Ci sono stilisti che gridano, altri che stupiscono; poi c’è Romeo Gigli, che sussurra Il suo nome non rimbomba come quello delle griffe più rumorose, ma chi conosce l’opera  e la storia dello stilista sa che ha lasciato un’impronta indelebile. È il poeta silenzioso della moda italiana, il creatore che ha dato forma a un’eleganza nuova, fatta di tessuti che accarezzano, di volumi che avvolgono e di una femminilità raffinata, mai urlata.

Gli inizi: un viaggio lungo il mondo, dentro se stesso

Nato a Castel Bolognese nel 1949, Romeo Gigli perde entrambi i genitori da giovane. Un dolore che lo spinge a partire. Londra, New York, Bali, India: il mondo diventa la sua casa e la sua scuola. Assorbe estetiche, culture, rituali. Non studia moda, ma vive lo stile. A Londra frequenta l’underground più colto, i club, i teatri, e inizia a costruire una visione propria, profondamente diversa dai canoni anni ’80 fatti di eccessi e spigoli. Tornato in Italia, Milano diventa il suo palcoscenico. Inizia collaborando con aziende come Basile, ma presto si fa notare per la sua cifra unica, fatta di tagli asimmetrici, colori polverosi e atmosfere decadenti. Gigli si distingue per la capacità di mescolare elementi apparentemente opposti: austerità e romanticismo, sobrietà e ricchezza.

stilista romeo gigli look - Life&People Magazine

L’esplosione negli anni ’80: l’antitesi del power dressing

Nel 1986 presenta la sua collezione a Milano. È un atto di rottura: mentre le passerelle esplodono di spalline, strutture e potere, Romeo Gigli propone una donna eterea, quasi rinascimentale. Abiti che sembrano usciti da un sogno, volumi morbidi, collo accollato, vita alta, silhouette che abbracciano invece di dominare. Critica e pubblico restano incantati. In pochi anni, diventa il nuovo faro della moda europea. Il New York Times lo definisce “l’antidoto agli eccessi degli anni Ottanta”. La Gigli woman conquista le copertine, le boutique e le passerelle internazionali. È il momento del trionfo.

stilista romeo gigli - Life&People Magazine

Le muse e le icone che lo hanno amato

A indossare i suoi abiti sono donne con forte personalità: Madonna, Isabella Rossellini, Linda Evangelista, Bjork. Non solo top model, ma intellettuali, artiste, donne fuori dagli schemi, affascinate da quella moda che sembrava scritta per l’anima, prima ancora che per il corpo. Le sue clienti erano complici di una visione comune, spesso raccolta nei suoi show intimi, quasi teatrali, dove la moda diventava esperienza sensoriale. In un’epoca dominata dal business, Romeo Gigli difendeva un approccio artigianale e poetico.

1992-1993 -life&people magazine

Il suo stile: una visione fatta di poesia e misura

Il linguaggio estetico di Romeo Gigli è riconoscibile al primo sguardo. Ogni abito è una composizione musicale, ogni collezione una narrazione visiva. Usa tessuti leggeri, velluti lavati, sete cangianti, broccati orientali, con una cura maniacale per il dettaglio. Le influenze sono rinascimentali, orientali, boho-chic, ma tutto viene filtrato da una sensibilità intima e intellettuale. Il suo lavoro anticipa e ispira stilisti come Ann Demeulemeester, Dries Van Noten, persino un giovane Alexander McQueen. Ma Gigli non segue tendenze: le crea con grazia, poi le abbandona prima che diventino cliché.

Romeo Gigli Spring/Summer 1994 - Life&People Magazine

Collaborazioni, filosofia e distacco dalla scena

Negli anni ’90 lavora con Barneys New York, con il retailer asiatico Joyce e avvia collaborazioni di nicchia. Non è interessato alla spettacolarizzazione, ma alla relazione silenziosa tra abito e persona. Per Gigli, la moda è un gesto culturale, prima che commerciale. Un conflitto con i soci lo porta a perdere il controllo del suo marchio. Si ritira. Ma come spesso accade con i visionari, la sua assenza diventa leggenda. Lavora dietro le quinte, insegna, ispira.

ss 2001 - life&people magazine

Il ritorno e l’eredità nella moda contemporanea

Nel 2021, il brand Romeo Gigli viene rilanciato, ma è la sua eredità immateriale ad essere oggi più viva che mai. Il suo stile ha influenzato una nuova generazione di designer che riscoprono il valore della lentezza, della narrazione, dell’intimità. Le sue silhouette, i colori cipriati, le architetture morbide ritornano nei moodboard dei giovani creativi e nelle collezioni più sensibili al concetto di moda come linguaggio poetico.

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Romeo Gigli: il genio che ha vestito l’anima

Più che un designer, Romeo Gigli è un narratore di emozioni. Ogni sua creazione è una finestra su un mondo interiore fatto di viaggi, ricordi, nostalgie. Ha vestito donne reali e immaginarie, muse e intellettuali, icone e sconosciute. Ma soprattutto ha dato voce a una moda che osa essere colta, sensibile, diversa. In tempi in cui tutto corre, il suo nome resta come un invito alla lentezza, alla profondità, alla bellezza che dura. E oggi, più che mai, il mondo della moda sembra finalmente pronto ad ascoltare quel sussurro.

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