Nella vita tutto mi emoziona, tutto mi commuove, tutto mi fa tenerezza e mi spinge alla generosità, alla comprensione. Ma nel lavoro anch’io sono una peste. Divento cinica, cattiva, spietata. Non ammetto che si bari, si truffi, che si cerchi di dare a intendere di saper fare una cosa che non è vero. Io il mio mestiere l’ho sudato e sofferto. Ho impiegato molto tempo, e ho faticato per diventare la Magnani. Ora sudo e fatico per continuare a esserlo. (Anna Magnani)
Giovane, dinamica, bella, intelligente, arguta: Sacha Alessandra Carlesi.
e poi vira verso la regia mantenendo dei piccoli camei all’interno delle pellicole che più ama.
Come racconta: “Inizia ad esserci parecchia vita dietro di me … già … Beh, comunque: nasco Alessandra tanti anni fa, nasco testarda e orgogliosa volevo fare l’attrice, mio padre non voleva, ma naturalmente non lo ascoltai anche se, poi, in realtà l’attrice di professione non l’ho mai fatta … sono testarda … dicevo, ma anche tanto, tanto orgogliosa”.
Già, perché lei, conosce bene l’emozione e l’ansia che si prova a stare in fila in attesa di un provino, quando ci sono delle persone che in soli dieci minuti danno un giudizio, spesso tranchant sul tuo essere attrice.
Così da aspirante attrice divenne produttrice, organizzatrice, “wow che fatica, poi così giovane”, tiene a precisare. La sua effervescente creatività non poteva essere arginata tra le mura di organizzazioni più o meno divertenti, lei da sempre ha avuto il desiderio di creare, dar vita, esprimere la sua anima.
Così, piano piano negli anni, dopo aver accumulato varie esperienze forti e intense, nasce Sasha. La regista … Sasha, la parte che sapeva sognare ancora in grande, quella che non si era arresa, quella che ancora credeva nell’arte e non solo nei numeri … Sasha, prese il nome da quello di un suo avatar in un gioco online… e il cammino si fa interessante.
Sacha Alessandra Carlesi e il suo amore per la recitazione, come nasce?
Il mio amore per la recitazione…. nasce da così tanto lontano che faccio fatica a ricordare con precisione…. Credo di avercela avuta sempre dentro, credo che sia nato con me…C’è da dire però che ero una bambina molto timida…e non che questa cosa sia cambiata, sono ancora timida, però un giorno durante uno spettacolo a scuola, Pinocchio era… mi misero sul palco ad interpretare il Grillo Parlante. Mi resi conto che da là sopra tutte le mie paure, insicurezze, timidezze, svanivano, mi sentivo a mio agio, ci stavo bene insomma. Diciamo che avevo trovato il mio posto nel mondo. E sai una cosa? Se non ho insistito così tanto con il sogno di diventare attrice è stato proprio perché quando sono passata dal teatro alla macchina da presa, rivedendomi, a freddo, ricominciavo a giudicarmi, ho sempre avuto mille complessi e non mi piacevo mai… mai troppo bella, mai troppo brava, iniziai a dubitare che questo lavoro facesse veramente per me… Però mi diverte e ancora oggi ogni tanto non resisto alla tentazione e mi lascio coinvolgere e sedurre dalla recitazione… Insomma, continuo a ricascarci ogni tanto, alla fine ben contenta di farlo!
Perché fare la regista?
Credo sia stato una conseguenza di un percorso fatto sul set negli anni in cui facevo produzione. Ho sempre lavorato nel cinema indipendente, dove vuoi o non vuoi, ti trovi a coprire mille ruoli e di conseguenza anche ad imparare tante cose. Lavorando vicino a tanti registi, unendo a questo la passione da sempre innata per la scrittura e l’esperienza pregressa con la recitazione, piano piano, si è insinuata in me, la voglia di provare a fare qualcosa che fosse interamente mio “scritto e diretto” che bello … suonava così bene … e decisi di provarci prima con un video clip, poi con dei cortometraggi.
Come nasce “Le grida del silenzio”?
“Le grida del silenzio“, il mio primo lungometraggio, nasce da uno di quei corti. Poi un giorno il mio produttore, Giuseppe Milazzo Andreani, mi disse “Ale, ti ricordi quel corto che avevi scritto? Quello dei 7 ragazzi nel bosco? Non girarlo come corto, trasforma la sceneggiatura in un lungometraggio che poi te lo produco!”. Scrissi la sceneggiatura in un mese, accesa dalla voglia di vedere la mia opera finalmente sul grande schermo. Ce l’ho fatta, non avremo spaccato i botteghini, ma sono soddisfatta! Il film non è semplice per l’Italia, thriller psicologico, per questo, adesso, che sta iniziando il suo percorso all’estero sono molto fiduciosa!
Cosa cerca Sacha Alessandra Carlesi dietro la macchina da presa?
Dietro la macchina da presa, cerco di trovare la magia e l’emozione da portare davanti… Sogno di far arrivare tramite i miei personaggi quello che ho dentro e farle provare allo spettatore. Cerco l’emozione da far trasferire tramite i miei attori, ma anche attraverso un oggetto, un colore, una luce, un suono, cerco di far sentire ciò che sto provando io tramite ogni elemento che andrà a riempire la mia tela in movimento. Cerco di far capire bene a loro quella emozione che è mia e che deve diventare loro tramite le mie parole, il mio modo di spiegare, talvolta gliela passo anche attraverso un lavoro abbastanza impegnativo che faccio assieme a loro, invento personaggi che interagiscono con il loro tramite delle improvvisazioni e gli passo l’emozione dall’interno. Talvolta li aiuto guidandoli dall’esterno verso una ricerca interiore. Odio gli sguardi vuoti, quelli in cui puoi leggere le paranoie dell’attore in scena e non il vissuto del personaggio, quindi questo ricerco, diciamo che riassumendo dietro la macchina da presa ricerco la vita, la verità, l’emozione… e tante altre cose, ovviamente! Non mi fermo mai, e cerco sempre cose nuove…
Progetti futuri per Sacha Alessandra Carlesi?
C’è un progetto imminente, con la sceneggiatura di Cristina Spoto. È un progetto molto divertente ma impegnativo, diverso dai miei standard, una commedia rosa sull’amore a cui ci stiamo affezionando tutti e che già ha aperto i battenti dei casting durante il Festival Internazionale del Cinema di Salerno.Ho un altro progetto interamente scritto da me “In the black box” un thriller molto coraggioso, duro, psicologicamente crudo di cui non posso ancora dire molto ma che se riuscirò a portare sul set… e sono quasi sicura di riuscirci prima o poi, farà parlare molto …Poi ci sono i mille progetti lunghi e corti in cui continuo a lavorare e fare esperienza dividendomi tra produzione e aiuto regia.
Cinque aggettivi che parlano di te
Testarda, orgogliosa, timida, sognatrice, emozionale.
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