Il couturier italiano Michele Miglionico porta in passerella una collezione ancora una volta dedicata alla sua terra, la Basilicata, regione di origine della famiglia. Figlio di un sarto inizia la propria carriera nel mondo della moda nel 1989 aprendo un atelier a Potenza.
Nel 2000 Miglionico esordisce nel campo dell’alta moda a Roma, presentando la propria collezione dedicata all’Arma dei Carabinieri presso Palazzo Barberini.
La sua moda si ispira a Valentino e a Yves Saint-Laurent. Fedele ai canoni estetici della Couture il suo stile è lussuoso e ricercato.
Un dettato rigoroso ma non minimale sobrio ed aristocratico, pensato per una donna sofisticata e cosmopolita. Un gioco tra sacro e profano.
Nella sua ultima sfilata, le donne lucane sono vestite con l’alta moda realizzata dallo stilista Michele Miglionico.
Una collezione lavorata quasi elusivamente di nero, colore simbolo delle figure femminili nel segno della tradizione del territorio. Un colore che mette a fuoco la costruzione e la silhouette dell’abito come prima regola dell’haute couture.
In passerella, corte cappe portate su short in broccato. Tubini in pizzo, anche lunghi, tailleur con giacche scolpite sulle silhouette e tasche a toppa ricoperte di piume, cuori ex voto ricamati con jais, robe-manteaux, abiti lunghi taglio Impero che evocano le Vergini del Rinascimento.
Un racconto del patrimonio culturale, artistico e antropologico della sua terra per esaltare gli elementi del costume lucano, dell’artigianalità, della sacralità. La moda come arte e come espressione del cattolicesimo con i suoi riti e i suoi costumi.
Anche i dettagli della sfilata di Michele Miglionico profumano di couture e parlano di una collezione che è espressione di continuità.
Lane con trame di fibra di ginestra e cardo realizzate da artigiani tessitori lucani. Broccati di seta, lurex, organza prodotta con sete riciclate e ricami fatti completamente a mano.
Ed è proprio una tradizione popolare quella del ri-uso. Infatti molti degli abiti della collezione sono stati realizzati con tessuti presi da vecchi archivi o magazzini di tessutai con lo scopo di dare nuova vita ad intrecciati di eccellenza.