È stato il più grande esperimento di smartworking al mondo. Il Covid ci ha messo di fronte alla più grande emergenza sanitaria degli ultimi anni, ma per le aziende si è trasformato anche nell’opportunità di rivedere i propri modelli organizzativi. Con la diffusione del Covid lavorare da casa è diventata una necessità per tutelare il personale e continuare a operare durante l’emergenza sanitaria. È stato il nuovo mantra ai tempi del coronavirus. Le città deserte, le strade e le aziende vuote e dietro le porte chiuse di case e appartamenti migliaia di aziende, attraverso i propri dipendenti, hanno cercato di rimanere «aperte» in un mondo travolto da un virus. Nel lockdown l’unica possibilità era il lavoro da remoto, il cosiddetto smartworking. E le aziende, soprattutto le multinazionali, hanno iniziato a organizzare riunioni con i clienti e discussioni di team tramite App.

Lo smartworking sopravviverà al Covid

Il dilagare del coronavirus ha spinto l’acceleratore sullo sviluppo dello smartworking. Le avanguardie del nuovo modello di «lavoratori da casa» sono stati i centri finanziari cinesi di Hong Kong e Shanghai. Ma quel modello si è rapidamente diffuso in altre partiti del mondo, compreso il nostro Paese. Tutti i «big» hanno iniziato a seguire questa strada: il lavoro da remoto si rivelato l’unica soluzione (la più comoda e la più economica) per non fermare la produzione.

Produttività e garanzia della continuità operativa in situazione di emergenza.

Ma i vantaggi dello smartworking non finiscono qui. Lavorare da remoto fa bene all’ambiente perché è uno dei modi più semplici per ridurre le emissioni di gas serra. Ma non solo. Lavoro da casa significa risparmi sui trasporti, riduzione dell’assenteismo e più tempo per la famiglia: questi i dividendi del lavoro smart. Ripensare l’ufficio non solo come un luogo fisico, ma come uno spazio di incontro sociale per supportare i dipendenti e le loro esigenze è una prospettiva di sviluppo che va oltre il Covid. Così come la trasformazione del lavoro che diventa sempre più «ibrido»: cioè un sistema che includa sia dipendenti che lavorano nello stesso spazio fisico che dipendenti in remoto. E, nonostante la situazione epidemiologica sia migliorata, indietro non si torna. La strada, ormai, è tracciata.

Le migliori App per la produttività del 2022

  • Magical: un nuovo calendario digitale

che trasforma questo antico strumento in un hub per la gestione di lavoro, riunioni, note e attività. Al momento ha raccolto circa 3,3 milioni di dollari di finanziamento e viene presentato come un nuovo tipo di «super-calendario».

  • Tempo

Questa app ti aiuta a lavorare sulla posta elettronica, per evitare il sovraccarico e mantenere il controllo di tutte le attività, in maniera precisa e puntuale.

  • Akiflow

ti consente di unire strumenti come Asana, Slack o Google Calendar in un unico hub. Perfetto per i team leader o i membri del team stressati che utilizzano più strumenti e cercano di riunirli tutti in un unico punto.

  • Clover

permette di creare note, post-it, diagrammi e bacheche in una sola e comodissima applicazione.

  • Kinopio.

Questa Applicazione permette di creare una mappa mentale che consente di aggiungere note, collegarle in connessioni e costruire layout personalizzati.

  • Motion.

Si presenta come un’estensione di Chrome che permette di pianificare la tua settimana, combinando la produttività con la gestione di attività/eventi.

  • Coda

è una delle migliori app pensate come strumento per la gestione del flusso di lavoro e gestione dei documenti in maniera super flessibile.

  • Evernote

è una storica applicazione che nella realise 2022 punterà su apprendimento automatico e una gestione sempre migliore delle note e degli appunti.

  • Google Chat

La famosa suite di Google si rinnova e aggiunge Chat ai suoi già potentissimi strumenti. Stiamo parlando di un hub per la gestione del lavoro, chat e altri dossier, potente e semplice da usare.

  • Kipy

Creata da una startup made in Italy, promette di semplificarti la vita: tutti i tuoi documenti sempre a portata di mano o, meglio, di smartphone. Un sistema pratico che ti consente di digitalizzare i tuoi «pezzi di carta» in un archivio cloud protetto e di poterli condividere, anche temporaneamente, con altri utenti in modo sicuro.

In una situazione di emergenza come quella causata dal coronavirus la tentazione da parte di molte imprese e molti professionisti sarebbe stata quella di arrendersi, gettare le armi e abbandonare la scena. Ma, come cantava Freddy Mercury, «The Show Must Go On». E lo smartworking, con le sue App, è la soluzione.

Leggi anche – Smartworking e lavoro da remoto: quali sono i lavori più richiesti ai tempi del Coronavirus

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