Villa Foscari, la Malcontenta, è uno dei capolavori architettonici di Palladio tra i più famosi del Rinascimento italiano.
Patrimonio UNESCO dal 1997, è il luogo ideale da visitare per chi ama l’arte e la natura, anche online.
Era la metà del Cinquecento quando Andrea Palladio, su commissione di Alvise e Nicolò, i due fratelli discendenti del 65° doge della Repubblica di Venezia, Francesco Foscari, progettò e costruì la Villa Malcontenta.
Situata sulla sponda destra del Naviglio del Brenta, fu scelto proprio quel punto per costruirla perché la riviera era l’unico collegamento fra Venezia e il suo entroterra.
L’architettura di Palladio e la tradizione veneta
La prima cosa che colpisce della villa è la facciata: il portico ha la forma di un antico tempio pagano d’ordine jonico.
Colpisce soprattutto perché, per i veneziani del Cinquecento, molto legati alle tradizioni secolari e, in virtù dei fondamenti repubblicani e laici del loro ordinamento politico, questa forma architettonica doveva sembrare un’invocazione al lusso della Roma Imperiale.
Oppure, ancora peggio, della Roma dei Papi che affermavano di essere i diretti eredi dell’autorità politica degli antichi imperatori.
Ma Palladio la sapeva lunga e, per evitare che i veneziani interpretassero così il suo progetto per la Villa Malcontenta, usò l’arenaria al posto della pietra per le basi e i capitelli delle colonne del portico.
L’arenaria è una roccia composta da granelli minuscoli, delle dimensioni della sabbia o appena più grandi, considerata materiale povero rispetto alla pietra vera e propria.
Secondo l’analisi di Palladio così facendo avrebbe evitato che i veneziani contestassero la sua opera architettonica adducendo argomenti di carattere ideologico.
Inoltre, avrebbe portato alla ribalta la sua teoria secondo cui:
“un progetto, qualunque esso sia, non deve essere giudicato sulla base della ricchezza dei suoi materiali, ma esclusivamente dalle sue forme”.
La maestosità della sala centrale della Malcontenta
Superato il portico ed entrati nella sala centrale, la sorpresa è assicurata dalla parete vetrata che inonda di luminosità la stanza.
Una volta spostato lo sguardo in giro per la sala, ci si accorge che questa ha una pianta a forma di croce, cioè una pianta a crociera.
La sala è ricoperta da volte a botte completamente estranee alla tradizione veneziana, ma che invece richiamano le volte che coprivano le terme degli antichi romani.
Ai lati della luminosissima sala centrale si trovano gli appartamenti di Alvise e Nicolò Foscari, i proprietari della villa.
Palladio progettava gli appartamenti sempre con la stessa struttura: composti di tre camere, di cui due di forma rettangolare e una di forma quadrata.
Tutte le stanze hanno le volte, ma ciascuna stanza le ha di una struttura diversa.
Probabilmente Palladio fece sfoggio del suo repertorio di tecniche architettoniche alternative.
Il piano terra, dunque, ospita le sale da pranzo e le cucine, oltre ai locali nei quali si svolgevano tutte le altre attività domestiche.
Il primo piano era detto piano nobile, ed era quello che ospitava la sala e gli appartamenti di cui abbiamo parlato.
Il secondo piano all’inizio serviva come cantina per conservare le derrate agricole, solo in un secondo momento fu trasformato per accogliere le attività domestiche.
I meravigliosi affreschi di Gian Battista Zelotti
Ma l’elemento più innovativo della Villa Foscari progettata dal Palladio è senz’altro il fatto che tutte le sue pareti e tutte le sue volte sono dipinte.
Non solo la luminosissima sala, ma anche le pareti e le volte delle stanze dei due appartamenti progettati ai suoi lati.
La mano di tanto splendore è quella di Gian Battista Zelotti, che regala alle volte e alle pareti delle stanze la raffigurazione delle Arti.
Ammiriamo la Letteratura con un tomo in mano, la Guerra con indosso l’elmo, la Musica con la Viola e l’Astronomia con un sestante, la Geometria che traccia segni su una tavola e l’Aritmetica che ha la squadra in mano.
Zelotti dipinse gli affreschi interni della Villa dal 1558 al 1575.
Nella seconda metà dell’800 i discendenti dei Foscari lasciarono la dimora e questa subì gravi danni agli affreschi interni alle volte e alle pareti.
Solo negli ultimi decenni del ‘900 pazienti restauratori hanno recuperato gli affreschi originali, che però hanno perso molto dell’intensità e della vivacità dei colori iniziali.
Tutt’intorno alla villa vediamo, oltre alle acque del Brenta, i giardini segreti, di cui uno disegnato da Paul Rodocananchi.
Siepi basse di bosso in cui cresce la lavanda, labirinti di aiuole in cui crescono fiori multicolori.
Curiosità sulla Villa Foscari
La leggenda narra che la Villa si chiama Malcontenta perché una dama del casato dei Foscari fu letteralmente imprigionata tra le sue mura, in completa solitudine, per scontare la pena della sua condotta licenziosa.
Ma ci sono altre due teorie più verosimili: la prima narra che il territorio si chiamasse già così, fin da quando gli abitanti della zona manifestarono dissenso riguardo allo spostamento del letto del naviglio del Brenta in quella zona.
La seconda afferma che la zona su cui sorge la Villa fu chiamata così a causa dell’acqua del Brenta “mal contenuta”, perché il naviglio straripava sempre.
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