Il Museo della Moda e del Costume di Firenze riapre i battenti, dopo quattro anni di chiusura, lo fa con un percorso completamente rinnovato, secoli di storia della moda in esposizione nel suggestivo Palazzo Pitti dal Settecento fino alla moda contemporanea.
Dialogo tra moda ed arte
Uno degli elementi che risalta maggiormente all’occhio di questo nuovo allestimento è il dialogo, – fortemente voluto dal Direttore Simone Verde e dalla curatrice Vanessa Gavioli –, tra gli abiti, gli accessori e l’arte, con capillare attenzione alla connessione con la pittura. Particolare risalto è dato all’inclusione di opere d’arte provenienti dalla collezione della Galleria degli Uffizi, che guidano il visitatore attraverso un’esperienza visiva unica nel suo genere. Un confronto diretto tra i capi esposti, i ritratti e i dipinti permette di comprendere la moda anche attraverso le rappresentazioni di maestri come Carle Vanloo, Laurent Pecheux, Jean-Sébastien Rouillard, Tito Conti, Giovanni Boldini, Edoardo Gelli, Vittorio Corcos, Massimo Campigli, Giulio Turcato, Corrado Cagli e Alberto Burri.
I dettagli del percorso: abiti che raccontano storie
Il percorso espositivo esprime lusso e l’eleganza del Settecento, presentando capi come le andrienne e la robe à la polonaise, accompagnati da preziosi accessori e opere d’arte dell’epoca. Spiccano, in particolar modo, le creazioni di Charles Frederick Worth, considerato l’inventore dell’haute couture, e Jacques Doucet, con capi di pregio, raffinatezza ed estremo dettaglio.
Non mancano gli abiti settecenteschi di manifattura italiana, assieme ad un vaso della Manifattura di Meissen (circa 1720) e al ritratto di Maria Luisa di Borbone, futura Regina di Spagna, dipinto da Laurent Pecheux nel 1765. I cambiamenti sociali e culturali dell’Ottocento rappresentano la seconda tappa di un percorso incredibile. Protagonista assoluto l’abito da sposa in raso di seta d’avorio di Worth e il dipinto “Signora in bianco” di Giovanni Boldini, accompagnato da un abito da sera di Catherine Donovan, pezzo unico che simboleggia tutta la raffinatezza di un periodo storico in cui la moda si diversifica; capi che raccontano la storia di un secolo.
Altro capo notevole in esposizione, il cui significato storico muta nel corso dell’esperienza,
è la veste da casa di Jacques Doucet, realizzata per Franca Florio ed esposta accanto a una scultura di Enrico Minerbi. Non si tratta di una veste qualunque, ma di un’opera d’arte che incarna lusso ed eleganza della Belle Époque, descritta storicamente come una delle epoche più affascinanti della storia della moda. È un capo che non solo storicamente rappresenta Franca Florio, icona di stile e musa di poeti e artisti, ma che trasporta chiunque lo ammiri nella Belle Époque, in tutto il suo splendore.
Non si poteva ignorare la bellezza sgargiante del Novecento. La seconda metà del secolo vede un cambiamento radicale, gli artisti dell’epoca non sono solo artisti, ma vivono a contatto con le influenze che cambiano radicalmente il loro stile. Tra i pezzi esposti, spiccano le creazioni di Alberto Burri, Federico Forquet e Valentino, che riflettono la creatività appassionata ed innovativa di quegli anni. Abiti e accessori non sono più solo oggetti da indossare, ma opere d’arte di un’epoca che ha dato luce a capi di importanza storica.
L’evoluzione della moda italiana
Il museo non si limita a celebrare la moda internazionale, ma dedica ampio spazio alla manifattura italiana, evidenziando l’importanza del nostro Paese nel panorama della moda mondiale. Gli abiti esposti testimoniano la maestria e l’innovazione degli artigiani italiani, non solo per quanto concerne la moda “tradizionale” del Settecento e dell’Ottocento, ma esaltando le qualità degli artisti in un periodo storico di cambiamenti radicali.
L’Italia ha sempre giocato un ruolo fondamentale, grazie alla sua tradizione sartoriale e alla capacità di innovare. Gli abiti esposti al Museo della Moda e del Costume riflettono questa lunga e prestigiosa tradizione, mostrando come gli stilisti italiani abbiano saputo interpretare e, molto spesso, anticipare le tendenze mondiali.