Maman est partie“: questo il messaggio lapidario con cui Thomas Dutronc ha annunciato sui social la dipartita di sua madre. È morta Françoise Hardy, si è arresa dopo più di un decennio di convivenza forzata con un brutto male, lasciando milioni di orfani in giro per il mondo. Se ne va un’icona della musica, della moda e del costume del 900′ francese, europeo ed internazionale. Musa camaleontica di stilisti, registi e cantanti, capace di far perdere la testa a Mick Jagger che la definì “la donna ideale”, ma anche a Bob Dylan, che a lei sovente dedicava i suoi più dolci componimenti, uno di questi presente addirittura nel retro dell’album “Another Side of Bob Dylan”, inciso nel 1964. Indossatrice per designer del calibro di Paco Rabanne e Yves Saint Laurent, incarnazione del modello di ragazza ideale per oltre un decennio, invidiata e bramata dagli adolescenti di mezzo mondo; questo e molto altro era Françoise Madeleine Hardy, la madrina dello yé-yé.

Morta Francoise Hardy | Life&People Magazine

Quando c’era da riempire un verso,

una strofa o un ritornello, mentre i cantanti europei scimmiottavano lo stile Rock and Roll statunitense con parole inventate, si ricorreva quasi sempre allo stesso suono, il più americano che c’è: “yeah yeah”, trascritto spesso come “yé-yé”. Una onomatopea che è poi diventata sinonimo di un intero movimento generazionale, una variante del rock nata e diffusa nel vecchio continente a cavallo degli anni 60′. Uno stile musicale più sobrio, lento e sofisticato rispetto alla sua controparte a stelle e strisce, più digeribile per i delicati stomaci europei, meno fast food.

Morta Francoise Hardy | Life&People MagazineIn questo particolare contesto, non stupisce affatto che una poco più che ventenne Françoise Hardy, così giovane ma già dotata di una raffinatezza straripante, abbia rubato il cuore di milioni di ascoltatori quando ha esordito con la sua “Tous les garçons et les filles”, nel 1962. Un trionfo inevitabile, riproposto in diverse lingue tra cui anche l’italiano, incluso nel 45 giri “Françoise Hardy canta per voi in italiano”. Da qui un successo dopo l’altro, come la celeberrima “Comment te dire adieu”, adattamento di un brano inglese che porta la firma di un certo Serge Gainsbourg, ma anche i progetti e le collaborazioni più recenti come quella con Iggy Pop e i Blur. Infine, l’ultimo album, “Personne D’Autre”, pubblicato nel 2018.

Morta Francoise Hardy | Life&People Magazine

Zigomi alti e frangetta castana,

sguardo malinconico e labbra da baciare, portamento elegante e stile un po’ à la garçonne. Françoise Hardy sembrava progettata apposta da un bravo ingegnere per essere eletta tra le più riconoscibili icone del suo tempo. Sul suo fisico slanciato non potevano mancare classici abiti a trapezio, portati con disinvoltura proprio come i suoi pantaloni a sigaretta, come la sua camicia (preferibilmente bianca) arrotolata, o al massimo infilata in un bel paio di jeans flared. I suoi outfit più avventurosi, come l’abito space age placcato oro di Paco Rabanne, indossato in occasione della fiera dei diamanti di Parigi nel 1968.

Morta Francoise Hardy | Life&People MagazineA consacrarla nelle fantasie di milioni di baby boomer, soprattutto una foto emblematica: quella scattata da Helmut Newton per la cover di Vogue Paris, nell’agosto del 1963. Tutte testimonianze che hanno portato l’attuale direttore creativo di Louis Vuitton, Nicolas Ghesquière, a definirla “l’essenza dello stile francese“. Impossibile resistere al suo fascino anche per il mondo del cinema, nel quale si distinse per la collaborazione con Jean-Luc Godard, figura di spicco della New Wave francese. Ma anche per la famosa partecipazione nella pellicola  “Grand Prix” datata 1968, fortunato race movie diretto da John Frankenheimer che la vedeva al fianco di James Garner.

Nata nel 1944 sotto i bombardamenti,

durante l’occupazione nazista della Francia, Françoise Hardy proveniva da una famiglia agiata, e il futuro poteva riservarle un destino assai diverso. Quando durante la sua adolescenza mamma e papà le proposero di scegliere un regalo, un premio riservatole dopo l’ennesimo successo accademico, Françoise richiese una chitarra. Una vita senza scendere a compromessi, piena di soddisfazioni professionali ma anche personali, come il matrimonio nel 1981 con il compagno di una vita Jacques Dutronc, l’amore che ha resistito al divorzio, la nascita del figlio Thomas nel 1973. Negli ultimi anni, la possibilità di spaziare molto sulla scia del successo acquisito: grande appassionata di astrologia, pubblicò un libro sul ritmo degli astri nel 2003, oltre a essere nominata lettrice dell’oroscopo giornaliero per Radio Monte Carlo.

Morta Francoise Hardy | Life&People MagazineAd uno stile più spregiudicato ed appariscente, lei preferiva “le ballate tristi e lente, quelle che girano il coltello nella piaga“, come ha più volte dichiarato ai suoi intervistatori. Dopo una carriera trascorsa alla ricerca di smuovere l’emotività dei suoi fan a suon di melodie struggenti, spesso riuscendoci, adesso la ferita l’ha aperta davvero e l’ha cosparsa di sale una volta per tutte: la ferita generata dalla sua assenza, dalla consapevolezza che ci ha lasciati un simbolo appartenente ad un mondo che forse non esisteva già più da un pezzo, ma che adesso sembra improvvisamente ancora più lontano e inafferrabile.

Condividi sui social