La recente rilettura della straordinaria vicenda umana di Maria Clotilde di Savoia dimostra che la storia è viva, non smette di evolvere, scoprire, ricordare e, finalmente, riavvicinarsi alla realtà dei fatti per come si sono svolti. La riscoperta del ruolo svolto nella vicenda risorgimentale dalla figlia primogenita di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, la dobbiamo al libro Figlia di un Re. Un matrimonio per l’Italia. Un romanzo storico firmato dall’autrice e critica letteraria Patrizia Debicke Van der Noot che rivendica il ruolo cruciale della principessa Savoia nelle vicende del Risorgimento italiano che portarono sul trono il padre, anche grazie all’acume politico, all’impegno e al sacrificio di Maria Clotilde per la causa unitaria.

Infanzia e Gioventù

Nata a Torino, capitale allora del Regno di Sardegna, il 2 marzo 1843, Maria Clotilde è cresciuta in un ambiente intriso di tradizione e rigore sabaudo, ma anche di amore materno, aspirazioni unitarie e valori risorgimentali. La sua educazione è stata caratterizzata da una formazione profondamente religiosa, base di una fede solida che l’accompagnerà per tutta la vita, e da un intenso rapporto con la madre, Maria Adelaide d’Asburgo-Lorena, che si occupò personalmente della sua educazione.Maria Clotilde di Savoia | Life&People MagazineFin dai primi anni di vita, trascorsi tra i castelli di Moncalieri e Racconigi, la piccola Maria Clotilde rivela un’intelligenza vivace, un forte senso del dovere e una capacità critica acuta: tratti caratteriali che hanno influenzato le sue scelte di vita e le sue azioni successive. La morte della madre la coglie di sorpresa, quando ha appena 12 anni, privandola di un punto di riferimento fondamentale, ma consegnandola all’affetto del padre e dei fratelli con cui sviluppa un legame indissolubile e viscerale che sarà il fondamento del suo imminente sacrificio in nome della gloria familiare.

Il progetto politico

È il 1859, mancano solo due anni al fatidico 1861, anno della tanto agognata Unità d’Italia, Camillo Benso Conte di Cavour sta lavorando alacremente per ottenere il sostegno della Francia di Napoleone III, indispensabile per affrontare il potente esercito asburgico che non intende rinunciare ai suoi possedimenti in nord Italia. Il mondo sta cambiando, ma l’Europa segue ancora le regole monarchiche e Cavour sa che le compensazioni territoriali promesse ai francesi, che comprendono Nizza e l’amata Savoia, potrebbero non essere sufficienti a cementare il rapporto coi Bonaparte. Il politico piemontese comprende che il modo migliore per garantire il successo del suo piano e suggellare l’alleanza con Napoleone III sarebbe un matrimonio. Maria Clotilde ha solo 16 anni, ma è l’unica esponente di spicco della famiglia Savoia, la casa reale più antica d’Europa, in età da marito, per i tempi ovviamente.

Il Matrimonio che generò il regno d’Italia

Cavour decide che è lei la candidata perfetta, ma deve convincere Vittorio Emanuele II a concederla in sposa al cugino di Napoleone III, il principe Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte, detto Plon-Plon. Il futuro Re d’Italia, molto affezionato alla sua primogenita, decide però di non forzarla e di lasciare Maria Clotilde libera di decidere il suo destino, nonostante capisca perfettamente il valore e la necessità contingente dell’unione coi Bonaparte per completare l’indipendenza italiana. La principessa, inizialmente, non ne vuole sapere, si rifugia nella preghiera e, pur senza ricevere alcuna pressione dalla famiglia, decide infine di conoscere il principe Bonaparte.Maria Clotilde di Savoia | Life&People MagazineL’incontro, rinviato più volte, avviene infine a Torino il 16 gennaio del 1859. Solo due settimane dopo, Maria Clotilde convola a nozze con il principe Plon-Plon portando in dote una ingente somma di denaro, un prezioso corredo e meravigliosi gioielli. Lo sposo è uno dei fratelli minori di Napoleone Bonaparte, è stato un grande generale, ma è anche un noto libertino di ventuno anni più anziano di lei che, fin dall’inizio, non dedica molta attenzione alla novella sposa.  Maria Clotilde ha appena il tempo di congedarsi dall’amatissima famiglia e si ritrova catapultata in Francia, giovanissima e sola, ma anche consapevole di essere un tassello fondamentale nella strategia politica della nascente Italia.

