In passato texani e cappelli da cowboy erano i capi più richiesti da grandi registi. Primo fra tutti Sergio Leone, rappresentante di quel genere noto a tutti con il nome ‘spaghetti-western’. Ma c’è stato un tempo in cui il guardaroba dei protagonisti di queste pellicole ha varcato i confini cinematografici fino ad approdare sulle passerelle. È, infatti, una tendenza moda di questo 2024 il cosiddetto westerncore. Ma, prima di diventare oggetto di sperimentazione per couturier di tutto il mondo, ed ancor prima di spopolare sul Grande Schermo, lo stile da Far West fu introdotto in ben altri contesti e per ragioni piuttosto pratiche.
L’origine dello stile: il cowboy introdotto dai colonizzatori del west
La sua origine si fa risalire agli anni ’70 dell’Ottocento, epoca in cui i colonizzatori avventuratisi verso ovest si resero conto di aver bisogno di indumenti adatti alle temperature occidentali. Di qui l’esigenza di dotarsi dell’uniforme da cowboy che traeva ispirazione dall’abbigliamento del popolo messicano, da quello dei nativi americani strizzando l’occhio a quello europeo.
Gli esploratori del west iniziarono, così, a dotarsi di jeans, stivali texani, cappelli, bandane per proteggersi dalla polvere e cinture in cuoio, senza sapere che quel look, un po’ di decenni più tardi, avrebbe spopolato nel Cinema, prima, e nell’alta moda successivamente. A sdoganare l’utilizzo degli stivali texani nella vita di tutti giorni è stata, – nel 1954 -, l’attrice Dale Evans che amava calzarli anche fuori dai set. E, d’altra parte, in quel periodo, lo stile da Cowgirls comincia ad essere apprezzato anche da icone come Marylin Monroe.
Dal cinema alla moda: il westerncore è apprezzato dalle celebrità
Bisognerà attendere, tuttavia, gli anni ’80 affinchè l’haute couture mostri interesse verso l’estetica Far West. L’introduzione del cowboy style nella moda americana si deve, infatti, a Ralph Lauren che, ispirandosi a leggende del cinema come John Wayne e Gary Cooper, ripropone abiti del quotidiano in chiave country. Ad affascinarlo era la vita che si respirava fuori dalla città ed il tipico outfit che richiamava i personaggi dei film diretti da Leone.
Da allora il westerncore ha attraversato decenni nutrendosi delle influenze derivanti da icone, non solo del Cinema, ma anche della Musica. Se, infatti, da un lato a dettare la moda da cowboy sono pellicole come Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, dall’altro ci sono star della scena musicale internazionale a suggerire interessanti consigli di stile.
Basti pensare ai look country riproposti da Beyoncé nel suo ultimo album. “Cowboy Carter” è il titolo del progetto discografico della nota cantante, secondo della trilogia Renaissance. Che l’artista statunitense apprezzasse lo stile western è evidente ai Grammy Awards 2024 in occasione dei quali Beyoncé ha sfoggiato un outfit Louis Vuitton con bolo tie, la tipica cravatta di cuoio, insieme ad un elegante cappello Stetson bianco.
Le maison che ripropongono l’estetica Far West
Ed è stata proprio Louis Vuitton a portare, di recente, in passerella jeans a zampa con ricami e toppe western, frange su giacche biker in pelle e cappotti lunghi, stivali western con punta rotonda e stampe animalier, nonchè pietre turchesi dell’Arizona su bottoni, cinture e gioielli, grazie ad una collaborazione con artisti nativi delle tribù Sioux.
A cavalcare l’onda del westerncore sono anche Chloé, Hermès, Dior, Miu Miu, Isabel Marant, Lemaire che hanno presentato collezioni in cui a fare da padroni sono frange, pelle, colletti a punta, cravatte in cuoio e lavorazioni effetto bruciato.
Originale la versione di texani rivisitata da Christian Louboutin, impreziositi da decorazioni brillanti. A rendere inconfondibile la firma della maison è, come sempre, l’iconica suola rossa. Dalle passerelle ai palcoscenici di festival internazionali il guardaroba Far West sembra essere tendenza del momento; lo hanno dimostrato anche i look delle celebrità presenti al Coachella 2024. Cowboy e cowgirl pare stiano galoppando sempre più velocemente alla conquista di una moda oltreconfine.