Cinque fili di perle che scendono sulla schiena, occhialoni scuri e un sacchettino con dentro un croissant: sono pochi dettagli di stile, eppure non si può far altro che pensare al personaggio di Holly Golightly, protagonista della pellicola del regista Blake Edwards – ispirata al romanzo di Truman CapoteColazione da Tiffany, che esce al cinema nel 1961. Si apre con questa scena la celebre pellicola che vede protagonista una giovanissima Audrey Hepburn, agli esordi della sua carriera. Dovendo fare una recensione di Colazione da Tiffany, si può affermare che si tratta di una di quelle produzioni in cui il cinema – in senso di “settima arte” – lascia il posto al glamour e alla moda.

Recensione Colazione da Tiffany | Life&People MagazineMondanità e apparenza, in fin dei conti, sono gli “attori” principali presenti in ogni singola sequenza. La narrazione, disarmante per quanto semplice, cede il posto ad una fotografia cinematografica raffinata, studiata, abiti, cappelli e accessori indossati – non a caso – da una modella americana che fino a quel momento poco ha espresso di fronte alla cinepresa; le vetrine della Fifth Avenue sono il filtro attraverso cui lo spettatore osserva una storia sentimentale, incastonata tra feste e dialoghi leggeri.

Inimitabile Glamour girl: Audrey Hepburn diventa leggenda

Holly, la protagonista di Colazione da Tiffany, è giovane, bella, spensierata, senza responsabilità: vive in un caratteristico appartamentino newyorkese con il suo gatto: Micio. E poi, fuori, c’è New York, con i suoi marciapiedi, le vetrine, personaggi curiosi, automobili che sfrecciano e smog. Riguardando il film, qualcuno potrebbe aspettarsi che Carrie Bradshaw e le sue amiche possano apparire magicamente dietro qualche angolo.

Recensione Colazione da Tiffany | Life&People MagazinePoi, all’improvviso, entra in scena un ragazzo: Paul, riflessivo, uno scrittore spaesato da tutta quella mondanità in cui si trova catapultato, soltanto per essersi trasferito nell’appartamento vicino quello di Holly. Da qui s’intreccia lo sviluppo della storia: in buona sostanza, tutto il racconto si condensa già nel primo incontro fra i due. Lei alla ricerca di Micio, e lui intontito, la segue nella speranza di dare un senso alla giornata. Per diverso tempo gli accenti sono posti su Holly, glamour girl che mira a sposare un uomo ricco. Di contro, Paul vorrebbe dare densità ai sentimenti mettendo in discussione tutto il castello di programmi che Holly ha costruito fino a quel momento. Alla fine l’intento riuscirà, suggellato da una scena sdolcinata dove i due, rigorosamente avvolti in trench alla moda, si baciano sotto la pioggia.

Cinema e moda: il film è uno spaccato della mondanità newyorkese

Per quanto appaia semplice e leggera, la storia raccontata da Capote e portata sul grande schermo da Edwards, introduce nella cultura pop contemporanea un immaginario collettivo, cioè un archetipo, a partire dal quale chiunque può fantasticare sulla società mondana newyorkese e sul glamour che la caratterizza o, almeno, quella d’inizio anni ’60, al momento del boom economico e del consumismo. Holly, infatti, è una dea perfetta che incarna ogni sfizio possibile e digeribile, come il croissant che, in abito da sera in pieno giorno, mangia davanti alla vetrina di Tiffany&Co.

Occhiali sole film cinema | Life&People MagazineIl mondo del fashion ha sempre “parlato” attraverso gli attori, come riferimento silente che si fa notare soltanto dagli spettatori più attenti, amanti dei dettagli e ammiratori del bello. In questa pellicola, invece, la situazione si ribalta e, Audrey Hepburn presta il fianco – anzi, la silhouette- a quella sua speciale compagna d’infanzia: proprio la moda le dà la spinta giusta per il grande salto dalle passerelle al grande schermo, con quella stessa eleganza che l’ha resa celebre e ricercata da tanti registi.

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