Il sacrificio dimenticato

Maria Clotilde si ritrova nella gaudente Parigi, senza alcuna guida a parte la fede e la serena austerità che ha ereditato dalla madre. Deve presto imparare a districarsi tra gli insidiosi percorsi della vita di corte parigina, tra nobildonne altere e dame di compagnia infide che certo non l’aiutano ad ambientarsi, ma non riusciranno a scalfire la sua forte personalità. Nel 1861, – proprio mentre i Mille sbarcano in Sicilia e il padre comincia la travolgente avventura che porta alla nascita del Regno d’Italia grazie al determinante appoggio di Napoleone III – arriva l’occasione per lasciare Parigi e conoscere, in tutti i sensi, finalmente il marito.Maria Clotilde di Savoia | Life&People MagazinePlon-Plon va in missione diplomatica negli Stati Uniti e in Canada e la moglie lo segue. Probabilmente è il primo e unico periodo felice dell’unione tra i due, un lungo viaggio in coppia che viene suggellato dalla nascita del primo figlio, Napoleone Vittorio Bonaparte, nel 1862, al ritorno in Francia. La coppia avrà poi altri due figli, Napoleone Luigi Giuseppe e Maria Letizia, ma non rivedrà mai più un altro momento di vera unione e condivisione come il periodo americano.

L’epilogo

Nel 1870, durante la guerra franco-prussiana, Napoleone III soccombe a Sedan e i Bonaparte sono costretti a fuggire da Parigi mascherati per evitare il linciaggio. Maria Clotilde di Savoia lascia la capitale in subbuglio per ultima, in pieno giorno e con la carrozza reale aperta, senza che nessuno osi avvicinarla. Le tante opere caritatevoli e il perfetto comportamento mantenuto durante quegli anni – che di sicuro non erano stati piacevoli per la principessa – si rivelano nell’affetto della gente. Si rifugia in Svizzera, dove il marito l’abbandona, piena di debiti e senza protezione, per perseguire il malsano progetto di rientrare a Parigi e restaurare l’Impero. Plon-Plon presto arrestato ed esiliato a Roma dove morirà nel 1891.Maria Clotilde di Savoia | Life&People MagazineFinalmente Maria Clotilde è libera, l’Italia è fatta e, anche se nessuno sembra ricordare il suo sacrificio e la sua pena, lei la conosce bene. Ma non cerca riconoscimenti, per lei non si ergono archi di trionfo, non si coniano monete, non si recitano encomi. Torna là dove tutto era cominciato, nel Castello di Moncalieri, prende i voti e  continua, come sempre aveva fatto, a dedicarsi agi poveri e alle opere caritatevoli. Gli ultimi anni di Suor Maria Clotilde furono segnati dalla perdita di alcuni dei suoi cari, ma anche dalla gratitudine e dall’affetto di coloro che aveva aiutato e sostenuto nel corso della sua vita pia.

L’esempio di Maria Clotilde di Savoia

La principessa morì il 25 giugno 1911, lasciando un’eredità di altruismo e devozione che continuò a essere ricordata e onorata nel tempo, tanto che Papa Pio XII autorizzò la causa di Beatificazione, tuttora in corso, nel 1942. Oggi, riposa nella Basilica di Superga e guarda Torino e l’Italia dall’alto, cosciente che tutto sarebbe stato diverso senza la decisione di sacrificare la sua vita e le sue aspirazioni per sposare un uomo empio e infedele in nome della ragion di Stato. Il matrimonio precoce con il principe Bonaparte non solo rafforzò i legami tra Italia e Francia, rendendo possibile il sogno Risorgimentale, ma contribuì anche a plasmare il futuro dell’Europa. Con la sua proverbiale calma, capacità di mediazione e la sua dedizione al dovere, Maria Clotilde lasciò un’impronta duratura nella Storia e il suo volto fiero e incorruttibile andrebbe di diritto introdotto nel pantheon del Risorgimento Italiano.

 

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