Libera, autentica, indisciplinata, ribelle. Alice Ernestine Prin, alias Kiki de Montparnasse, era una giovane contadina originaria della Borgnona, nata nel 1901 a Châtillon-sur-Seine, che si trasferì a Parigi a 12 anni divenendo la musa ispiratrice degli artisti negli anni ’20 e una delle figure emblematiche di quelli che erano definiti “Les Années Folles”. Perché la biografia Kiki de Montparnasse continua ancora oggi a ispirare generazioni?  

La sua anima rivoltosa la spinse a posare nuda mostrando un corpo dalle morbide curve senza alcuna inibizione,

dinanzi allo sguardo ammaliato e rapito dei pittori di una sfavillante Parigi dell’epoca, contribuendo a dare vita a opere d’arte tra le più sensuali al mondo. Come Le Violon d’Ingres realizzata dal creativo americano Man Ray (con cui ebbe una relazione amorosa) e pubblicata per la prima volta nel 1924 nella rivista Littérature di André Breton, poeta e critico del Surrealismo. Un’immagine – pare da lei poco apprezzata – in cui veniva ritratta con la schiena nuda e due effe incise in bella mostra, venne battuta all’asta da Christie’s per 12,4 milioni di dollari nel 2022. 

Kiki de Montparnasse e la sua esistenza da bohémien 

Prima di essere incoronata “Regina di Montparnasse”, Alice ha vissuto un’infanzia infelice. Figlia illegittima, disconosciuta dal padre, cresce con i nonni nella campagna della Borgnona, regione della Francia centro-orientale. Raggiunse la madre a Parigi, nel 1913, all’età di 12 anni; qui iniziò a frequentare la scuola municipale di rue de Vaugirard, all’angolo di rue Dulac, nel 15° arrondissement, non riuscì però a ultimare gli studi. Cominciò così a svolgere una serie di lavoretti umili per racimolare qualche soldo per la sopravvivenza, ma finì presto per andare via di casa.

biografia Kiki de MontparnasseDecise di posare per la prima volta come modella senza veli, inaugurando una carriera costellata da un successo che la portò a essere la protagonista della scena artistica del quartiere di Montparnasse – periodo in cui traslocò la Parigi della bohème -, centro culturale della città, cuore dell’avanguardia e luogo dove i giovani artisti internazionali, pittori, scultori e poeti, trovavano la loro fonte di ispirazione. Molti scrittori, artisti, personalità rivoluzionarie fiorirono sulla Rive Gauche bohémien; perfino Hemingway si rifugiò lì per scappare dall’America del proibizionismo.

Eccessi, incontri, intese

Alice si ritrovò perfettamente nell’effervescente clima di euforia intellettuale della ville lumière, ricettacolo di artisti e illuminati, ammaliata dal fascino dei caffè, i cabaret (dove ballava il cancan senza lingerie), in compagnia di Modigliani, Soutine, Utrillo, Kisling, Foujita. Era proprio lei quel filo conduttore che li univa. Da allora Alice, visionaria spregiudicata, sensuale, attraente, divenne nota con l’appellativo di Kiki, la reine de Montparnasse.

Kiki de Montparnasse - Life&People MagazineCantava nei ritrovi alla moda, danzava, dipingeva (anche se mediocremente) ed era un’amante perfetta; la sua vita rocambolesca, tra incontri proibiti, avventure folli ed eccessi vari, affascinava chiunque. Racimolava denaro e conquistava l’altro sesso con il suo esibizionismo audace e privo di alcun ritegno. A tratti frivola e superficiale, mostrava i seni fintamente imbottiti per quattro soldi, si alzava la gonna per esibire con spavalderia cosce e sedere e si divertiva a dipingersi le sopracciglia utilizzando i fiammiferi usati.  

L’indegna autobiografia di Kiki

Nel 1929 Kiki scrisse un’autobiografia in cui narra la sua storia e una vita vissuta al massimo. I capitoli, le pagine, raccontavano con minuziosa analisi i particolari della sua esistenza; e alcuni estratti vengono pubblicati sulla rivista Paris Montparnasse diretta dal giornalista Henri Broca, suo nuovo amante.

biografia Kiki de MontparnasseLa prefazione era di Hemingway, che definì Kiki “un monumento: dominò l’epoca di Montparnasse più di quanto la Regina Vittoria non abbia dominato l’epoca vittoriana. Se siete stanchi dei libri scritti dalle signore scrittrici d’oggigiorno, eccovi un libro scritto da una donna che non fu mai una signora. Per circa dieci anni, come spesso capita, Kiki fu lì lì per essere una regina, ma questo naturalmente è molto diverso dall’essere una signora”. Il libro, considerato ai tempi scandaloso, venne censurato negli Stati Uniti.

Quella vita esagerata…

Un viso dai tratti marcati, le labbra a forma di cuore, il taglio di capelli à la garçonne, il corpo sinuoso, una bellezza non convenzionale, Kiki raggiunse una popolarità quasi forse inaspettata. Un successo sperato e cercato ad ogni costo, vissuto con quel pizzico di geniale superficialità che seduceva.  Con l’avvento degli anni Trenta, la seconda guerra mondiale dopo, il mito di Kiki declinò. Per fuggire alla Gestapo dopo aver diffuso manifesti anti nazisti, si ritirò in Borgogna. Quando rientrò a Parigi si diede alla dipendenza da alcol e droga. Morì nella primavera del ’53, trovata priva di vita dinanzi al suo appartamento. Proprio lì, in quell’incantevole ritrovo di menti eccelsi con la mania di vivere da liberi vagabondi, la sua Montparnasse, dove era ammirata, desiderata, e giudicata, anche da chi l’amava. Perché Kiki era l’emblema totale dell’esagerazione.

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