Tra i defilé dei big brand, ieri, è stata la volta di Dior, per il quale Maria Grazia Chiuri ha presentato la sua nuova visione della donna per la Primavera Estate 2022 alla Paris Fashion Week. La direttrice creativa del womenswear crea un connubio tra arte e moda: una collezione tinteggiata anni ‘60, rende omaggio al celebre couturier della maison di quegli anni, Marc Bohan; e lo fa attraverso la collaborazione con Anna Paparatti, un nome, all’interno del panorama artistico italiano, riscoperto fortuitamente dalla stessa stilista.

sfilate Parigi Primavera Estate 2022 Life&People Magazine

Dior presenta la sua collezione primavera estate 2022 nella storica capitale della moda.

Terminata la settimana della moda a Milano con lo show a sorpresa della sfilata Fendace, ha inizio la più lunga delle settimane della moda, la Paris Fashion Week, in programma fino al 5 ottobre. Parigi è, storicamente, la prima capitale mondiale della moda e la città della haute couture per eccellenza. L’immagine della moda parigina proviene da una storia che mescola tradizione, eleganza e leggenda. Per le sfilate Primavera Estate 2022, la settimana della moda a Parigi prevede la partecipazione di 97 brand, di cui 37 in scena dal vivo, e i restanti in versione digital.

Un calendario ancora per metà digitale e per metà live.

Un evento imprevedibile della storia che, agli occhi di Maria Grazia Chiuri, è riuscito a ribaltare il destino del mondo intero. Ha radicalmente cambiato le nostre abitudini di vita, il nostro approccio relazionale alle altre persone, perfino il nostro modo di vestirci. La stilista parte da questo tema, la pandemia in quanto rivoluzione, per trovare un collegamento con il decennio che, più di tutti, ha incarnato il concetto di cambiamento, gli anni ‘60.

dior sfilata primavera estate 2022 Paris fashion week Life&People Magazine

Ed ecco che la sala da ballo, ricreata dal set design della sfilata, batte il ritmo beat sixties.

L’identità della collezione interpreta fortemente e chiaramente il prezioso heritage Dior, senza alterarlo. Il focus si pone sullo slim look di Marc Bohan, illustre direttore creativo della maison per trent’anni, a partire dal 1961. L’assottigliata silhouette di Bohan pone l’accento su spalle al naturale, fianchi piatti e vita morbida. Bohan è amato dalle star dell’epoca e dalle famiglie reali per l’eleganza delicata delle sue linee. La figura è elastica e slanciata, e, la lunghezza della gonna, allargandosi dolcemente e attentamente, si ferma appena sotto il ginocchio. Un’innovazione considerata talmente importante per la liberazione fisica e l’emancipazione della donna, al punto da essere associata, da parte della stampa, nientemeno che all’iconico successo del New Look di Monsieur Christian Dior del 1947.

In un momento in cui la tendenza dominante è rappresentata dalla minigonna, Maria Grazia Chiuri ritorna alle origini di questo capo.

Bohan, all’epoca, porta nel suo atelier il brio di colori sgargianti, caldissimi verdi, gialli, rossi e arancioni: la stessa palette è riadottata sulla passerella dalla stilista. Per la scenografia, la direttrice creativa sceglie di collaborare con Anna Paparatti, una della figure artistiche piè vivaci della Roma degli anni ‘60 e ‘70. D’altronde il fil rouge artistico al femminile, nelle sfilate Dior firmate Chiuri, è ormai una costante.

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La Paparatti realizza un monumentale ambiente multicolor che si configura come un mix tra una pista disco e un gioco dell’oca, tappezzato sui muri dai suoi disegni. Le modelle, qui, devono seguire una spirale di gradini prima di raggiungere la passerella. Nella geometrica installazione del tabellone da gioco, è sensibilmente percepibile l’influenza stilistica della Pop Art italiana e dell’allure swinging sixties. Il gioco del nonsense, come svela il fondale scenografico, è concepito dall’artista come un mosaico fatto da tasselli ritagliati dalle sue opere.

Il mood ricreato è evocativo del Piper Club, storico locale, punto di riferimento della movida romana;

è frequentato, nei suoi mitici anni passati, dalle icone della musica italiana Loredana Bertè, Mia martini e Patty Pravo. Da quel mondo festaiolo, fatto di novità e di libertà, la Chiuri riprende i grafismi e l’antica tecnica di abbinamento cromatico della color-block. Le nuances sono accese e intense, come il marine e il framboise.

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Nella collezione SS 22, la giacca Dior si distacca dal suo classico modello convenzionale, per assumere toni urban chic.

Non manca, infatti, per la giacca, l’impiego di tessuti come il denim, la pelle verniciata, e tecniche come la trapuntatura matelassè con grandi impunture; fino ad arrivare ai bomber jackets dai colori al neon. Nell’intenzione chiara di osare e di giocare con le cromie, vediamo sfilare sensuali abiti corti, dalle linee minimali, in cui il bianco si oppone al nero, per richiamare la scacchiera del set design.

Appaiono in passerella anche i leggerissimi pantaloncini da boxeur in raso colorato;

con una fascia logata sull’addome dalla scritta “Dior Vibe”, i pantaloncini sono uno dei capi più versatili e memorabili della collezione. La loro estrema praticità, unita alla lucidità del tessuto, è un compromesso perfetto tra l’eleganza e la comodità casual e rilassata; appartenente, quest’ultima, a un pubblico abituato, negli ultimi due anni, a indossare silhouette più morbide e generose, a discapito di pantaloni skinny e fascianti. A completare la divisa da pugile prima di entrare sul ring, c’è anche la vestaglia, lucente e impalpabile.

Tra le silhouette più ingentilite e rigorose, vediamo sfilare gli abiti a trapezio e i tailleur corti, composti da blazer e minigonna modello Mary Quant.

Gli abiti must-have della sfilata sono: il modello svasato con cappottino abbinato, il minidress con scollo V e camicia sotto, quello da tennis e quello in stile Space Age. Tra i vestiti da sera, più sofisticati ed eleganti, l’abito con le frange dorate, quello semi-trasparente con maxi fiocco e il magico long dress in bianco candido.

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