Achille Lauro non smette di stupire e, anche nella terza serata di Sanremo 2021 è stato acclamato per l’esibizione dei suoi quadri che hanno avuto un’interpretazione davvero fuori dagli schemi.
Achille Lauro: sul palco di Sanremo celebra la libertà
Il cantante romano si è trasformato in un Dio greco eretto su un capitello, protagonista di una performance del tutto inedita, dedicata agli incompresi e al genere musicale pop.
L’artista ha animato l’Ariston con un quadro dedicato interamente alle statue greco-romane, si è ricreata così un’atmosfera d’altri tempi.
Colonne, capitelli, ulivi dorati e Achille Lauro, trasformato per l’occasione in una statua vivente.
Una scelta imprevedibile quella di sfoggiare un outfit che ha lasciato come sempre tutti a bocca aperta.
La sua mise per la serata dedicata ai duetti e alle cover d’autore è stata una vera e propria celebrazione del mondo classico.
Achille Lauro, in veste di ospite fisso della manifestazione sanremese, presentata da Amadeus e Fiorello, ha preso ispirazione, per questa nuova esibizione, dalle statue dell’antichità.
La mise di Achille Lauro
E, così, l’eclettico artista, che già nelle prime due serate aveva scelto Gucci, con un costume ispirato al glam rock la prima serata e un capo che omaggiava Mina nella seconda, ha optato per una tunica in argento.
Per la terza performance ha indossato nuovamente un total look Gucci: tunica monospalla in maglia metallica argento, impreziosita da una broche di cristalli Swarovski sulla spalla e una corona in metallo con finitura oro anticato.
L’outfit del cantante è stato valorizzato da un’acconciatura realizzata con una parrucca bionda lunga poco sopra le spalle, ed un trucco dall’effetto argenteo in tinta realizzato su tutto il corpo del performer.
Una performance arricchita dalla presenza di due importanti ospiti.
Lo spettacolo si è aperto con Monica Guerritore che ha interpretato un monologo toccante.
L’attrice, al termine della performance, insieme ad Amadeus, ha approfittato della sua presenza al Festival, per lanciare un importante appello perché il mondo dello spettacolo possa tornare nuovamente a lavorare.
La seconda ospite è la cantante Emma Marrone.
L’artista pugliese ha duettato con Lauro, interpretando il brano “Penelope” tratto dall’album “Pour l’amour” del 2018.
Il look di Emma Marrone
Emma torna in veste di ospite al Festival di Sanremo, dopo la prima partecipazione nel 2011, in coppia con i Modà, aggiudicandosi il secondo posto con il brano “Arriverà”.
L’anno successivo, “Non è l’inferno”, la consacrerà vincitrice della kermesse, edizione 2012.
Emma, ha scelto un abito lungo realizzato esclusivamente per lei da Alessandro Michele di Gucci, interamente ricamato in perline argento con drappeggio in cristalli indossato su un top in tulle nude con ricamo in paillettes.
Sandali con platform a tacco alto in pelle argento completano il look: è la prima volta che la maison realizza un abito custom made per una star italiana.
Ecco, uno per uno, i quadri portati da Achille Lauro a Sanremo 2021
Glam Rock, prima serata
Per l’apertura della kermesse sanremese, l’artista si è presentato con una parrucca azzurra e una mise fuori dagli schemi, per interpretare il suo nuovo singolo “Solo Noi”, rendendo, così, protagonista il glam rock.
Sono il Glam rock.
Sono un volto coperto dal trucco.
La lacrima che lo rovina.
Il velo di mistero sulla vita.
Sono la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico.
Sessualmente tutto.
Genericamente niente.
Esagerazione, teatralità, disinibizione.
Lusso e decadenza.
Peccato e peccatore,
Grazia e benedizione.
Un brano che diventa nudità.
Sono gli artisti che si spogliano,
E lasciano che chiunque
Possa spiare nelle loro camere da letto e in tutte le stanze della psiche.
Esistere è essere.
Essere è diritto di ognuno.
Dio benedica chi è.
Rock ‘N Roll, seconda serata
Il cantante ha proposto un omaggio a Mina e al rock n’ roll con una performance dell’attore Claudio Santamaria.
Per l’occasione, Lauro ha vestito i panni della tigre di Cremona: parrucca rosso fuoco con treccia lunghissima, completo giacca e pantalone grigio con stivaletti in nuance.
