Se M fosse la variabile di un’equazione sul tema Fashion Week, avrebbe certamente due soluzioni. Oggi, infatti, parlare di moda richiama subito alla mente il nome della capitale italiana dell’haute couture, ovvero Milano. Ma è sempre stato così oppure la città meneghina ha ottenuto successivamente il ruolo di regina indiscussa della moda Made in Italy? Per trovare una risposta bisogna spostare indietro le lancette del tempo fino al 1935. Inizia in quell’anno un capitolo di storia che porterà Milano a diventare capitale della moda Italiana.
Una storia che comincia, però, a Torino. È nel capoluogo piemontese che nasce, in quel periodo, l’ente nazionale della moda italiana con l’obiettivo di promuovere quest’ultima a livello internazionale. Infatti, allora, solo Salvatore Ferragamo, era noto all’estero, in quanto creatore di scarpe per Rodolfo Valentino.
A Firenze la prima iniziativa dopo la settimana della moda di New York
Così, quando, durante la Seconda Guerra Mondiale, il governo americano organizza la prima Press Week of New York, destinata a diventare la prima Settimana della Moda della Grande Mela, in Italia qualcuno rimane affascinato dall’evento a tal punto da volerlo replicare. Il suo nome è Giovanni Battista Giorgini, colui che il 12 febbraio 1951, trasforma la propria dimora in una grande passerella di moda Italiana: non siamo ancora a Milano, ma a Firenze.
È qui che nasce a la First Italian High Fashion Show che, sul modello della Press Week organizzata da Eleanor Lambert negli Stati Uniti, include una serie di eventi collaterali. Tra i più importanti, spicca una sfilata organizzata dal Marchese fiorentino Emilio Pucci presso il suo omonimo palazzo durante la quale invita possibili acquirenti della collezione. Dopo due anni, nel 1953, la manifestazione raggiunge già un enorme successo, tale da rendere necessaria una regia ed un cambio location. Viene, così, allestita la prima passerella a T, lunga 30 metri, ricoperta di moquette color champagne, all’interno della Sala Bianca di Palazzo Pitti.
Negli anni ’70 Milano si afferma capitale della moda
Firenze non riesce a reggere il peso di una simile crescita dell’evento portando gli addetti ai lavori a guardare altrove. Il primo a credere nel potenziale di Milano è Walter Albini, stilista italiano considerato il padre della moda prêt-à-porter. Nel 1972 decide di presentare le proprie creazioni per diverse maison nella città meneghina aprendo la strada alla nascita alla moda Made in Italy. Se Roma si era specializzata nell’haute couture, Firenze era la patria di boutique e laboratori artigianali, e, Milano diventa a partire dagli anni ’70, sede per eccellenza della produzione industriale.
È nel capoluogo lombardo che giacche e camicie iniziano ad essere confezionate segnando il passaggio dalla sartoria artigianale all’industrializzazione del settore tessile. A giocare un ruolo fondamentale nell’affermazione di Milano quale capitale della moda italiana è il boom economico che induce i principali editori, – quali Rusconi e Mondadori –, a sceglierla come propria sede. Lo stretto legame che si crea tra note riviste e la moda contribuisce, così, a rendere lo stile italiano un marchio distintivo.
Una identità diversa dalle altre capitali della moda
Dunque, in quel periodo, Milano diventa la capitale della moda, ma acquisisce una propria identità che consente di distinguerla da Londra, Parigi e New York. Quella che sfila nella città meneghina è una moda che si oppone, infatti, alla ridondanza dello stile parigino proponendo capi originali come la giacca destrutturata di Giorgio Armani.
Quest’ultimo, insieme a Gianfranco Ferrè e Gianni Versace è considerato il vertice della triade di stilisti, soprannominati “le tre G”, a cui si riconosce il merito di aver consacrato Milano come grande città della moda italiana.
La prima Milano Fashion Week della storia
È il 1975 quando, da Firenze, la sede della Fashion Week viene spostata nel capoluogo lombardo. La prima Settimana della Moda a Milano entra a far parte, così, della storia e un anno dopo tutti gli stilisti italiani, ad eccezione di Valentino che opta per Parigi, la scelgono per presentare le proprie creazioni.
Una città che ha saputo trasformare la creatività in business guardando oltre, tanto da ‘vestirsi’ di abiti primaverili ed estivi, – a settembre e ottobre -, e sfoggiare collezioni autunnali e invernali, – a febbraio e marzo -. Sempre un passo avanti nell’anticipare tendenze, sfidando i limiti imposti da una stagionalità tradizionale, Milano, non semplicemente per una settimana, bensì tutto l’anno, è la più grande passerella a cielo aperto d’Italia.