Al primo incontro aspra e apparentemente scontrosa, Pantelleria riesce a farsi amare come nessun’altra isola. Ad una condizione, però: quella di lasciarsi affascinare e rapire dalla sua natura brulla e quasi inaccessibile. Ed è proprio quest’ultimo aspetto che rende l’isola vulcanica, incastonata fra Sicilia e Tunisia, un prezioso rifugio, nonché fonte d’ispirazione per uno degli stilisti più amati d’Italia. In occasione della sua ultima sfilata, per la collezione uomo primavera-estate, Giorgio Armani, ha, infatti confermato la sua romantica liaison con la perla nera del Mediterrano.
Un’isola da cui lo stilista trae ispirazione
Così definiscono in molti Pantelleria in virtù della natura vulcanica dell’isola e, dunque, del colore scuro e tenebroso delle sue rocce. Una natura che, tuttavia, non la rende affatto terra irrequieta e poco elegante. A confermarlo è proprio Re Giorgio, fautore dell’eleganza e raffinatezza Made in Italy, che ha trovato in quel frammento di spigolosa terra la sua musa ispiratrice.
L’atmosfera pantesca Armani l’ha portata finanche in passerella immergendo l’uomo della primavera-estate 2025 in scenari che richiamano la sua amata isola. Ma quando ha avuto inizio la storia d’amore fra lo stilista piacentino e colei che è chiamata “Figlia del vento”? Questa è la traduzione letterale del nome Pantelleria, derivato dall’ arabo Bent-el-Rhia. Indipendente e libera, l’isola sembra voler sfuggire, collocandosi più vicina all’Africa che all’Europa, all’appartenenza ad un unico Paese, quasi a voler liberarsi da ogni etichetta. Forse è per questo che Re Giorgio l’ha scelta come sua dimora prediletta.
Quando Armani vide Pantelleria per la prima volta
È accaduto alla fine degli anni ’70: Armani arriva sull’isola e, al primo sguardo, la percepisce quasi ostile, a causa della sua natura selvaggia. Ma basta poco a fargli cambiare idea e quelle spiagge poco accessibili, gli impervi sentieri e la quasi assenza di strutture turistiche rendono Pantelleria ben presto ‘meravigliosa’ ai suoi occhi. A rapirlo allora, come oggi, sono la calma e la quiete che regnano sovrane sulla vulcanica perla del Mediterraneo.
Non ambisce ad essere amata da tutti, ma solo da chi sa comprenderla ed apprezzarne l’ eleganza fuori dal tempo. Inevitabile, quindi, che lo stilista noto al mondo per il suo rifiuto nei confronti della frenesia di quest’ epoca, espresso attraverso una moda controcorrente, rimesse folgorato da Pantelleria. È qui che Armani, rapito da quel silenzio, e dal paesaggio incontaminato che contraddistinguono l’isola, nel 1981, ha creato la sua oasi di pace e ispirazione.
La collezione uomo Primavera/Estate 2025
Immersa nella suggestiva Cala Gadir si erge la dimora pantesca di Re Giorgio, composta dai tipici dammusi, strutture rurali di origine araba in pietra lavica con cupole bianche. Così, lo stilista, di tanto in tanto, fugge dalla caotica Milano e si ritrova circondato da cactus locali, piante profumate di tiarè, siepi di gelsomini, cespugli di rose, cipressi rari e palme centenarie, salvate dall’abbattimento, provenienti da Villa Tasca, vicino a Palermo.
Proprio queste ultime, Armani ha voluto portare con sé anche in passerella facendo sfilare creazioni le cui fantasie rievocano le foglie della nota pianta dal sapore esotico. Pantaloni larghi e morbide giacche sono il leit motiv dell’ultima collezione uomo firmata dalla maison, in nuance che spaziano dal grigio al nero passando per il sabbia con punta di blu.
Capi destrutturati che abbandonano revers, colletti e fronzoli vari lasciando spazio solo alla rievocazione delle amate palme di Pantelleria. ‘Fluidità’ sembra essere la parola chiave al centro della collezione, raggiunta attraverso l’uso di tessuti come il lino e la seta. Emblema di una moda che vuole indurre alla riflessione, rifiutando ogni forma di conflitto e agitazione, quella sfoggiata da Re Giorgio sulla scena dell’haute couture, vuole essere un manifesto di eleganza.
L’isola come metafora di una moda controcorrente
Così, l’isola in cui Giorgio Armani trova rifugio dalla fretta e della violenza che caratterizzano la società contemporanea, diviene metafora di un atteggiamento controcorrente. Allo scontro verbale e fisico, lo stilista risponde con il dialogo e lo scambio di idee, concetti che sembrano materializzarsi in abiti fluttuanti e morbidi, evocatori di quella quiete isolana. È sulla piccola terra in mezzo al mare, figlia del vento e nera come la pece, che Re Giorgio trova la giusta ispirazione: quella che lo rende sovrano indiscusso di una moda anticonformista che, proprio come la sfuggente Pantelleria, delicatamente ‘urla’ libertà e indipendenza.