La già fittissima produzione documentaristica beatlesiana si è appena arricchita di un nuovo episodio: si tratta di One to One: John & Yoko, diretto da Kevin McDonald e Sam Rice Edwards. Prodotto, tra gli altri, anche da Brad Pitt, il documentario con protagonisti John Lennon e Yoko Ono è stato presentato fuori concorso alla 81esima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Il progetto (già in odore di candidatura agli Oscar, secondo molti esperti) è senza dubbio tra i più attesi nella relativa categoria di appartenenza, pronto a stupire per l’ennesima volta seguaci incalliti e semplici curiosi da tutto il mondo con nuovissimi dettagli e momenti intimi estratti dalla vita della star couple più famosa del ‘900.
Un legame viscerale, brutalmente spezzato da Mark David Chapman quella maledetta sera dell’8 dicembre 1980 sotto il Dakota Building di New York, nido d’amore della coppia durante gli ultimi anni di vita di John. L’assassinio, consumatosi attraverso 4 colpi da arma da fuoco, è avvenuto quando il frutto della loro unione, Sean, aveva solamente cinque anni. Un evento tragico e barbaro, ingiusto e insensato, talmente doloroso da dover essere ancora esorcizzato attraverso ricordi, immagini di repertorio, momenti felici e soprattutto belle canzoni: quelle che Lennon avrebbe potuto continuare a regalarci per tanti anni ancora.
“One to One” è una finestra sulla quotidianità di un amore,
in un particolare momento storico in cui i due si apprestavano a trasferirsi da Londra alla volta degli Stati Uniti, nel 1972. A quell’anno risale il famoso One to One concert, racconto centrale all’interno del nuovissimo documentario su John Lennon e Yoko Ono. Una esibizione di beneficenza per la pace nel mondo, contro la guerra in Vietnam, con ospiti illustri tra i quali figurava altresì Stevie Wonder. L’ultima esibizione integrale di John, ripresa in 16mm, remixata e riproposta finalmente in alta definizione.
La cultura giovanile degli anni 70′, tra i movimenti più affascinanti di ogni epoca, pregno di iniziative e nobili propositi, ma anche caratterizzato da un look intrigante, inimitabile, quello stesso immaginario che ancora oggi spinge le persone nei negozietti vintage in ogni angolo della terra. Il concerto sembra quasi una mini-Woodstock, per lo spirito e gli ideali sbandierati ad ogni piè sospinto dai suoi protagonisti. Una immersione totale nella musica, da ammirare con nostalgia per l’osservatore moderno, ormai tristemente abituato ai concerti in playback/autotune, vissuti per lo più attraverso la fotocamera del proprio cellulare, pieni di slogan ma scevri di reali contenuti.
Le battaglie non-violente
eppure combattute con grandissima forza d’animo: era la forza del loro amore a sostenerle, scoppiato nel 1966 e proseguito per tutta la vita, tra molti alti e pochissimi bassi, talmente dirompente da infastidire persino il presidente Nixon e l’FBI, che in quegli anni teneva sempre aperto sul tavolo un fascicolo dedicato al cantante. Un legame basato sulla passione ma anche sull’ironia e la spensieratezza: tutti tratti che ritroviamo fedelmente rappresentati in questo nuovo lavoro, che si propone come l’ennesima chiave utile ad aprire le porte di una relazione in cui ogni dialogo, ogni gesto ed ogni iniziativa sembra fatta apposta per finire in un film.
Filmati amatoriali, registrazioni, addirittura stralci di telefonate: One to One, il documentario su John Lennon e Yoko Ono, “è il primo che capisce veramente mia madre“, secondo Sean Lennon. Di incomprensioni e fraintendimenti intorno alla relazione ce ne sono stati moltissimi, soprattutto da parte dei fan della prima ora dei Beatles, convinti che questa sia stata la causa dello scioglimento dei Fab Four. Non esattamente il modo ideale di passare alla storia, eppure, come si evince nel passaggio più significativo di tutto il lungometraggio, alla domanda “Come vorreste essere ricordati?“, John e Yoko hanno risposto semplicemente: “Come due innamorati!“. Forse, finalmente, a osservarli per l’ennesima volta così uniti, nessuno avrà più ad avere dubbi sulla sincerità del loro amore.