Anche quest’anno l’incantevole ottocentesca Villa Montanari Rosati di Porto San Giorgio è stata la dimora che ha fatto da splendida cornice alla sfilata di moda dello stilista marchigiano Vittorio Camaiani.
La storica villa immersa in un parco con piante secolari, messa a disposizione dalla padrona di casa Marilena Montanari Rosati, ha accolto gli ospiti per l’occasione.
L’evento è stato presentato con maestria dal direttore eventi della Coffee House Palazzo Colonna in Roma Elena Parmegiani.
Brillantemente ha moderato la tavola rotonda composta dagli illustri ospiti.
Presenti, infatti: la giornalista de La Verità (già Direttore de Il Tempo), Sarina Biraghi, il giornalista-biografo di Gianni Versace e Valentino, Tony di Corcia e Marilena Rosati.
Una sfilata dal sapore particolare, molto cara ad un artigiano della sartoria come Camaiani che quest’anno festeggia i suoi primi trenta anni di carriera.
Le mani, la moda e le Marche il tema dominante.
Passione, dedizione e creatività le doti che hanno portato sempre più in alto lo stilista marchigiano che produce e lavora nel suo territorio non abbandonando mai il concetto del “fatto a mano”, valore aggiunto al suo stile.
Infatti con “Atelier per un giorno” Vittorio Camaiani propone da anni alle sue clienti un’esperienza unica, un modo di incontrare le sue eleganti creazioni che riporta all’atmosfera raffinata degli atelier di moda degli anni cinquanta.
Una sorta di boutique itinerante che consente un avvicinamento diretto tra cliente e stilista.
Questa sua ultima collezione è un percorso estetico che richiama un contatto con la natura.
Come sempre sartorialità e creatività accompagnano la donna Camaiani.
Una donna che vuole essere unica negli abiti ma sopratutto nei colori senza rinunciare alla comodità.
Nuances dominanti tra luce e controluce virano dal verde al viola, dal glicine, al rosso in un singolare abbinamento che tende al grigio con giacche gonne e cappotti.
“Filo d’erba”: una collezione somigliante ad uno stelo d’erba sottile e verde a percorrere l’abito o la camicia.
Poi il filo diventa sciarpa creando due virgole lilla dietro l’abito da sera verde ramarro.
E ancora, lingue rosse come il sole al tramonto sulla gonna grigio di jeans, lavorato come un capo di alta moda.
Giochi di contrapposizione in questa collezione di Vittorio Camaiani.
Gioca con il desiderio della donna di recuperare la rassicurante dimensione della bella stagione.
Fili d’erba spuntano dalle aperture create ad arte su maniche e pantaloni. Sui completi e sulle giacche in pregiate lane del lanificio Bottoli.
E ancora sul rever del cappotto nero in cachemere o sulle tute e sui lunghi abiti “zippati” in crêpe de chine e crêpe di lana, mikado e organza.
Di grande effetto scenico i sinuosi fili d’erba sui cappelli di Jommi Demetrio giusto complemento della collezione insieme alle calzature di Lella Baldi.
Lo sguardo tra i fili d’erba che crescono sugli abiti è lo stesso sguardo e la stessa tenacia delle idee di Vittorio Camaiani.
Una artigianalità e sartorialità d’altri tempi che in trenta anni di carriera è stata dedicata ad una donna moderna dallo stile unico e mai scontato.
Una donna sofisticata e ricercata, una donna che non si lascia mai indossare da un abito ma che fa dell’abito un complemento di fascino e bellezza.
Tutti gli ospiti presenti alla sfilata visibilmente affascinati davanti alle creazioni fin dalle prime uscite delle modelle.
Ancora una volta trionfa il Made in Italy grazie ad uno stilista che è riuscito a valorizzare l’intero sistema moda italiano.