Eclettico e sovversivo, eppure ritenuto spesso minimal, lo stile degli anni ’90 è oggi quanto mai presente sulle passerelle: da Milano a Parigi, da Londra a New York.
È in questi anni che al revival di un recente passato – gli anni ’60 e ’70 – si affiancano sperimentazioni futuribili e innovative. Sia il design che l’uso di nuovi materiali sintetici, simboleggiano la tensione per l’arrivo del nuovo secolo.
Le calzature assumono un ruolo centrale nell’abbigliamento e nella rappresentazione del proprio essere, identificano chi le indossa sovente più dei vestiti cui vengono abbinate.
Queste scarpe segnano il proprio tempo giungendo al nostro con una sfacciata modernità. Dagli anfibi Grunge ai sandali Jimmy Choo oggi pare difficile, persino a un occhio attento come quello di un fashion curator, collocarle nel passato.
Così queste straordinarie creazioni descrivono tendenze e identità spostatesi da Courteny Love, moglie di Kurt Cobain leader dei Nirvana, alla cantante Kylie Minogue.
Se all’inizio della decade le ragazze meno attente alla moda continuavano ad usare tacchi a spillo o sneakers, le “Riot Girls” impazzivano per le Dr. Martens in stile punk.
Questi costosi anfibi in pelle però, dovevano avere un aspetto usurato, per questo i giovanissimi spesso lasciavano che i tram ci passassero sopra.
Nello stile degli anni ’90 altrettanto iconici per tutto il decennio furono gli stivali.
Grande impulso a questa tendenza è dato dal look di Julia Roberts nel film Pretty Woman, 1990. I suoi alti cuissardes sono ricreati, tra gli altri, da Gianni Versace in stile fetish multicolor.
Logo all over per Fendi. In pelle argento in stile new space age per Gina Shoes, lo stivale ha solcato il decennio confermandosi come accessorio irrinunciabile ancor oggi.
Fu invece a partire dal 1992 che la conformazione delle pump shoes conobbe una nuova era: al tacco stiletto o triangolare si sostituì quello nel modello rocchetto o quadrato.
La punta iniziò ad arrotondarsi, e dal 1993 la scarpa revival anni ’70 ebbe il suo lungo periodo di gloria.
I tacchi si fecero improvvisamente vertiginosi, al punto che quello stesso anno, persino la supermodella Naomi Campbell cadde “dai suoi alti 25 centimetri”, durante la sfilata di Vivienne Westwood.
L’episodio tuttavia, come spesso avviene, accrebbe la popolarità di mannequin e stilista, e quelle zeppe in pelle bluette sono esibite da anni nel Victoria and Albert Museum di Londra.
Madonna sin dal 1992 – anche nel video Deeper and Deeper – esibì scintillanti zeppe sequins in stile anni ’70. Venne seguita nel 1995 dall’icona Drew Barrymore che ne sfoggiò un paio bianco in qualità di testimonial per il brand Miu Miu.
Il mondo della moda, quindi, fu subito attratto dalla riscoperta delle platform shoes, e ne vennero create dai brand più celebri di quegli anni.
Chanel – un marchio da sempre legato a un’estetica sobria – propose alte suole in legno gold, e poi Gianni Versace, Paciotti, Prada, Sergio Rossi, Christian Louboutin, Thierry Mugler, Jean Paul Gaultier, solo per citarne alcuni.
Come Doctor Martens con i suoi anfibi, anche Superga adattò la classica sneaker in tela alle nuove tendenze, alzando lo spessore della para sottostante.
Le Buffalo in pelle con tacco e zeppe altissime imperversarono in discoteca, rispondendo alle esigente degli addicted al Clubbing Style, tipico del tempo e dello stile degli anni ’90.
Creati ad hoc modelli sospesi tra una dimensione sportiva e cibernetica: sopra una calzatura ginnica, e sotto una immensa zeppa di gomma. Persino le fanciullesche Mary Jane si trasformano in calzature con immensa suola dal tacco largo e quadrato, perfette per lo stile Gothic Lolita.
Questa esasperazione nelle proporzioni giunse al proprio apice nello stile cyber della metà decennio, sdoganandosi nella cultura pop attraverso le zeppe indossate dalle Spice Girls.
Decorate e straordinariamente rivisitate nei modelli, le scarpe si trasformarono così in un elemento quanto mai adatto alla sperimentazione artistica, perdendo talvolta la propria destinazione d’uso principale.
Nel corso del decennio cambiarono lievemente nel design. I tacchi si fecero più larghi, piramidali nel 1996-1997, per sembrare scomparire sul finire dei 90s. Quei modelli restano oggi un classico intramontabile, tornando prepotenti dalle passerelle ai piedi di donne di ogni età.
Del resto fu Sarah Jessica Parker ad affermare: “ho i piedi completamente distrutti, ma chi se ne frega…Dopo tutto, a cosa servono i piedi?”
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