La moda aveva in lei una traduttrice fedele, mai servile, una voce colta, ironica, libera. Parlare di Anna Riva, significa attraversare un’epoca, un ricordo in cui la moda era ancora racconto, visione, stile intellettuale. Il suo nome non compare solo tra le firme storiche del giornalismo italiano: è inciso nella memoria di chi considera la scrittura un gesto critico e la moda un fatto culturale. Oggi che la sua voce si è spenta, resta un vuoto che pesa come una pagina bianca. Perché con lei se ne va una generazione che sapeva leggere la moda, non solo mostrarla. Che usava la penna come una lente d’ingrandimento, e non come una bacchetta da dettare tendenze. Anna Riva non era solo una giornalista: era una maestra di sguardi.

Una carriera illuminata dalla curiosità

Classe 1935, originaria di Reggio Emilia, Anna Riva si laurea in giurisprudenza ma sceglie presto un’altra toga: quella dell’osservatrice brillante, appassionata, profondamente umana. Dopo gli inizi con Max Mara, il salto decisivo arriva nel 1962 con l’ingresso ad Arianna, testata della Mondadori. Lì, accanto all’amica e collega Anna Piaggi, firma una stagione editoriale irripetibile: visionaria, colta, leggera, anticipatrice. Non raccontava la moda, la decifrava. E la sua cifra stilistica era precisa, cesellata, raffinata. I suoi testi non seguivano mai il rumore della moda, ma il suo battito più interno. Indagava i fenomeni con lucidità, ma li restituiva con grazia: era un pensiero che danzava.

Anna Riva - Life&People Magazine

La parola come abito su misura

In ogni articolo di Anna Riva si respirava l’aria di chi conosceva il valore della scrittura sartoriale. Ogni parola era scelta, ogni metafora misurata, ogni frase costruita con un equilibrio raro tra rigore e leggerezza. Nei suoi testi, la moda non era mai un accessorio, ma un pretesto per parlare di società, estetica, cambiamento. Non inseguiva la novità per il gusto del clamore: la filtrava, la interpretava, la contestualizzava. Conosceva l’importanza del dettaglio, ma non smarriva mai l’insieme. Ed è questo che la rendeva unica: aveva uno sguardo panoramico, ma una scrittura microscopica. La sua prosa, raffinata e ironica, riusciva a essere immediatamente riconoscibile senza mai cedere alla vanità. Chi scriveva accanto a lei sapeva che Anna portava in redazione non solo competenza e stile, ma quel tipo di intelligenza emotiva che oggi si fa fatica a trovare.

Collage moments Anna riva - life&people magazine

Direzione, visione, eredità

Nel 1980 diventa direttrice di Mondo Uomo, testata fondata da Flavio Lucchini per sfidare L’Uomo Vogue. Anche lì porta la sua visione a fuoco: raccontare l’eleganza maschile con uno sguardo diverso, mai banale, mai stereotipato. Non costruisce icone, le demistifica con eleganza. Fa ciò che solo i grandi sanno fare: non impone uno stile, suggerisce un modo di pensare.

Mondo Uomo 1981- life&People magazine In quegli anni scrive anche per Linea Italiana, Annabella, Max e numerose altre riviste. Le sue collaborazioni non sono mai semplici articoli, ma tracce culturali. In ogni pubblicazione si avverte la sua impronta: l’arte di saper stare dentro alla moda senza esserne prigioniera, di osservarla con occhi lucidi, affettuosi e insieme critici.

Una donna colta, gentile, radicale

Chi ha conosciuto Anna Riva la descrive come una presenza luminosa, profumata, sempre ironica. Indossava cappelli stravaganti con una naturalezza che era tutt’uno con il suo modo di scrivere: mai convenzionale, sempre personale. Era colta, ma mai pedante. Spiritosa, ma mai frivola. Sofisticata, ma sempre accessibile. Aveva la grazia delle grandi dame e la precisione delle grandi professioniste.

Anna Riva - Life&people magazineI suoi testi erano come i suoi outfit: sorprendenti e calibrati. Nessun eccesso, solo l’equilibrio di chi sa che la moda è anche misura, oltre che invenzione. Amava raccontare i creativi, ma senza idolatrarli; descriveva i look senza farsi abbagliare. La sua distanza era quella giusta: quella del pensiero.

E ora?

Chi ci insegnerà a vedere davvero la moda? Chi saprà ricordarci che dietro ogni abito c’è una cultura da esplorare, una società da leggere, un tempo da interrogare? In un’epoca fatta di contenuti rapidi e titoli veloci, l’assenza di Anna Riva pesa come un silenzio necessario. Eppure, la sua lezione resta: una scrittura che non rincorre, ma crea senso. Un pensiero che non si impone, ma illumina.

 life&people magazineAnna Riva ha insegnato che la moda non è solo immagine, ma linguaggio. Che le parole sono un abito, e che scrivere bene è, forse, il più alto gesto di eleganza. Non basterà una rubrica, una mostra, una dedica per celebrarla. Ma ogni volta che sceglieremo la parola giusta, ogni volta che guarderemo un vestito con occhi più profondi, lei sarà lì. Arrivederci, Anna… Che tu possa continuare a raccontare la bellezza, da dove ora la vedi ancora meglio.

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