Il cappello di paglia, oggi, è associato soprattutto all’idea di vacanza e dell’estate: tuttavia, racconta molto più di una tendenza da sfoggiare in riva al mare. La storia di questo accessorio leggero e flessuoso ha un forte legame con il territorio italiano e, con tutto ciò che rappresenta il Made in Italy. Esportati con successo oltreoceano, a renderlo simbolo della mondanità contribuiscono le star di Hollywood tra gli anni ’50 e ’60. Le collezioni più recenti vedono i designer impegnati a rivalutare lavorazioni artigianali e materiali naturali, di cui il cappello di paglia è la sintesi perfetta unitamente alle borse canvas.
La storia del cappello di paglia
L’uso dei cappelli di paglia si affermò dal 1730: al tempo c’erano quelli di fattura inglese e italiana, quest’ultima “di Firenze”. Il padre della paglia toscana è stato Domenico Michelacci, un uomo di origini emiliane che, dopo aver studiato a fondo la produzione del grano, impiantò a Signa – in provincia di Firenze – le prime manifatture di paglia scelta.
Poiché quella rustica era già una coltivazione tipica locale, Michelacci trovò in loco condizioni ideali per le sue sperimentazioni. La materia prima per la realizzazione di un cappello di paglia si ricavava dagli steli delle spighe, prima che queste giungessero a maturazione. I gambi, trattati e imbiancati dal sole, venivano lavorati con la tecnica della “treccia“. Dopodiché, numerose trecce cucite a strati, andavano a costituire quella parte dell’accessorio detta cappellina.
La produzione e il commercio
All’epoca, le attività commerciali proponevano cappelli in paglia, singole trecce e cappelli finiti. I maggiori scambi si diffusero dal porto di Livorno verso l’Inghilterra e l’America: fu così che questa tipologia di copricapo divenne universalmente nota nel mondo con il nome di Leghorn. In particolare, proprio oltreoceano i cappelli di paglia di Firenze ottennero grande fortuna fino alla metà del Novecento.
Giovanni Battista Giorgini – promotore della nascita dell’Italian Style con la fondamentale sfilata organizzata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti nel 1951 – era resident buyer per i grandi deparment stores americani. Dal 1923 inizia a collocare sul mercato statunitense articoli da regalo e d’arredamento italiani e, prima dell’avvento della Seconda guerra mondiale, introduce con successo anche i cappelli in paglia fiorentina, insieme ad altri manufatti tipici locali.
Come lo indossavano le dive degli anni ’50?
Negli Stati Uniti i cappelli in stile fiorentino – e le molteplici interpretazioni successive – sono accolti con entusiasmo, specialmente dalle dive del cinema anni ’50. In una scena del grande dramma “Viale del tramonto (1950)” la protagonista Gloria Swanson, a bordo piscina con un formidabile e seducente copricostume animalier, indossa un cappello di paglia scuro dalla falda ampissima.
Esteticamente, all’opposto della Swanson, in “Caccia al ladro (1955)” Grace Kelly abbina uno straw hat oversize e sinuoso ad un body nero attillato che scopre la schiena. Tra le fogge maggiormente riproposte, va sicuramente menzionata quella del cappello nero con il nastro di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961), opera cinematografica in cui il glamour è il vero protagonista. Julie Andrews sfoggia cappelli di paglia sul set in diverse occasioni: dal modello maschile e giocoso di Mary Poppins (1964), a quello morbido e ampio di Tutti insieme appassionatamente (1965).
I cappelli di paglia di tendenza
Sembrano riaffermarsi, tra le tendenze di ogni Primavera Estate, proprio i cappelli intrecciati con la paglia. Anya Taylor-Joy e Meryl Streep li hanno sfoggiati anche sulla Croisette, durante l’ultima edizione del Festival di Cannes. I modelli che tuttora rimangono nell’immaginario sono prevalentemente grandi, scenografici, senza compromessi e ispirati al periodo d’oro nel cinema americano.
Il loro impatto visivo può essere enfatizzato con abiti dallo stile romantico, ornati di rouches, fiori, trasparenze e dettagli crochet, oppure bilanciato grazie all’accostamento a semplici chemisier monocromatici. Sulle passerelle, lo straw hat è proposto anche secondo stilemi dal gusto country, richiamando le suggestioni letterarie dei mondi narrati da Jane Austen e Emily Brontë.