Chi l’avrebbe mai detto che anche il mondo asettico dell’esplorazione spaziale sarebbe un giorno diventato cool? L’anno prossimo, a settembre, la navicella Orion partirà alla volta della luna con un equipaggiamento speciale: stiamo parlando della storica missione Artemis III, annunciata a 54 anni dall’ultima spedizione sul satellite, quella dell’Apollo 17. Stavolta, i tre coraggiosi astronauti non si limiteranno ad indossare il classico equipaggiamento NASA, progettato in qualche oscuro laboratorio polveroso di Cape Canaveral, bensì le nuovissime tute spaziali Prada Axiom Extravehicular Mobility Unit. Veri e propri prodigi sartoriali firmati Prada su commissione di Axiom (la stessa azienda statunitense che ha creato la prima stazione commerciale spaziale e che ora progetta di riportare l’uomo sulla Luna).
Prada non ha pensato solo al design, ma ha sviluppato anche i materiali:
«Questa partnership ci offre l’opportunità di sperimentare ad altissimi livelli e la possibilità di approfondire e ampliare le nostre conoscenze in materia di ricerca e sviluppo su nuovi materiali e tecnologie»
ha dichiarato Lorenzo Bertelli, il figlio maggiore di Miuccia e Patrizio, subentrato in azienda nel 2017 come direttore marketing. È stato lui il principale motore della inaspettata collaborazione con la Nasa, inaugurata nel 2020, alla quale ha lavorato con un gruppo di dieci persone, costantemente in viaggio tra Milano e Houston. Fondamentale per la riuscita del progetto è stata l’esperienza decennale di Prada nella produzione di abbigliamento tecnico per il team di velisti di Luna Rossa.
La collaborazione annunciata a Milano, durante il Congresso Astronautico Internazionale,
le tute spaziali sono già esposte in Galleria Vittorio Emanuele, attirando l’attenzione di turisti ciondolanti e milanesi di fretta. Bianche, con toppe grigie sulle ginocchia, gomiti e giunture dei pantaloni; ampie, così da agevolare i movimenti degli astronauti, con le cuciture a prova di polvere spaziale (nel 1969 gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin, che furono i primi uomini a mettere piede sulla Luna, raccontarono della fastidiosa tendenza della polvere lunare – che si chiama “regolite” – a infilarsi nelle pieghe delle loro tute).
La tuta è progettata in continuità con uno zaino rigido (che contiene un sistema di sopravvivenza capace di garantire agli astronauti un’autonomia di otto ore lontani dalla base), un casco sferico con visiera opaca, guanti fatti su misura e stivali capaci di far presa su terreni accidentati e irregolari, nonché di resistere alle taglienti rocce lunari. Il modello è unisex, adattato al corpo di ciascun astronauta. Pesa 90 chili, percepiti come 15 sulla Luna. Nei prototipi presentati alla stampa si vedono le inconfondibili strisce rosse simbolo di Prada: sulle maniche, in vita e sullo zaino (del tutto assente, tuttavia, la dicitura “Prada”).
La tuta è costruita in un materiale capace di proteggere gli astronauti dalle escursioni termiche dell’atmosfera spaziale,
un ambiente ostile in cui si passa repentinamente da dei glaciali -200 gradi all’ombra, a temperature che superano i 100 gradi e oltre. Le nuove tute permetteranno agli astronauti di raggiungere alti livelli di “flessibilità, mobilità e sicurezza” nei movimenti, marcando una differenza significativa rispetto ai modelli precedenti. Prada e Axiom sono ancora al lavoro per finalizzare gli ultimi dettagli delle tute, che saranno pronte per l’utilizzo l’anno prossimo e testate in ambienti che simulano quello lunare.
«è una celebrazione della creatività e dell’innovazione nel progresso della civiltà», ha detto Lorenzo Bertelli, aggiungendo alla Cnn che «presto andare sulla Luna diventerà più economico, e sarà qualcosa che molta gente si potrà permettere di fare. Perciò penso che questo sia solo l’inzio di una nuova era».