C’ è stato un solo uomo capace di ricoprire d’oro una donna. Lei era la bellissima, Françoise Hardy, artista dall’indimenticabile voce recentemente scomparsa da pochi giorni. A ricoprirla d’oro è stato ovviamente il vestito di Paco Rabanne. Noto a tutti, infatti, come il metallurgico della moda, lo stilista spagnolo firmò per l’occasione quello che è entrato nella storia per essere l’abito più costoso al mondo. È il 1968 quando e l’indimenticabile cantante francese appare alla prima Fiera Internazionale dei Diamanti a Parigi in una seducente armatura d’oro. Un lucente minidress composto da mille placche del più prezioso dei metalli, una agganciata all’altra, queste ultime erano, a loro volta, illuminate da un colletto tempestato da 300 carati di diamanti.
Più di un gioiello da indossare, quello sfoggiato da Françoise Hardy,
fotografata quel giorno, dinnanzi alla Place de l’Opéra da Jean-Marie Périer. Uno scatto che l’ha resa immortale consacrando, allo stesso tempo, Paco Rabanne come couturier sperimentatore ed anticonformista per eccellenza. E, in effetti, fissare lastre d’oro ad una rete metallina non è certamente un’attività all’ordine del giorno per gli stilisti. Quella compiuta dal rivoluzionario Francisco Rabaneda y Cuervo è, dunque, un’operazione che ha scritto pagine affascinanti della storia della moda.
Pagine in cui si narra di come quell’abito d’oro sia stato forgiato e rivestito internamente di seta rosa fino a raggiungere un peso complessivo di 38 chili. Peso che la Hardy dovette sopportare: era quello il prezzo da pagare per brillare più di qualunque altra donna, quella sera, alla fiera di diamanti che illuminò la Ville Lumière.
Icona della moda spaziale, emblema dell’audacia femminile, nonché simbolo di rottura,
l’abito d’oro di Rabanne ha assunto, all’epoca, un valore politico e sociale. Indossato durante le rivolte del maggio francese mirava ad affermare un nuovo ideale di donna libera ed indipendente. E lo stilista spagnolo non poteva che scegliere ‘paladina’ migliore di colei che ha prestato la sua voce alla celebre canzone “Tous les garçons et le filles”. Trucco acqua e sapone, silhouette da mannequin e frangetta spettinata, sono gli ingredienti che hanno reso Françoise Hardy un modello di dirompente eleganza femminile. Ricoperta dalla costosissima armatura aurea firmata da Rabanne, fu scortata da due guardie all’interno di un camion blindato. Così, come se fosse protetta da una cassaforte, la donna più ‘preziosa’ della serata, portava indosso un capo del valore di 30 milioni di dollari.
“12 Dresses for the 12 Months of the Year” era il nome della collezione di Rabanne
di cui faceva parte il vestito d’oro. Un’ode all’era spaziale e all’uso di materiali innovativi nel mondo della moda, l’abito d’oro di Paco Rabanne ancora oggi ispira stilisti e continua ad essere ammirato per la sua bellezza, la sua innovazione ed il suo significato culturale. Veri e propri abiti scultura apparsi non solo in passerella ma anche sul grande schermo, indossati da Audrey Hepburn, nel 1967, nel film “Due per la strada” e da Jane Fonda, nel 1968, nei panni di “Barbarella”. Dove si trova oggi l’aureo minidress realizzato per Françoise Hardy? Sebbene potremmo immaginarlo nell’inaccessibile e sorvegliatissimo caveau di una banca, è esposto al Musée des Arts Décoratifs di Parigi. Chissà se tornerà a ricoprire d’oro ancora una volta una donna?