Ogni anno, il mese di Giugno diventa sempre più sinonimo di pride. Una conquista importante e significativa, sosterrebbero i più: basti pensare a come si presentava la situazione appena 10 anni fa, quando vessazioni e discriminazioni, sottili ma anche plateali, erano ancora il pane quotidiano servito all’interno di qualsivoglia contesto sociale. Quando l’opinione pubblica era ancora riluttante ad accettare la diversità, spaventata dal doversi misurare con essa. Ma, i più cinici saranno d’accordo, forse ogni conquista comporta inevitabilmente un prezzo più o meno esoso da pagare: al giorno d’oggi infatti il mese del pride è anche sinonimo di polemiche, rimproveri e contraddizioni.

Dunque che significa partecipare alla Pride Parade nel 2024?

Il pride è orgoglio, e l’orgoglio è libertà: la libertà di esprimere sé stessi senza timore, senza dover per forza subire il giudizio altrui. L’emancipazione dagli odiosi dettami della nostra società, ai quali fino a poco tempo fa bisognava aderire affettatamente, fingendosi tutti ingranaggi di uno stesso meccanismo progettato dall’alto, appartenenti agli schemi di un mondo finto e bigotto. Un allestimento sfarzoso che celebra i diritti e sancisce l’esistenza del mondo queer, festeggiato in più paesi così come anche in Italia, dove da Nord a Sud sono già state organizzate parate trionfali in più di 50 città, con buona pace degli abitanti più bacchettoni.

Pride Parade | Life&People Magazine

Oggi però lo scetticismo arriva anche dall’interno

e non verte certo sulle consuete, note obiezioni contestate alle varie Pride Parade dai soliti bigotti: troppo esibizionismo, troppa nudità, cattivo esempio per i bambini; da qualche anno il pride month trascina con sé una fastidiosa campagna di marketing da parte delle aziende più importanti del pianeta, che si affrettano ad aggiornare le proprie immagini social azzeccandoci sopra una bella bandiera arcobaleno (ovviamente, solo nei paesi occidentali e progressisti). La suddetta bandiera viene issata anche sui prodotti, spennellata un po’ su tutte le campagne pubblicitarie, in un penoso tentativo di carpire un delicatissimo tema sociale riducendolo a mero strumento di marketing.

Pride Parade | Life&People MagazineStiamo parlando del cosiddetto Rainbow Washing: prendere una azienda e passarla in uova, pangrattato e salsa arcobaleno per un mese ogni anno. Il Rainbow Washing fornisce un falso supporto alle comunità pride, ingannando i consumatori e svilendo le battaglie che questa coraggiosamente combatte da decenni. Un meccanismo che nasce da lontano, precisamente negli anni ’80 e ’90, periodo in cui le persone LGBTQ+ cominciarono a vivere apertamente e con orgoglio sfidando la diffidenza generale. Da qui, le agenzie di marketing hanno sin da subito individuato nella fiorente comunità LGBTQ+ un potenziale mercato emergente, l’ennesima vacca grassa da spremere fino all’ultima goccia di latte. Un meccanismo estremamente capitalista, concetti dai quali la stessa comunità queer si è da sempre distaccata.

Era una calda notte di giugno,

quando nel 1969 a New York accadde qualcosa di tristemente tipico per l’epoca, ma rivoluzionario per gli anni a venire: la polizia fece irruzione in un famoso gay-bar del Greenwhich Village con il triste intento di seviziare chiunque capitasse a tiro, ma i suoi avventori stavolta finalmente reagirono. A questa rivolta seguitarono diversi giorni di scaramucce tra polizie e persone gay, lesbiche e transgender, ormai sature delle continue angherie subite. La rivolta di Stonewall è universalmente riconosciuta come la ricorrenza che ha dato i natali al pride per come lo intendiamo oggi, per come lo si vuole continuare a celebrare.

Pride Parade | Life&People MagazineLa Pride Parade deve continuare, ed è giusto che sia così, ma sempre più artisti e intellettuali appartenenti al mondo LGBTQ+ si interrogano sul significato che questa ricorrenza ha ormai assunto. Per Daniel Torrent, artista e pittore queer, è importante ribadire i temi fondamentali che lo hanno da sempre accompagnato:

“Per me il Pride è il momento di dire che non abbiamo più paura o vergogna, perché l’amore e il desiderio sono belli e naturali, e non possono mai avere nulla di riprovevole.” 

Sono tanti i personaggi dalla forte esposizione mediatica che tengono a ricordare i valori costitutivi del pride month, proteggendolo da strumentalizzazioni di ogni sorta. Valori da custodire e tramandare, cosicché questa ricorrenza possa continuare ad avere luogo e attirare un pubblico sempre maggiore senza essere mortificata.

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