Durante la serata inaugurale dell’edizione 2024 Tribeca Film Festival di New York, lo scorso 5 giugno, è stato presentato il documentario Diane von Furstenberg: Woman in Charge. In Italia non sarà necessario aspettare molto per poterlo vedere, infatti si troverà in streaming sulla piattaforma Disney+ già dal 25 giugno. L’opera ripercorre la vita della stilista che, appena ventiduenne, lanciò il wrap dress rivoluzionando le tendenze e celebrando l’affermazione del potere femminile. Erano gli anni Settanta e, da allora, Diane von Furstenberg non ha mai smesso di essere sotto i riflettori. La storia, raccontata prima sul grande e poi sul piccolo schermo, si inserisce nel fiorente filone dei cosiddetti fashion film e delle serie TV biografiche dedicate ai grandi protagonisti dello stile: da Halston, del 2021, alle recenti produzioni Cristóbal Balenciaga, The New Look e Becoming Karl Lagerfeld, il mondo dell’intrattenimento sembra sempre più affascinato da quello della moda.
Tribeca Film Festival 2024: il documentario su Diane von Furstenberg
Diane von Furstenberg: Woman in Charge
è un docu-film diretto dalla giornalista e regista premio Oscar Sharmeen Obaid-Chinoy e da Trish Dalton. Presentato in anteprima durante il più celebre festival cinematografico contemporaneo d’America, si rivela un ritratto divertente e godibile della designer belga, nonché imprenditrice di grande successo.
Lo spettatore non potrà che lasciarsi coinvolgere dai ricordi intimi e dalle interviste realizzate con alcuni degli amici più in vista di von Furstenberg: da Hillary Clinton a Oprah Winfrey, fino a Fran Lebowitz. Mentre si prepara per presenziare alla mostra che raccoglie le creazioni più rappresentative del suo lavoro, Diane rivela di essere figlia di una sopravvissuta del campo di concentramento di Auschwitz. Da qui racconta anche della sua infanzia vissuta, comunque, in un clima di fiducia verso il futuro, tra Paesi Bassi, Spagna e Svizzera.
La biografia dagli esordi all’affermazione
Il vorticoso tour biografico passa anche dalla gavetta: prima nel cinema, a Parigi, con il regista Albert Koski, poi in Italia come stagista dell’imprenditore tessile Angelo Ferretti. La stessa von Furstenberg afferma che da lui ha imparato tutto quello che sa sulle stoffe, i tagli, i colori e, dunque, sulla moda.
Da questo momento in poi, il ritmo del documentario aumenta: tra il matrimonio lampo con il principe tedesco del quale mantiene il cognome – nonostante il divorzio – alle notti selvagge da it-girl dello Studio 54, fino alla creazione dell’abito-portafoglio, il capo che si chiude come una vestaglia e che dona democraticamente a tutte le donne. Una carriera durante la quale Diane von Furstenberg è sempre saldamente convinta delle sue decisioni, sintetizzate con una frase emblematica e fortemente femminista: «Ero l’artefice del mio destino e sono diventata la donna che volevo diventare».
La creazione wrap dress
Se il successo dei fashion film degli ultimi tempi richiama l’attenzione del pubblico, sempre più interessato a scoprire come sono nate alcune delle più celebri creazioni della storia della moda, vale la pena soffermarsi sulla realizzazione del wrap dress firmato Diane von Furstenberg. L’abito a portafoglio appare per la prima volta in passerella nel 1973: a contraddistinguerlo è il taglio comodo e l’allacciatura con cintura che lo rende regolabile e adattabile a qualsiasi tipo di fisicità.
Questo vestito, pensato per non costringere le forme ma esaltarle, diventa simbolo della liberazione sessuale femminile, considerando il periodo storico. La stilista, in effetti, dichiara di averlo disegnato per dare la possibilità alle signore di essere a loro agio ed eleganti in qualsiasi occasione. Concetto vincente che porta von Furstenberg sulla copertina di Newsweek nel 1976, definita una delle donne più potenti del mondo in seguito alle eccezionali vendite del capo identitario della sua produzione.
L’abito a portafoglio al Costume Institute del MET
Lo stesso modello-simbolo rappresentativo della visione di Diane von Furstenberg, insieme al gusto per le fantasie stampate sui capi, è esposto anche al Costume Institute del Metropolitan Museum di New York. Qui si può ammirare il wrap dress in una versione verde smeraldo e bianca, a testimonianza del grande impatto sociale dell’idea di Diane. La carriera della stilista inizia nel 1970, dopo la produzione della sua prima linea di abbigliamento femminile: collezione che diventa ben presto popolare, traghettando il successo della maison per tutto il decennio.
Seguiranno momenti più difficili, fino al rilancio del brand negli anni Novanta grazie all’intervento di diversi direttori creativi: da Catherine Malandrino a Nathan Jenden, da Yvan Mispelaere a Jonathan Saunders. Il personaggio di Diane von Furstenberg, oggi, è al centro di diverse celebrazioni e il documentario rappresenta solo l’ultimo evento di spicco a lei dedicato. La cornice del Tribeca Film Festival, che ha ospitato la presentazione, è doppiamente prestigiosa perché si tratta di una manifestazione nata per volere di Jane Rosenthal, Craig Hatkoff e Robert De Niro all’indomani degli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle, per riportare in auge la zona del Lower Manhattan e gli stessi dintorni di Tribeca.