Giovanni Gastel
viene celebrato a Milano con due mostre allestite fino al 13 marzo 2022, giorno del primo anniversario della sua scomparsa. Ad omaggiare il grande fotografo, due esposizioni parallele, di cui una dedicata ai suoi ritratti e l’altra ad uno dei suoi primi e più grandi successi. La Triennale di Milano inaugura The people I like, l’exhibition in collaborazione con il MAXXI Museo Nazionale delle Arti, e I gioielli della fantasia, con la partecipazione del Museo di Fotografia Contemporanea.
“Giovanni Gastel è stato un sofisticato ritrattista del mondo. Non solo visi, ma corpi, mode, gioielli, tessuti, ambienti. Con un sorriso, faceva sembrare facile il gesto infallibile e preciso di un grande fotografo. Il suo lavoro si è intrecciato più e più volte con i percorsi di Triennale, cui aveva regalato idee, progetti e ispirazioni. Con queste due mostre la nostra istituzione rende il primo doveroso omaggio a questo genio generoso e scanzonato che Milano e l’arte hanno perso, troppo presto”.
le parole di Stefano Boeri, – presidente di Triennale Milano – presentano le due mostre omaggio al fotografo Giovanni Gastel, dall’1 dicembre al 13 marzo 2022.
Alla Triennale di Milano, una doppia retrospettiva su Giovanni Gastel va in scena attraverso due mostre parallele.
Morto a soli 65 anni a causa del Covid-19, Giovanni Gastel viene orgogliosamente commemorato nel capoluogo lombardo. La prima esposizione si configura come un labirinto dei volti che hanno caratterizzato la vita di Giovanni Gastel. Oltre 200 ritratti raffigurano l’immensa varietà degli incontri e delle conoscenza del fotografo, per lo più personaggi appartenenti al mondo del design, dell’arte, della cultura, della musica, della moda, e anche della politica. Un racconto dell’universo umano e artistico a cui il celebre fotografo ha dato vita durante la sua quarantennale carriera. Il celebre fotografo, dall’estetica sofisticata e ricercata, ha scritto la storia dello scatto di moda, oltre che del ritratto. Non cattura solo visi, ma anche corpi, mode, tendenze, ambienti, atmosfere, suggestioni, tessuti.
I gioielli della fantasia esibisce, invece, 20 immagini tratte da un ampio progetto commissionato a Gastel da Daniel Swarowsky nel 1991. Dopo la prima presentazione al Museo Teatrale alla Scala, la piccola mostra ha circolato nei più importanti musei europei di arte applicata. Da Zurigo a Londra, da Berlino a Colonia, per arrivare poi anche negli Stati Uniti.
Con un perpetuo sorriso stampato sul volto, l’artista immortala, nel frangente dello scatto, il gesto infallibile e preciso di un eccelso fotografo.
Giovanni Gastel racconta la storia del mondo contemporaneo, mediante gli scatti a Barack Obama, Bebe Vio, Monica Bellucci, Roberto Bolle ed Ettore Sottsass. La rappresentazione fisionomica delle sue foto oltrepassa la dimensione estetica per approdare nella dimensione psicologica del singolo. La complessità interiore è narrata attraverso l’espressione, lo sguardo, il gesto. La maggior parte dei ritratti sono in bianco e nero ed in grandi dimensioni. La parte finale del percorso espositivo comprende 80 immagini raffiguranti la serie dei colli neri, considerata dalla critica “ai margini della spiritualità dell’anima”. I gioielli della fantasia porta lo spettatore in un mondo fiabesco in cui Gastel attua una reinterpretazione immaginaria e fantasiosa di monili e pietre. È tangibile il dialogo simbiotico tra l’oggetto inanimato e la figura umana, tra i tratti del corpo e la maschera, il travestimento e la trasformazione.
Gastel immortala nei suoi ritratti i grandi della sua epoca, tra cui Zucchero, Tiziano Ferro, Fiorello, Vasco Rossi, Bianca Bali, Luciana Littizzetto, Miriam Leone, Carolina Crescentini.
Modelle, attrici, cantanti, musicisti, designer, politici, giornalisti compongono la caleidoscopica mostra fotografica, priva di un preciso criterio di ordine. Questi nomi, colti nella dimensione più umana e profonda del loro animo, costellano di espressioni suggestive e pose singolari la labirintica esposizione. Un ritratto collettivo di anime che consacra lo scatto fotografico come l’opera d’arte per eccellenza. Qui, la raffigurazione del volto simboleggia l’esordio di un’indagine psicologica della psiche umana che svela la persona dietro al personaggio pubblico. L’anima di ogni essere umano trapela dalla posa e dalla teatralità dell’espressione sul viso.
L’ inaudita carriera di Giovanni Gastel inizia in un seminterrato milanese verso la fine degli anni Settanta.
Qui, il fotografo apprende le tecniche base del mestiere per poi iniziare ben presto a lavorare per la casa d’aste londinese Christie’s. La svolta per lui arriva nel 1981, quando Carla Ghiglieri diventa il suo agente e lo inserisce nel campo del fashion. Parallelamente al boom del Made in Italy, Gastel realizza una serie di campagne pubblicitarie per le più prestigiose case di moda italiane, come Missoni, Versace, Trussardi, Krizia, Ferragamo. Il successo porta il suo nome a diventare celebre anche in Francia, Spagna e regno Unito. Sullo scadere dello scorso secolo la Triennale di Milano gli dedica una personale, evento che segna la consacrazione di Gastel nell’olimpo dei fotografi leggendari di tutto il mondo.
Il suo nome compare sulle riviste al fianco di mostri sacri della fotografia, italiana e internazionale, quali Oliviero Toscani, Ferdinando Scianna, Helmut Newton, Mario Testino, Annie Leibovitz. Negli ultimi anni della sua vita, Gastel aveva scoperto il mondo dapprima inesplorato della ritrattistica, di cui si scopre affascinato e nel quale poi vi si immerge completamente fino alla fine dei suoi giorni.
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