Intervista esclusiva a Valentina Cenni, attrice riccionese DOC impegnata sul set nelle riprese di un nuovo film.
Classe 1982, si è diplomata all’Accademia nazionale d’arte drammatica e alla Royal Academy of Dance e ha all’attivo un’infinità di esperienze con alcuni fra i migliori registi e attori in circolazione. Ma non solo… Può vantare nel suo ricchissimo curriculum anche lavori da regista e da fotografa, oltre ad essere un’appassionata di musica e canto. Un’artista a tutto tondo, insomma, e un talento raro in un panorama italiano dove di rado troviamo questa commistione di capacità e passioni.
Incontriamo Valentina Cenni a Riccione al “Grand Hotel Des Bains” dove ha rilasciato questa intervista e si è raccontata ai nostri lettori a cuore aperto: la sua carriera da attrice in cammino, il suo rapporto con il mondo dello spettacolo e con il marito, Stefano Bollani, artista poliedrico ed eclettico, amante della musica in ogni sua forma, dalla più ricercata alla più popolare. Insieme la coppia ha lavorato a “Via dei Matti Numero 0″, una striscia quotidiana trasmessa alle 20.20 su Rai3.
Valentina qual è la tua storia. Come ti sei avvicinata al mondo artistico, visto che hai esperienze così tanto diversificate? Da dove nasce il sacro fuoco dell’arte?
Quando avevo 4 anni sapevo già che avrei fatto l’attrice nella mia vita e nessuno nella mia famiglia si interessava di teatro, quindi chissà da dove venga questa cosa che si chiama talento! È davvero misterioso per me il percorso che ti arriva a far sentire dove indirizzare il tuo tempo, le tue energie. La propensione di voler fare una cosa invece che un’altra è un tema a me molto caro. Tantissimi bambini già a 3, 4, 5 anni hanno ben chiara la loro strada ed è curioso perché a quell’età non hai avuto ancora il tempo di formare un proprio pensiero sul tuo futuro. Oltre il desiderio di fare l’attrice mi sono da subito rivolta a tante forme artistiche, amo cantare, dipingere, ballare, come amo gli sport estremi, la natura, viaggiare, mangiare. È un onore stare qui su questa terra e facilmente la bellezza che la vita tira fuori ogni giorno mi commuove. E poi grazie alla mia famiglia ho avuto la possibilità di poter coltivare i talenti senza giudizio, ma soltanto con il desiderio di sperimentarli e attraversarli.
La parte degli sport estremi è interessante. Ti va di raccontarci qualcosa di più al riguardo? Quali pratichi?
Tutto per me è estremo! Anche fare l’attrice o un programma televisivo è un’esperienza estrema, non più e non meno di andare con il deltaplano. Quando vado in Brasile, faccio sempre una tappa a Rio de Janeiro, una città che sa di sale e meraviglia. C’è un monte meraviglioso da cui o con il parapendio o con il deltaplano posso lanciarmi nello spazio immenso e quando sono lì in aria mi sento parte del pianeta più del solito, provo la sensazione di essere “il mondo” più che “nel mondo”.
Nella tua vita ti sei dedicata anche alla regia, dirigendo tuo marito Stefano Bollani. Come ci si sente a stare “dall’altra parte”?
Mi piace l’idea di raccontare una storia che sento di voler condividere, guidare i personaggi a seconda di quello che accade. Quindi mi è sempre venuto naturale, fin da quando ero bambina. Quando c’erano i saggi a scuola io spesso mi preoccupavo di organizzare i vari balletti, le canzoni da fare insieme e poi mi ricordo che una volta in quinta elementare ho voluto presentare la serata di fine anno e mi sono trovata nei panni giusti. Mi piace guidare “una carovana” di gente da portare avanti e con cui sperimentare insieme un racconto. Sento che in qualche modo questa è la mia missione nella vita.
Che rapporto hai con tuo marito Stefano, che hai avuto modo di dirigere? Quando lavorate insieme sono sempre rose e fiori o capitano anche motivi di scontro?
