus si traduce nei maxi palloni che caratterizzano la nuova collezione di Bad Binch Tong Tong.
La bolla, la sfera si configurano come dimensione evocativa della tensione che si prova nel gonfiare un palloncino mentre si teme che, da un momento all’altro, questo possa scoppiare. Le bulbose sculture in velluto si tingono di toni elettrici o esibiscono luminose e ornamentali stratificazioni di pizzo. Non mancano stampe a pois sovradimensionati ad inglobare le strutture sferiche tra la gamma di proposte geometriche che lo stilista è solito offrire.
La mancata “vestibilità quotidiana” della sihlouette è un tratto distintivo delle creazioni di Terrance Zhou, di cui il designer ne è pienamente consapevole.
Il couturier ritiene che la pressione sociale ci imponga di considerare necessariamente la funzionalità di ciò che indossiamo, compromettendo, in tal modo, l’individualità e l’estro. Lo scopo della sihlouette alterata di Zhou è quello di rivisitare e di ricontestualizzare oggetti banali, per aprire un dialogo emotivo tra l’abito e lo spettatore. La caleidoscopica combinazione di colori è dettata dalla giocosità infantile delle sagome geometriche. Il suo lavoro, tuttavia, è spesso monocromatico, e reso in blu, rosso e nero. Lo stilista spiega la scelta di questi tre colori sulla base del fascino che risiede nel concetto di modernismo.
Si riferisce, in particolare, a quella cifra stilistica che predilige la forma al resto, eliminando l’intera idea di decorazione superflua.
Lo stilista, guardandosi dentro, spiega la tendenza all’iniziale design eccessivo con l’insicurezza di non fare abbastanza più che con una pura passione. Il segreto è quello di liberarsi dalla paura per fare le cose con passione. Abitudine stilistica del design è inoltre quella di nascondere il viso. Zhou ritiene che il volto di una modella spesso elevi la presentazione finale del capo ma, altrettanto spesso, in un determinato livello di design, possa distrarre dall’abito. E ciò ostacolerebbe l’intento dello stilista di far percepire all’indossatore e al pubblico la sua personalità e le sua emozioni. In questo modo, si crea una connessione con lo spettatore che è indotto a provocare il proprio pensiero, a pensare gli oggetti di uso quotidiano in maniera nuova ed inedita; al pari dell’intento di un’opera d’arte.
L’ispirazione principale del designer risiede in piccoli, banali e fugaci momenti del quotidiano nei quali egli coglie dei bagliori effimeri.
Degli impercettibili frangenti che il suo intuito sviluppa in modo organico e trasforma in un mix di umorismo e fantasia. Il designer predilige, nella collezione del video, lavorazioni non convenzionali e artigianali, in cui fonde estro artistico e precisione tecnica. Le esuberanti forme tridimensionali, sinonimo dell’instabilità delle emozioni vissute in pandemia, alludono anche al subbuglio emotivo di un neonato durante la nascita; momento in cui euforia e apprensione per la nuova vita si mescolano inscindibilmente. L’idea del video per la campagna è la festa che segue il matrimonio, in cui a sposarsi sono Terrence Zhou e Bad Binch Tong Tong.
I due sposi rappresentano, nella loro complementarietà, i dicotomici aspetti della personalità del designer. Strutture astratte e complesse che si alternano a capi indossabili ogni giorno. L’era di Internet permette alle varie e poliedriche personalità di Zhou di esprimersi al meglio su piattaforme diverse. I suoi abiti presentano una vestibilità che è pensata per un’identità che vive nella parte metafisica del mondo virtuale. Un posto che esiste e in cui le nuove generazioni non esitano a mostrare la propria personale unicità.
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