Daniel Roseberry
, da pochi anni al timone creativo di Schiaparelli, nella collezione primavera estate 2022, presentata alla Paris Fashion Week, intraprende un’interpretazione del guardaroba Riviera in chiave couture. La sua musa ispiratrice è colei che, a sua detta, non ha dato solo il suo nome alla Maison, ma la sua stessa identità. Lo stilista, questa volta, entra nella sfera più intima e privata della vita di Madame Elsa, nella sua quotidianità, riadattandola ai tempi contemporanei, e tenendo sempre presente l’immancabile riferimento surrealista intrinseco al dna del marchio.
Per l’estate 2022 firmata Schiaparelli, arriva la vacanza surrealista di Roseberry
ispirata all’iconica fondatrice della Maison, nelle vesti della donna che si cela dietro l’artista. Roseberry realizza una presentazione statica della collezione, nello storico atelier in Place Vendome a Parigi. Lo stilista immagina un gioco di dualità tra la rocambolesca carriera della donna, con impegni lavorativi, pubbliche relazioni, feste, salotti parigini e la dimensione domestica e vacanziera della vita di Elsa, circondata dagli affetti della famiglia, mentre ozia sul sofà di casa, o si rilassa sotto il sole della Costa Azzurra.
Le “due Elsa” possiedono due diversi guardaroba: la prima, inventrice del rosa shocking, indossa esagerati abiti tipici del prêt-à-porter francese degli anni ’70, long dress hard chic, preziosi gioielli surrealisti ed elementi scultorei, blazer over con stampe fiorate, minigonne paiettate, con cuciture a vista e maxi cerniere, sia funzionali che ornamentali. D’altro canto, una dimensione onirica di evasione e di immaginazione è sempre necessariamente presente nella mente della stilista, la quale, trova, nella quiete della vacanza, una fuga dal caos della città. E proprio tra le onde che si infrangono sulla battigia, il suo corpo si lascia accarezzare dalla morbidezza dei fluidi abiti di seta drappeggiati; lucenti caftani in viscosa, tutine in maglia dalle strisce multicolor e dalle fantasie marine, segnate da imponenti cinture, creano silhouette semplici ma sensuali.
Elsa intende unire in un solo abito, secondo il concetto di dualità contrapposte, innumerevoli qualità non sempre congruenti: selvaggio e chic, naturale e sexy, rilassato e sartoriale.
La stilista adotta, come modus vivendi, la definizione di surrealismo che compare nel 1924 nel manifesto ufficiale del movimento: “puro automatismo psichico”. Combina il suo approccio avanguardista alla moda, motivato da un forte interesse verso la tecnologia e l’ingegneria tessile, con la sua vena artistica, alimentata da un grande amore per il cinema e la pittura, settore nel quale aveva diversi amici, come Salvador Dalì. Elsa sperimenta l’innovazione e celebra il progresso culturale e sociale, ma allontana i suoi clienti dallo spirito di velocità e pratica funzionalità tipico del modernismo.
Il direttore creativo Roseberry ci offre un estro esplosivo più versatile e rilassato del solito, a metà strada tra la sontuosità della couture e la praticità del ready-to-wear.
Il designer ci offre il ritratto di una donna affascinante e supremamente elegante. Dal baule pronto per l’imbarco per le coste del Mediterraneo, tira fuori un cappello a tesa larga, e uno scintillante costume da bagno intero argentato. Per una passeggiata sul lungomare, sono richiesti i pantaloni palazzo, rigati verticalmente in bianco e nero, abbinati ad un morbido blazer sixties coordinato o, per la Elsa di oggi, ad un bustier metallico e dorato con motivi che replicano un capitello corinzio. Il motivo rigato è ripetuto in bianco e rosso, evocativo degli ombrelloni dei luoghi di villeggiatura, su bodysuit, jumpsuit e su vaporosi caftani da abbinare alla bandana, da indossare per un giro un barca o per un drink al tramonto.
I reggiseni sono molto sporgenti, a forma di cono e di spirale, sia su crop top dall’effetto optical che come parte integrante di giacche,
all’interno di un total look in denim. La scelta è mirata ad enfatizzare le forme morbide e sinuose del corpo femminile. Per i momenti di riposo in camera d’albergo, tra un bagno caldo in vasca e un sorso di champagne, l’outfit è composto da un collant nero, un sandalo decollètèes, una gonfia ed eterea blusa in organza e taffetà di seta. Con il calare della notte, sotto la luce della luna, la Elsa di oggi indossa un long dress a colonna in total black, con un lungo strascico rosato ed un’arricciatura sullo scollo a cuore.
Le modelle esibiscono giacche sartoriali con bottoni gioiello e revers dagli orli ricamati,
mise paiettate sotto giacche cropped dipinte da colori che sembrano presi da un quadro di Gaugin. I due completi classici del tailleur si fondono con l’estetica fuori dagli schemi firmata Roseberry, giacca pantalone e giacca minigonna. Su di essi prevalgono i segni codice distintivi della Maison, chiusure a morsetto, dettagli gioiello a forma di nasi, occhi, bocche e orecchie, sfarzose spille dorate e opulenti bottoni. Ricorre, sulle borse, l’applicazione di cinture e serrature, come nel caso dell’iconica Secret Bag impreziosita dal lucchetto signature. Tra gli accessori, in particolare nei gioielli anatomici, d’importanza pari a quella del capo stesso, è osservabile un impiego del metallo, non in quanto mera decorazione, ma come estensione naturale del corpo umano.
La dimensione onirico surrealista si fonde alla spensieratezza della vita reale, di una donna come Elsa che, protagonista indiscussa della propria vita, trova nell’immaginazione e nel sogno quel senso di evasione e di fuga dalla realtà, dal quale lasciarsi cullare. Si rifugia nella fantasia e nella poesia, la quale, come scrive il suo caro amico Jean Cocteau, è una bugia che spesso dice la verità.
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