Con Stefano ci sono rose, fiori, tulipani, cactus, ciclamini, margherite, rododendri! Noi stiamo molto, molto bene vicini. E quindi anche lavorare insieme è un dono immenso, anche se non direi lavorare…questa è proprio la cosa che ci piace fare, creare mondi, esplorare nuove galassie. Abbiamo sempre passato molto tempo insieme e quest’anno sono 11 anni di amore. Lui mi ha inconsapevolmente insegnato a vivere ancora meglio, essendo un musicista jazz è molto abituato a lasciar scorrere le cose, a fidarsi del suo intuito, lui è il tipo che si butta, ha coraggio, non ha paura del giudizio. Per me come attrice con un’impostazione teatrale era molto diverso, c’era un copione da rispettare, almeno un mese di prove, paure immense, gioie, dolori, turbamenti. Lui mi ha aiutato molto a lasciarmi andare, a scorrere come un fiume fresco e rigoglioso.
Come vi siete conosciuti tu e Stefano?
Ci siamo conosciuti in un luogo speciale, di trasformazione e passaggio, in aeroporto, a Roma! Io ero con Marisa Laurito, in tourneé con il musical Aggiungi un posto a tavola. Al bar di fianco al gate c’era Stefano, che lei conosceva. Ci siamo messi a chiacchierare, scherzare. Poi quella sera avevamo lo spettacolo, lui era magicamente libero ed era quindi venuto a vederci. Eravamo a Palermo, città stupenda. Poi la mattina dopo sono andata alle prove della sua Rapsodia in blu e da lì, poco a poco, ci siamo avvicinati e innamorati.
Un argomento molto attuale è quello del ruolo della donna nel mondo dello spettacolo. Dopo il “Me Too” sono cambiate molte cose. Tu personalmente ti sei mai sentita discriminata? In generale ti senti al sicuro o pensi che sia ancora necessario fare dei passi avanti?
Si possono fare passi avanti in generale come esseri umani. Io non riesco mai a separare i generi, a pensare che solo le donne siano discriminate. Anche gli uomini hanno le loro questioni, in un certo senso siamo tutti vittime di questo sistema. Da un punto di vista diverso ma lo siamo comunque e questo dura da lungo tempo, probabilmente da quando è nato il patriarcato. È sempre stato complesso, sia per gli uomini che per le donne. Siamo tutti nella stessa arca. Ma il diluvio farà poi spazio all’arcobaleno.
Il mondo del teatro è stato colpito molto duramente dalla pandemia, così come lo spettacolo. Pensi che sarebbe stato possibile fare di più da parte del governo per salvaguardare gli addetti ai lavori? Qual è la situazione ora?
Certo che non è stato fatto abbastanza, è sotto gli occhi di tutti, spero che ci sia uno sforzo in più in questo senso, si può fare di molto meglio. Il teatro non è solo intrattenimento. Non è qualcosa di superfluo, ma è anzi fondamentale per la nostra vita. Il teatro, la musica, sono vitali. Perché ci fanno ritrovare l’armonia perduta e viverli dal vivo è sempre stato un rito di grande importanza per la comunità. Penso sia qualcosa di molto più radicale, che va a lavorare sul nostro equilibro, mentale e fisico, sulla nostra qualità di vita.
Nella tua carriera hai avuto la possibilità di collaborare con colleghi del calibro di Sergio Castellitto, Alessio Boni e Riccardo Scamarcio. C’è, fra di loro, qualcuno di cui conservi un ricordo particolare? Che cosa hai imparato grazie a loro?
Ho lavorato con tante persone talmente splendide e dedite alla loro arte che da tutti ho preso o capito qualcosa. Nella vita ogni esperienza ti trasforma, non c’è niente di inutile, per questo non mi capita di avere rimpianti, rimorsi. Tutto quello che ho fatto mi ha portato a essere quella che sono, anche alcuni progetti che mi sembravano inizialmente senza senso mi hanno permesso di capire tante cose della mia vita. Più di una volta mi è capitato di pensare “che cosa ci faccio qui?”, ma poi è sempre accaduto qualcosa di importante, quell’esperienza, quel disagio erano necessari. Io ho fede negli eventi, anche quando sono difficili da attraversare.
Che cosa ci puoi anticipare sul tuo attuale progetto e sul tuo futuro?
Per contratto purtroppo non posso dire assolutamente niente, se non che sto lavorando con un regista che stimo molto. Sai, quando hai dei modelli da seguire puoi capire che cosa apprendere da loro e che cosa “lasciare lì”. A fine settembre poi ti posso anticipare che girerò il mio primo cortometraggio, ci lavoro da un anno e mezzo e non vedo l’ora di vederlo materializzarsi. Per il cinema bisogna avete tanta pazienza e tanta volontà, perché sono ingranaggi molto lenti. E poi farò la mia prima mostra fotografica allo straordinario Si Fest di Savignano, sono molto contenta!