«Come un ragazzo ho i capelli giù, porto il maglione che porti tu, e con la cinta mi tengo su i pantalon». Questa strofa della versione italiana di una celeberrima canzone di Sylvie Vartan appartiene al periodo della Contestazione, quando i pantaloni da donna sono il simbolo dell’urgenza di emancipazione e affermazione femminile nel bel mezzo della rivoluzione sessuale. Questo, però, è solo il culmine di un lungo percorso storico che conduce fino a oggi e alle interpretazioni più attuali e di tendenza dei pantaloni a vita alta per il 2024.
Donne e pantaloni: la storia
I pantaloni femminili vengono introdotti per la prima volta nella lontana Persia: in Europa, invece, arrivano solo a cavallo tra Ottocento e Novecento, pur restando un capo visto con sospetto persino dai movimenti femministi. Ciò accade perché, nell’immaginario occidentale, sono legati alla sottomissione delle concubine orientali. In ogni caso, la voga dei calzoni femminili rappresenta uno sconvolgimento nei costumi poiché annulla la differenza sessuale nell’abbigliamento, peraltro instaurata a tutti gli effetti solo con la rivoluzione industriale e borghese.
Prima del XX secolo, alle donne è consentito indossare i pantaloni esclusivamente per motivi medici e, in ogni caso, dopo essersi dotate di autorizzazione dalle prefetture. Oppure, se sono costrette a svolgere lavori duri – ad esempio in miniera – come accade nell’Inghilterra vittoriana, così come presso i ranch americani dell’ovest. Successivamente, a renderli accettabili e ampiamente sfruttati in varie occasioni, è lo sport: tra le due guerre, se ne incoraggia la pratica maschile e femminile. In particolare, sono l’alpinismo e il ciclismo a sdoganare l’uso dei pantaloni per le donne, anche se alcune resistenze permangono ancora negli anni Trenta.
Da indumento necessario a tendenza
A dare un consistente contributo alla causa arrivano anche le aviatrici, sempre più numerose – come dimostrano le fotografie di Margaret Bourke-White – e, naturalmente, le attrici di Hollywood. Marlène Dietrich, Greta Garbo e Katharine Hepburn scioccano l’America puritana nel periodo della grande crisi con i loro completi che ricordano lo smoking. Successivamente, la stampa femminile incanala questi codici vestimentari come una tendenza vagamente “esotica” proveniente dall’Europa.
Quando gli uomini partono per il fronte, durante i due conflitti mondiali, le donne si ritrovano a sostituirli nelle mansioni quotidiane e cominciano, così, a indossare i calzoni appartenenti proprio ai loro partner rinvenuti in casa. Il vero passaggio da capo utilitaristico a indumento di tendenza arriva, però, nel dopoguerra: per fare giardinaggio, andare al mare o dedicarsi alle attività del tempo libero, le donne non rinunciano più ai pantaloni a vita alta.
I pantaloni da donna in passerella
Intorno agli anni Sessanta, la mise conquista anche la moda ufficiale e le passerelle: da André Courrèges a Yves Saint Laurent, che riedita le divise in versione femminile, il tailleur con i pantaloni raggiunge unanime approvazione tra il pubblico. Mentre gli anni Settanta sono segnati da un capo “ribelle” come i jeans a zampa d’elefante, verso gli Ottanta svanisce anche il divieto sociale per le donne di mettere i pantaloni a scuola e durante occasioni considerate particolarmente eleganti.
Tuttavia, se oggi ragazze e signore che indossano i pantaloni costituiscono un fatto talmente comune da passare inosservato, le cose si sono invertite rispetto agli albori. In aree dell’Asia, come il Sudan, resta severamente vietato per una donna andare in giro con i calzoni.
I pantaloni a vita alta sartoriali
Sulle passerelle dedicate alla couture contemporanea, il modello di pantaloni a vita alta candidato a rivoluzionare la foggia classica è quello proposto da JW Anderson per Loewe. Il visionario designer alza la cintura fin quasi sotto il petto, richiamando lo stile Impero, e per contrasto abbassa notevolmente il cavallo, mantenendo la silhouette aderente sui fianchi. Il risultato sartoriale è innovativo e al tempo stesso dal gusto seventies.
Prada, invece, s’ispira ai completi da donna strutturati anni Quaranta, riproponendo un ideale stile officewear con piega netta al centro della gamba e ampio risvolto sul fondo. Non mancano modelli high waist scampanati, decorati in stile barocco, e cargo jeans dal lavaggio colorato. Gli abbinamenti di tendenza si orientano verso il minimalismo delle camicie slim dal taglio maschile alle semplici T-shirt basic, fino ai mocassini. La cintura può essere il dettaglio che completa il look, purché appaia come una naturale integrazione dei pantaloni e, in generale, di tutta l’ensemble.