A volte le belle cose si incontrano dove meno te lo aspetti. In una viuzza senza uscita nel quartiere Monte Sacro di Roma ci sono due garage seminterrati. In uno si entra solo se conosciuti o attesi. Scesa la rampa troviamo un enorme spazio dove lavorano una decina di persone sopra un pavimento sul quale si potrebbe anche mangiare. Tutt’altra cosa che un garage! Siamo nella sede romana della Fondazione Bulgari – le altre sono a Sarteano, in Toscana, e ad Allentown, in Pennsylvania – che ospita un’ottantina delle quasi 300 automobili tutte rigorosamente prodotte negli Stati Uniti tra gli Anni 20 e gli Anni 50 del Ventesimo Secolo e oggi sono parte di una collezione.
Cadillac, Chevrolet, Chrysler, Corvette, Ford, Checker, Oldsmobile e soprattutto Buick
(le predilette dal “signor Nicola”) tutte belle allineate una accanto all’altra come in un qualsiasi posteggio coperto, ma tutte perfettamente lavate, con pneumatici gonfi e perfettamente funzionanti (c’è una officina dedicata) come dimostra il fatto che fanno periodicamente la spola tra Roma e Sarteano. Un’attenzione particolare merita un gruppo di Cadillac V8 acquistate negli Anni Trenta dal Vaticano quando, a seguito dei Patti Lateranensi, il Papa cominciò ad uscire dalla sua residenza. Per metterlo nelle giuste condizioni di girare, la segreteria pontificia fece un rapido giro d’orizzonte tra le Case automobilistiche dell’epoca e scoprì che le Cadillac erano di gran lunga quelle economicamente più convenienti… e ne ordinarono quattro!
Tutte funzionanti, come nuove
“La filosofia di base che contraddistingue la collezione di Nicola Bulgari è quella di mantenere tutti i veicoli in perfetta efficienza e chiedono solo di essere guidati”
spiega Paolo Ciminiello, curatore della collezione. Le automobili sono progettate, costruite e vendute per essere guidate, per muoversi, per fare sentire il rumore del loro motore. Molti collezionisti spesso investono cifre importanti e dimenticano poi in un angolo le loro vetture, talvolta con le gomme a terra e il sogno finisce lì.
E poichè l’80% delle auto sono costruite prima del 1960 (la più vecchia è del 1928!) le cure e la manutenzione sono ovviamente costanti e scrupolose. Un team completo si prende cura ogni giorno della collezione anche con la collaborazione di professionisti esterni come i fratelli Keith e Chris Flickinger, fondatori di Precision Motor Car. Poco alla volta la passione di Nicola Bulgari per le automobili americane divenne un’opportunità di lavoro per molte persone, buona parte delle quali in Italia.
Una storia lunga quasi 70 anni
Tutto iniziò una settantina di anni fa, nel 1961, quando Nicola Bulgari acquistò la sua prima auto storica made in USA, una Buick – guarda caso! – del 1937 da quel momento capì che quelle automobili dovevano essere recuperate e preservate. Nasce così la collezione Bulgari, che qualche anno fa è diventata una fondazione di cui oggi è direttore Patrick Ulmann. Un’innata passione per l’automobile, ben presto declinata per la produzione americana della prima metà del secolo scorso in quanto il fenomeno motoristico e soprattutto automobilistico è protagonista del Novecento, fino a diventare icona della cosiddetta “happy car” ossia l’auto felice all’origine della collezione di Nicola, nipote dell’omonimo marchio di lusso.
L’America e l’automobile
«L’America è nata con l’automobile e l’automobile ha condizionato pesantemente e positivamente il suo sviluppo»
ci dice Nicola Bulgari. Pensiamo alle grandi avenue, alle lunghe distanze, ai centri periferici e suburbani, alle case unifamiliari, ai centri commerciali, ai drive-in… Ebbene in ognuna di queste realtà simbolo del progresso americano l’automobile è stata ed è la vera protagonista, la stella polare. Nel 1929, anno del crollo di Wall Street, cinque milioni di automobili furono costruite negli USA e solo 500.000 in tutto il resto del mondo, soprattutto negli Anni Venti, Trenta e Quaranta gli Stati Uniti rappresentavano l’avanguardia motoristica del Novecento. Oggi la Fondazione Bulgari ricorda quella storia.