Dopo le immagini stile studio Ghibli, nell’ultimo mese i social media sono stati travolti da un nuovo trend che, servendosi di ChatGPT, permette di creare action figure degli utenti o di note personalità del mondo dello spettacolo. Questo vortice di creatività e innovazione ha immerso il panorama digitale in una delle tendenze più sorprendenti e discusse degli ultimi tempi, resa possibile dal nuovo generatore di immagini di OpenAI alimentato da GPT-4°. Caratterizzata dalla capacità di potenziare le abilità di ChatGPT nel creare grafiche testuali o modificare immagini, tale piattaforma stupisce i soggetti che ne fanno uso proprio per la sua competenza nel produrre visioni fedeli al reale.
Un gioco che unisce divertimento e tecnologie avanzate apre però scenari tanto affascinanti quanto complessi sul fronte della privacy e della sicurezza dei dati. Infatti, il segreto per ottenere risultati di alto livello sta nel fornire al chatbot un prompt – indicazione testuale su ciò che deve fare – il più accurato e vicino alla realtà possibile. I vari dati forniti potrebbero essere sfruttati per addestrare i modelli dell’AI; quindi è davvero sicuro e vantaggioso cedere tali informazioni?
Dalla fantasia alla realtà: guida alla creazione di action figure
La procedura risulta sorprendentemente elementare. Prima di tutto, per poter creare delle action figure fedeli al reale nei minimi dettagli è importante assicurarsi di essere in possesso del modello ChatGPT 4-0 e di una propria foto a figura intera ad alta risoluzione. Se invece l’obiettivo è quello di realizzare action figure di un personaggio famoso come cantanti, ballerini, calciatori o politici allora basterà indicare il nome del soggetto, in modo che l’intelligenza artificiale possa recuperare le informazioni utili in autonomia. Passare dall’idea al prodotto finale diventa un gioco da ragazzi grazie a questa nuova tendenza che sta rivoluzionando i settori del marketing online e dell’intrattenimento. Un passatempo divertente ed intuitivo che però potrebbe nascondere delle insidie non immediatamente evidenti.
I rischi
Questa attività online comporta anche dei rischi, derivanti dalle informazioni nascoste che gli utenti cedono durante l’utilizzo di un editor di immagini AI. Difficile da credere per chi non è esperto del settore ma Tom Vazdar, responsabile dell’area di cybersecurity dell’Open institute of technology, spiega che ogni volta che carichiamo una foto su ChatGPT stiamo fornendo all’intelligenza artificiale un pacchetto di metadati, tra cui l’ora in cui è stata realizzata e le coordinate gps del luogo in cui è stata scattata. Ma non finisce qui. OpenAI registra anche il sistema operativo, la versione del browser e ulteriori dati del device utilizzato per accedere alla piattaforma, insieme ai cosiddetti dati comportamentali. Ma di cosa si tratta?
Poiché queste piattaforme sono di tipo conversazionale, esse raccolgono anche dati che riguardano il singolo approccio al servizio, quali la tipologia di immagini richieste e la modalità di interazione con l’interfaccia. Oltre a salvare nel sistema il nostro volto, OpenAI otterrà automaticamente ogni dettaglio presente nella fotografia fornita: sfondo, altri soggetti, oggetti o qualsiasi elemento leggibile, persino i documenti. Alla base di questo maccanismo ci sarebbe il caricamento autonomo e quindi del tutto consensuale di dati sensibili. OpenAI sostiene di non avere necessità di compiere una caccia al tesoro sul web se gli utenti caricano volontariamente online il proprio volto.
Proteggere la privacy: tutto quello che c’è da sapere
In un mondo in cui la condivisione online sta alla base delle attività svolte quotidianamente, la domanda sorge spontanea: quanto siamo consapevoli dei dati che forniamo all’universo tecnologico? Nel 2025 diventa fondamentale mettere in pratica alcuni piccoli accorgimenti per proteggere la propria identità digitale. Oltre a porre attenzione a non condividere fotografie troppo dettagliate, ad esempio contenenti dati geografici o identificativi, è importante leggere sempre i termini di servizio proposti da siti e piattaforme online, per comprendere a fondo come trattate e conservate le nozioni che comunichiamo.
Verso un uso più consapevole dell’AI
Oltre ad aprire a nuove possibilità creative e professionali, il progresso tecnologico impone anche una maggiore responsabilità da parte delle piattaforme e degli utenti che ne fanno uso. Creare action figure personalizzate servendosi di ChatGPT rappresenta una divertente ed innovativa forma di espressione, ma è necessario conoscerne a fondo i meccanismi per evitare che si trasformi in veicolo di rischio per la propria privacy. Apprendere i limiti nel campo digitale è un passo fondamentale per sfruttarne appieno i benefici, senza impedirci di esplorare il potenziale dell’AI, ormai divenuta a tutti gli effetti un’alleata fedele per artisti e appassionati.