La vita del premio Nobel Marie Curie è fatta di dedizione, coraggio, determinazione e amore, storia di una prima donna moderna e anticonformista. La passione implacabile e l’insaziabile curiosità di Madame Curie la rendono un’icona nel mondo della scienza moderna ma anche il simbolo della forza e delle possibilità delle donne. Instancabile, nonostante una carriera di lavoro fisicamente impegnativo e in definitiva fatale, scopre il polonio e il radio, sostiene l’uso delle radiazioni in medicina e cambia radicalmente la nostra comprensione della radioattività.
Chi è il Premio Nobel Marie Curie?
La Curie nasce nel 1867 a Varsavia. Dall’età di 17 anni, per sei anni, lavora come governante e tutor, mentre cerca di studiare nel suo tempo libero. Durante questi anni si innamora del figlio dei suoi datori di lavoro, ma di fronte al rifiuto del matrimonio, come reazione alla delusione, si immerge nello studio scientifico. All’età di 24 anni, non potendo frequentare l’università di Varsavia, perché donna, si iscrive all’Università della Sorbona; a Parigi si sente intimorita ma anche euforica:
“Era come se mi si fosse aperto un mondo nuovo, il mondo della scienza, che finalmente mi era permesso di conoscere in tutta libertà”.
Il suo vero nome: Marie Skłodowska Curie.
Anche dopo essere diventata cittadina francese, Curie mantiene la sua identità polacca. Assume una governante per insegnare il polacco alle sue figlie e chiama il primo elemento chimico che isola nel 1898 Polonio proprio in onore del suo paese natale.
La storia del premio Nobel Marie Curie demolisce tutti i pregiudizi verso la scienza e verso le donne.
Appare in un momento della storia in cui le donne sono decisamente non rappresentate nel campo della scienza, con la convinzione che siano meno competenti degli uomini in matematica e scienze. In un periodo in cui c’è anche l’opinione che raggiungere il successo professionale nella scienza sia così impegnativo che le donne che desiderano intraprendere una carriera scientifica devono rinunciare alla vita familiare. Marie realizza tutto, una carriera scientifica e una famiglia; non permette che il matrimonio e la maternità le impediscano di raggiungere la grandezza.
Lei e suo marito formano una grande squadra: si sposa con un uomo che crede in lei e la incoraggia.
Marie Skłodowska incontra Pierre Curie nel 1894; mentre cerca uno spazio-laboratorio trova in lui un partner devoto per la vita e per la scienza. Nonostante il loro reciproco amore e ammirazione, Pierre deve farle la proposta due volte prima che lei accetti di sposarlo nel 1895. Nel 1903, solo Pierre Curie e Henri Becquerel vengono nominati per il Premio Nobel ma Pierre insiste sull’inclusione della moglie nella nomina. Sono due anime inseparabili, si dedicano alle loro figlie, vanno in in bicicletta, viaggiano e scoprono elementi insieme, fino alla morte di Pierre, investito da una carrozza nel 1906. Lei ne esce devastata ma continua il loro lavoro di ricerca sempre più determinata, proprio in memoria del suo amore.
Ha molti primati, per raggiungere i suoi risultati scientifici, supera qualsiasi barriera; non permette a nessuno di sottovalutarla sia come donna sia come scienziata.
Marie Curie
è’ la prima donna nella storia a vincere un premio Nobel; è anche la prima, e ancora oggi l’unica, a vincere due premi Nobel in due diversi campi della scienza. Ha vinto il premio Nobel per la fisica con Pierre Curie e Henri Becquerel nel 1903 per le loro ricerche sulle radiazioni. Nel 1911, vince un premio Nobel per la chimica per aver scoperto il polonio e il radio. Fa anche parte dell’unica squadra madre-figlia ad aver vinto il Nobel: sua figlia, Irène Joliot-Curie, vince stesso premio Nobel nel 1935.
Inoltre, Marie Curie è la prima donna ad essere nominata docente presso l’École Normale Supérieure e poi è la prima donna a diventare professoressa all’Università di Parigi. E’ anche la prima donna ad essere onorata con una sepoltura al Pantheon, un mausoleo nel centro di Parigi, contenente i resti dei cittadini francesi più onorati e illustri.
E’ un eroe della prima guerra mondiale grazie alle unità mobili “Petit Curies”.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, Marie sente la necessità di portare il progresso scientifico in prima linea per salvare i soldati. Sviluppa quindi delle unità di radiografia mobili, dotando le auto di apparecchiature a raggi X e generatori e arruola un gruppo di donne, inclusa la figlia diciassettenne, per gestirle. Realizza fino venti veicoli radiologici mobili e ne installa altri duecento negli ospedali da campo, salvando oltre un milione di soldati grazie alla sua diagnostica.
Durante l’onorificenza del suo secondo premio Nobel è al centro di uno scandalo sessuale.
In quel periodo frequenta il fisico Paul Langevin, un ex studente di Pierre Curie, all’epoca sposato. La moglie del fisico che ha scoperto tutto, sceglie di rivelare pubblicamente i dettagli della storia solo pochi giorni prima dell’annuncio del secondo premio Nobel a Marie Curie. All’inizio, la derisione pubblica e la gogna a cui è sottoposta, sembrano essere sufficienti per impedirle di rivendicare il premio di persona. Ma una lettera incoraggiante di Albert Einstein l’aiuta e la sostiene, fino a darle il coraggio di recarsi in Svezia per cenare con il Re. La storia del premio Nobel Marie Curie ci insegna che la cosa più importante per uno scienziato è possedere una passione irrefrenabile per la scoperta e la storia della Curie dimostra che credere prepotentemente in se stesse è la strada per abbattere i pregiudizi.
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