Qualsiasi personaggio di rilievo nel mondo della moda e dello star system attende, ogni anno, di ritagliarsi uno spicchio di visibilità sul red carpet del Met Gala. L’appuntamento coincide con l’inaugurazione della consueta mostra a tema fashion, organizzata dal Metropolitan Museum of Art di New York e dall’annesso Costume Institute. Quello in questione è un evento mondano clou di charity che raccoglie diversi milioni di dollari in donazioni, destinati direttamente al museo. Tale meccanismo dovrebbe far riflettere, specialmente in Italia, sull’assenza di iniziative simili rivolte al finanziamento di un’esposizione permanente e strutturata sul tema della moda. Invece, curiosi e addetti ai lavori finiscono per concentrarsi esclusivamente sugli outfit del Met Gala, look, che, nella storia della manifestazione, non sono sempre stati in primo piano.

La nascita dell’evento

Agli esordi, l’avvenimento che oggi catalizza l’attenzione mediatica globale, era solo una cena mondana in un hotel di lusso a Manhattan tra personalità dell’alta società statunitense. Nella storia del Met Gala, però, ci sono quattro donne che contribuiscono in modo fondamentale alla sua evoluzione.

Red carpet Met Gala | Life&People MagazineLa prima è Eleanor Lambert – fondatrice della New York Fashion Week – che nel 1948 ha l’idea d’istituire il simposio, seguita da Diana Vreeland, influente direttrice dei più blasonati magazine di moda, pronta a portare il glamour al Met e a trasformarlo in un vero “gala”.

Il red carpet del Met Gala 

Mentre le celebrità attendono sempre febbrilmente la manifestazione, per trascorrere una serata di festa al Metropolitan e mettersi in mostra, l’abbiente socialite e benefattrice Pat Buckley presiede la raccolta fondi benefica durante il lungo arco temporale dal 1978 al 1995. In questo periodo, Buckley eleva l’autorevolezza del Met Gala rendendolo l’evento principale della stagione newyorkese. Dal ’95, con l’arrivo della direttrice di Vogue America Anna Wintour, la cerimonia assume il rilievo che ha tuttora e la sfilata di star sul tappeto rosso diventa il vero happening.

Mostre, temi e look dagli anni ’70 – ’90

Gli archivi fotografici documentano il susseguirsi delle edizioni del Met Gala dal 1975, quando non esisteva un dress code a tema: i partecipanti arrivavano semplicemente in abito da cocktail e black tie. Il fulcro sono ancora larte e le mostre del Costume Institute riguardanti temi storici, come l’influenza dei Ballet Russes sulla moda e il design, o le voghe all’epoca degli Asburgo. Il riverbero glam della Disco Music, però, inizia a farsi sempre più forte con l’avvicinarsi degli anni ’80, periodo di eccessi per eccellenza.

Red carpet Met Gala | Life&People MagazineTra omaggi alla Belle Époque, a Yves Saint Laurent e al costume napoleonico, adesso sono gli abiti del Met Gala a regalare momenti leggendari, soprattutto nel 1981. Con la scomparsa di Diana Vreeland, avvenuta nel 1989, il Costume Institute deve attendere la nomina di Harold Martin e Richard Koda – nel 1991 – per riprendere le attività a pieni ranghi. Da ricordare – in questo decennio – l’allestimento del 1997 dedicato a Gianni Versace, tragicamente assassinato pochi mesi prima dell’evento.

Met Gala 2024: The Garden of Time

La mostra del Costume Institute di quest’anno si chiama Sleeping Beauties: Reawakening Fashion ed espone oltre duecento pezzi, tra indumenti e accessori, appartenenti a epoche diverse ma accomunati dal filo conduttore della natura. Il tema della cena tenutasi lo scorso 6 maggio è stato ispirato al racconto di J.G. Ballard The Garden of Time, dedicato alla decadenza del creato e ai cascami dell’aristocrazia. Non sono mancate le polemiche sulla mancata intitolazione della mostra al “politicamente scorretto” John Galliano, come si era fatto intendere inizialmente.

Red carpet Met Gala | Life&People MagazineIn ogni caso, tra i look del Met Gala, si sono visti molti abiti d’archivio dello stilista oppure firmati Maison Margiela, il cui direttore creativo è proprio l’enfant terrible della moda. Esempi ne sono il corsetto di Kim Kardashian e l’abito custom con grappoli d’uva e fiori di Zendaya.

Gli abiti più folli

Tra le altre follie della serata, la cantante Tyla portata via dal red carpet con l’aiuto di quattro uomini in smoking, affinché la sua mise di sabbia Balmain non si sgretolasse. Lana Del Rey ha stupito con il suo look fantasy, riproposto da Seán McGirr per Alexander McQueen, così come Cardi B con l’enorme e scenografico abito nero fluttuante Windowsen. Da segnalare anche Amelia Gray con la gonna-serra firmata Undercover Lab.

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