Le gallerie d’Italia di Milano riaprono un virtual tour della mostra “Tiepolo, Venezia, Milano, l’Europa“, offrendo un percorso che permetterà di vivere on-line l’esposizione chiusa dopo pochi giorni dall’inaugurazione in ottemperanza alle nuove misure di contrasto e contenimento dell’emergenza epidemiologica da covid 19.
Il virtual tour della mostra di Giambattista Tiepolo a Milano
Il percorso espositivo, curato da Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti, è strutturato in otto sezioni che ripercorrono la vicenda artistica del maestro veneziano.
Dagli esordi a Venezia attraverso l’esperienza a Milano, fino alle grandi committenze presso le corti europee.
In mostra si trovano capolavori straordinari e una serie di opere realizzate a Milano e restaurate per l’occasione, che sono poco o per nulla accessibili al pubblico.
Si tratta degli affreschi della basilica di Sant’Ambrogio e quello eseguito per Palazzo Gallarati Scotti.
Inoltre sono presenti alcuni disegni: un meraviglioso bozzetto proveniente dal Kimbell Art Museum di Fort Worth (Stati Uniti), che mostra le fasi preparatorie del disegno per la galleria al piano nobile di Palazzo Clerici.
La mostra si chiude emblematicamente con il San Francesco d’Assisi che riceve le stimmate e i tre angeli di Giandomenico dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Inaugurata il 30 ottobre scorso per celebrare i 250 anni dalla scomparsa del grande artista veneto, l’esposizione sarebbe dovuta terminare il 21 marzo 2021.
Il tour interattivo realizzato in collaborazione con Skira è arricchito da un video di approfondimento e da esperienze audio in cui la voce narrante di Giandomenico Tiepolo, figlio e collaboratore di Giambattista, racconta vita e creazioni del padre.
Le opere selezionate sono 70: la maggior parte autografe e risalenti al periodo veneziano.
Tiepolo, infatti, nasce a Venezia nel marzo del 1696 e la sua prima formazione artistica si svolgerà nella bottega di Gregorio Lazzarini.
Ben presto si dirige, però, verso la cosiddetta “pittura tenebrosa” di Federico Bencovich e di Giovanni Battista Piazzetta.
Oltre che ai contemporanei il suo studio si rivolge ai grandi del Cinquecento veneto, Tintoretto e Paolo Veronese, così come all’opera di Jacopo Bassano.
Al 1717 risale la prima menzione dell’artista nella Fraglia dei pittori veneziani, che su commissione lavora all’affresco del salone di villa Baglioni a Massanzago.
Sulle pareti della sala dipinge il mito di Fetonte mentre nella volta rappresenta il trionfo d’Aurora.
All’interno della mostra i visitatori potranno osservare la Madonna del Carmine dipinta nel 1721 per la chiesa di Sant’Aponal a Venezia; il soprarco con il sacrificio di Isacco, ultimo esempio dei suoi iniziali temi “bui”.
Da quel momento in poi il suo stile si sposterà verso colori brillanti, dai toni chiari, immersi in una luminosità solare.
Nel 1731 a Palazzo Dugnani (già Casati) dipinge le storie di Scipione l’africano. Inoltre, in corrispondenza delle porte d’accesso al salone, le quattro virtù cardinali, l’Abbondanza e la Potenza.
Nel 1757, invece, realizza la decorazione di Villa Valmarana presso Vicenza e negli anni successivi il trionfo di Ercole per palazzo Canossa a Verona.
La mostra si chiude emblematicamente su un confronto tra padre e figlio con il San Francesco che riceve le stimmate di Tiepolo da una parte e Abramo e i tre angeli di Giandomenico dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia dall’altra.
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