Ci sono città che sembrano nate per le contaminazioni moda. Ho Chi Minh City è esattamente una di quelle: caotica e magnetica, moderna eppure sospesa tra epoche dove spiccano le influenze italiane nella moda vietnamita. In questa vibrazione impercettibile, si muovono alcuni brand vietnamiti, capaci di tradurre in tessuto e forma un’estetica in continuo mutamento. E tra le innumerevoli ispirazioni, ce n’è una che ricorre con eleganza silenziosa: quella della moda italiana. Non solo come stile, ma come linguaggio profondo, fatto di cura sartoriale, equilibrio visivo, e di un istinto innato per la bellezza funzionale. Il dialogo tra moda italiana e brand vietnamiti non è solo un riferimento: è una risonanza che prende corpo nelle collezioni di una intera generazione di designer che respirano l’eleganza italiana e la restituiscono in chiave contemporanea, tropicale, loro.
Quando l’ao dai si tinge d’Italia: il progetto “Culture of Love”
Un esempio di questa risonanza si manifesta nel progetto “Ao Dai Heritage – Culture of Love”, nato dall’incontro tra sensibilità italiana e tradizione vietnamita. Curato da Maria Elena Di Terlizzi, designer italiana con lunga esperienza nel design e nella cultura tessile, il progetto ha unito l’arte sartoriale dei due Paesi per reinventare il simbolo per eccellenza dell’eleganza femminile vietnamita: l’ao dai.
Con il supporto del Golden Heritage Group, l’Ambasciata d’Italia ad Hanoi, la Camera di Commercio Italiana in Vietnam e altre istituzioni, la collezione ha dato vita a sessanta abiti che celebrano la femminilità in tutte le sue declinazioni: dall’abito cerimoniale a quello da lavoro, per passare al capo quotidiano. L’ao dai, in quest’ottica, non perde la propria identità, si arricchisce bensì di nuovi codici stilistici italiani: linee fluide, proporzioni equilibrate, dettagli minimal che richiamano il rigore e l’eleganza della scuola sartoriale italiana.
Turri: l’estetica italiana nel lifestyle vietnamita
Il dialogo tra estetiche va ben oltre il guardaroba. Anche il design d’interni gioca un ruolo chiave nel rafforzare la percezione del gusto italiano in Vietnam. Ne è esempio Turri, storico brand del made in Italy nel settore arredamento, che ha inaugurato il proprio showroom a Ho Chi Minh City grazie alla partnership con Rita Vo Group. Uno dei progetti più significativi è il Penthouse Turri, un’esperienza immersiva dove il design italiano diventa manifesto.
Le linee sofisticate, l’uso di materiali ricercati, la palette di colori ispirata al Mediterraneo vanno a costruire un’estetica complessiva che ha una eco anche nella moda locale. E, non a caso, alcuni giovani designer dichiarano apertamente che l’ambiente e il gusto italiano influenzano il loro modo di creare: la moda, come l’interior design, parla di ambienti da abitare, e l’eleganza italiana ha sempre avuto una certa capacità nel rendere l’abitabile bello.
Brand vietnamiti dall’animo italiano
Al di là delle collaborazioni ufficiali, l’influenza della moda italiana si fa sentire nelle collezioni di alcuni dei più noti brand vietnamiti contemporanei. Tra questi, nomi come Moi Dien, Lam Gia Khang, Nosbyn e Subtle Studios spiccano in assoluto. Giovani, attenti all’identità e alla sostenibilità, questi designer prediligono linee pulite, costruzioni sartoriali e una disciplina visiva che richiama l’estetica milanese.
Lam Gia Khang, in particolare, spicca per l’eleganza essenziale delle sue collezioni: tagli sobri, tessuti pregiati, palette neutre, il tutto ispirato a un’idea di femminilità sofisticata e ferma nel tempo. La sua moda sembra fatta per durare, come vuole la tradizione sartoriale italiana. Anche Moi Dien, brand creato da Dung Le, mescola elementi street e avanguardia con una visione stilistica più strutturata, dove l’eco dell’eleganza italiana si fa spazio tra i dettagli: maniche teatrali ma bilanciate, drappeggi, proporzioni che sembrano sempre sotto controllo. I suoi abiti potrebbero sfilare a Roma o a Milano e mantenere tutta l’essenza vietnamita.
Italia–Vietnam: una linea continua
Questione di stile, ma non solo: l’influenza italiana nella moda vietnamita si manifesta anche nella cultura del “saper fare”. La formazione di molti stilisti vietnamiti si arricchisce anche di esperienze in Italia, workshop internazionali, residenze artistiche e incontri diretti con gli artigiani italiani. L’Italia, in questo scenario, è come una guida silenziosa: non impone, anzi, ispira. Come un filo sottile che attraversa tessuti e visioni, lascia una leggera traccia, dando spazio all’interpretazione personale.
Il futuro della moda è contaminazione
Dentro al cuore pulsante di Ho Chi Minh City, le passerelle diventano sempre più intime, le boutique un po’ più narrative, i brand più audaci. E in questo paesaggio in costante trasformazione, il legame con l’Italia si rafforza come un linguaggio estetico da reinventare, perché, in fin dei conti, la moda è anche questo: un codice condiviso che consente ai popoli di riconoscersi al di là differenze. E quando un ao dai incontra face to face una linea italiana, non nasce solo un abito: nasce un’intera storia.