Con un mash up unico tra Balenciaga e Gucci nasce The Hacker, la collezione presentata durante le sfilate della spring/summer 2021-2022: un progetto che prende vita dalla liaison dei due top brand leader del settore moda. Tanti i prodotti sui quali investire, dall’iconica Jackie alle sneaker Triple S, reinterpretati in quest’occasione secondo i codici stilistici delle due maison; accessori intramontabili che cambiano forma grazie agli esperimenti ben riusciti dei direttori creativi. Siamo testimoni di una nuova visione di prêt-à-porter e di un nuovo concetto di branding che guarda al futuro.
La collezione è disponibile in 74 spazi fisici in tutto il mondo, tra pop-up e pop-in stores
Ogni forma di comunicazione, da quelle fisiche a quelle virtuali, è stata utilizzata per la sponsorizzazione del progetto. Display e strutture accolgono i pezzi unici Gucci personalizzati e adattati secondo il gusto Balenciaga e viceversa; accessori a marchio incrociato che reinterpretano le nozioni basilari di appropriazione e contraffazione in un significato moderno e da contestualizzare. I due brand utilizzano il proprio approccio creativo sull’altro; il risultato è incredibile e l’aspetto ironico della situazione viene sfruttato per creare campagne pubblicitarie senza eguali.
Accessori, borse, abbigliamento e piccola pelletteria sembrano essere vittime di un atto vandalico autorizzato.
Lo vediamo nelle scritte Gucci realizzate con bombolette spray di colore nero sulle vetrine dei negozi Balenciaga, una scena dal forte impatto emotivo ma che funziona dal punto di vista della visibilità; non una semplice collaborazione di moda ma un esperimento che non trova precedenti. I due direttori creativi, Alessandro Michele e Demna Gvasalia, si lasciano carta bianca nell’utilizzare i simboli iconici dei rispettivi marchi; stilisti che hanno lavorato l’uno affianco all’altro sfruttando le basi già consolidate dei loro codici, proprio come farebbe un hacker. Ecco quindi che i loghi delle maison si mixano e vivono sullo stesso terreno fertile; un approccio di re-branding che mira alla personalizzazione e allo stupore.
Per un tempo limitato e in alcune boutique selezionate, infatti, sarà possibile customizzare le shopping bag della collezione con il proprio nome
Direttamente nel momento dell’acquisto un artista locale etichetterà a mano le shopping bag con monogramma a doppia B, verrà modificata la frase iconica ‘THIS IS – nome del cliente – BAG’ al posto di IS NOT A GUCCI BAG, in una riproduzione riservata omaggio al pittore belga René Magritte.
Si tratta della contaminazione tra la collezione Gucci Aria e la collezione Balenciaga PE 2022, linee e codici differenti che si fondono e amalgamano.
Un nuovo modo di esplorare il mondo della moda che non vive più di competizione agguerrita bensì sfrutta i punti di forza dei diversi competitor per creare qualcosa di nuovo e contemporaneo. Troviamo quindi la mitica borsa Jackie 1961 impreziosita dalla scritta Balenciaga in diagonale, le sneaker Triple S che fioriscono con la stampa Flora di Gucci, stivali Balenciaga e Borsa Gucci Tote Graffiti, invece, si scambiano il corrispettivo monogram, reinterpretato da Demna Gvasalia nell’attuale BB.
Doppie B e doppie G per il lancio dei corrispettivi prodotti iconici.
Solo a Parigi sono stati scelti da Balenciaga ben quattro spazi espositivi, compreso un pop-up alle Galeries Lafayette; tra queste anche un’inedita costruzione, ancora incompleta in stile semi-industriale, una struttura di 150 metri quadrati situata al piano inferiore del Dover Street Market, a Marais in un palazzo risalente al XVII secolo.
I colori dominanti della collezione sono l’iconico nero BB e il cammello di Gucci.
Sono tanti gli accessori tra i quali scegliere; oltre alle costose borse, una selezione di cappellini e portacarte ad un prezzo decisamente più accessibile. I modelli di punta dell’Hacker Project sono stati svelati ad un gruppo ristretto di giornalisti e sono acquistabili in negozio 600 pezzi in edizione limitata, alcuni già esauriti in pre-ordine online, come piumini e i gilet.
Che il futuro della moda non sia più nella competizione ma nella collaborazione? Un fenomeno che siamo sicuramente abituati a vedere, ma mai come in questo progetto due brand si sono contaminati così bene tra loro da sembrare fatti a posta per coesistere.
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