Ralph Fiennes è uno di quegli attori che hanno segnato profondamente la storia del cinema; un attore dall’incommensurabile e versatilissimo talento fosse votato esclusivamente al risultato da raggiungere durante la performance artistica. Tutto il resto – fama, ricchezza, premi – sono piacevoli conseguenze della sua abnegazione, nulla di più. Chiunque, come chi scrive, abbia visto Schindler’s List con la sua interpretazione del comandante nazista Amon Göth in età adolescenziale o giù di lì, avrà provato, probabilmente per la prima volta, la sensazione di fare esperienza dell’orrore che quel personaggio rappresentava, più che assistere alla sua rappresentazione filmica. Sì, chi da piccolo fu portato al cinema a una delle proiezioni del film di Spielberg del 1994 organizzate dalla propria scuola, oggi è senz’altro un adulto che si sente grato a Ralph Fiennes per il trauma infantile che gli ha causato.

Il suo nome non risuona nell’aria come quelli di un Robert De Niro,

di un Al Pacino o di un Joe Pesci, la il peso specifico è lo stesso, così come la scuola e l’approccio al “mestiere”, ma ciò non sembra essere frutto di un meccanismo dovuto alle insondabili traiettorie del successo, bensì l’effetto di una sua autentica e profonda volontà. La riservatezza e la distanza che l’uomo pone tra sé e la celebrità non più il frutto della natura dell’uomo che anima le mille maschere che di volta in volta indossa al cinema o a teatro. La sua cultura e, forse, il sangue nobile che scorre nelle sue vene – Fiennes è un discendente della famiglia reale britannica – lo hanno forgiato per diventare un attore al servizio dell’arte e non una star da lustrini e glamour.

Che interpreti Il Conte Almásy ne Il paziente inglese o Lord Voldemort nella saga di Harry Potter,

ciò che arriva dallo schermo allo spettatore è un condensato di carisma ed eleganza irresistibile. Ma ciò che maggiorante colpisce, pensando alla figura di Fiennes, è la sua capacità di calarsi nei ruoli più diversi conservando una credibilità e una potenza che sono riscontrabili solo in una schiera di attori molto ristretta, quella dell’Olimpo, per intenderci.

Ralph Fiennes migliore attore anno - Life&People Magazine

E quando ormai, ipnotizzato dal suo sguardo penetrante e austero, ne hai cristallizzato l’immagine come quella del “villain” perfetto, eccolo calarsi nei panni di Monsieur Gustave H. in quel capolavoro corale di Wes Anderson che è Grand Budapest Hotel. Un ruolo comico per un attore principalmente drammatico non è cosa inusuale, lo abbiamo visto con De Niro senza poterci dire sempre entusiasti. Ciò che ti lasciava esterrefatto in quella prova di Fiennes, era il fatto che avevi ancora negli occhi il portamento glaciale e inesorabile di Gareth Mallory in Skyfall mentre ti piegavi in due dalle risate assistendo alla performance dello stesso attore.

Nessuno si stupisce, dunque, quando all’attore, regista e produttore britannico viene assegnato un riconoscimento.

Che si tratti delle due nomination agli Oscar, del premio BAFTA o delle numerose nomination ai Golden Globe, agli Screen Actors Guild Awards o ai Tony Awards per le sue interpretazioni teatrali. E anche quando è stato decorato Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 2011 per i suoi servizi al teatro e al cinema, il pubblico e i media hanno accolto la notizia con enfasi, non certo con meraviglia. L’ultimo premio ricevuto da Ralph Fiennes, in ordine di tempo, non fa eccezione, ma questa volta a drizzare le orecchie è il nostro paese, perché si tratta del prestigioso Los Angeles, Italia – Film, Fashion and Art Festival 2025.

La cerimonia di premiazione, al TLC Chinese Theatre di Hollywood,

è culminata con il riconoscimento di Miglior Attore dell’Anno per l’interpretazione di Fiennes nel filmConclave.  Girato a Cinecittà e diretto da Edward Berger, il film storico è incentrato sul conclave che nel 1458 portò all’elezione di Papa Pio II ed ha guadagnato ben otto nomination agli Oscar. In Conclave, l’artista esprime al meglio della sua cifra stilistica, tornando a una recitazione misurata, profonda e raffinata che si gioca su silenzi e sguardi, conferendo al suo Cardinale Lomeli un’aura di nobiltà e tragedia tessuta con maestria.

Ralph Fiennes attore - Life&People MagazineConsiglio per il lettore: laddove ve lo foste perso, vi consigliamo di ripescare The Return, del 2024, diretto da Umberto Pasolini con uno strepitoso Fiennes che, affiancato da Juliette Binoche, veste i panni di Ulisse in un adattamento moderno dell’Odissea. Il film, che non ha ricevuto la visibilità meritata, offre una nuova, sorprendente trasformazione del grande attore che esprime qui la sua profonda esperienza teatrale e regala momenti di suggestione shakespeariana indimenticabili.

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