Sono il Rock ‘N Roll.
Trasgressione che entra nelle case di mezza America.
Esplicito invito a lasciarsi andare.
Una vecchia chiesa indignata per il credo dell’irriverenza.
Nuovo tempio notturno del giovane e del proibito.
È tempo di gioco.
Demonio, divinità,
Jukebox tappezzati di chiodi.
Unione rituale con gli altri
In un solo corpo danzante.
Carne che chiede carne.
Uragano nei desideri sessuali,
Scossa nel perbenismo familiare,
Promessa di piacere.
Il sacro vincolo del godimento.
Godere è un obbligo.
Dio benedica chi gode.
Pop, terza serata
Il cantante romano ha dato il meglio di sé, trasformandosi in un dio greco-romano, prendendo le sembianze di una statua vivente in una performance che ha avuto grande successo.
Con lui ha duettato Emma Marrone, in questo caso il quadro era dedicato agli incompresi e al genere musicale pop.
Sono il Pop.
Presente, passato.
Tutti, Nessuno.
Universale, censurato.
Condannato ad una lettura disattenta,
Superficiale.
Imprigionato in una storia scritta da qualcun altro.
Una persona costruita sopra la tua persona.
Divento banale, mi riducono ad un’idea.
Antonomasia di quelli come me.
Rinchiudere una persona in un disegno.
Ma io ero molto di più.
Il pregiudizio è una prigione.
Il giudizio è la condanna.
Dio benedica gli incompresi.
Punk Rock, quarta serata
Il quarto quadro ha risaltato il tema della ribellione alle regole e, così, Achille Lauro indossa un abito nuziale bianco, affiancato da un velato Boss Doms.
Poco dopo l’entrata sul palco dell’Ariston il cantante gli scopre il viso e lo bacia.
L’esibizione inizia e il performer canta la sua “Me ne frego”, ma la sorpresa arriva con l’arrivo di Fiorello che sembra l’Addolorata e intona “Rolls Royce”.
Un’esibizione inedita e del tutto straordinaria.
Sono il Punk Rock.
Icona della scorrettezza.
Purezza dell’anticonformismo.
Politicamente inadeguato.
Cultura giovanile.
San Francesco che si spoglia dai beni,
Elisabetta Tudor che muore per il popolo.
Giovanna D’Arco che va al rogo.
Prometeo che ruba il fuoco agli dèi.
Sono un bambino con la cresta,
Un uomo con le calze a rete,
Una donna che si lava dal perbenismo e si sporca di libertà.
Sono l’estetica del rifiuto,
Il rifiuto dell’appartenenza ad ogni ideologia.
Sono Morgana che tua madre disapprova.
Contro l’omologazione del “si è sempre fatto così”.
Sono Marilù.
Dio benedica chi se ne frega.
Esseri umani, quinta serata
Il Festival di Sanremo consacra il cantante romano, che conclude la 71esima edizione della manifestazione canora con l’ultima performance.
Con una mise più sobria, rispetto ai quadri precedenti, Achille Lauro si presenta con un completo giacca e pantalone amaranto, tendente al viola, e una camicia bianca.
Il capo, però, è stato tagliato sul petto per dare spazio a una rosa rossa che lo trafigge e lo ferisce.
È giunto il nostro momento.
La nostra stessa fine in questa strana fiaba.
La più grande storia raccontata mai.
Maschere dissimili recitano per il compimento della stessa grande opera.
Tragedia e commedia.
Essenza ed esistenza.
Intesa e incomprensione.
Elementi di un’orchestra troppo grande per essere compresa da comuni mortali.
È giunto il nostro momento.
Colpevoli, innocenti.
Attori, uditori.
Santi, peccatori.
Tutti insieme sulla stessa strada di stelle
Di fronte alle porte del Paradiso.
Tutti con la stessa carne debole.
La stessa rosa che ci trafigge il petto.
Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita.
E così sia.
Dio benedica Solo Noi. Esseri Umani.
“Ho voluto portare dei messaggi che andassero oltre la semplice canzone – ha affermato Achille Lauro –.
La musica è più di mero intrattenimento, ha cambiato la storia, ha cambiato usi e costumi, ha aiutato a superare dei momenti”.
Cinque quadri, cinque performance creative ed originali, dove Achille Lauro mette in primo piano il suo “essere artista”, accattivante e molto spesso azzardato.
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