Quel caratteristico e luminoso colore verde delle pietre preziose, secondo le leggende folcloristiche, sarebbe da associare al periodo dell’anno in cui si assiste ad una diffusa rigenerazione. La stessa che rinverdisce la natura, all’apice della bellezza durante la stagione primaverile ed i gioielli smeraldo sono il pretesto per parlare di cultura e tradizioni.
La storia dei gioielli smeraldo: lusso e spiritualità
Osservando da vicino una pietra di smeraldo, non è difficile avvertire la sensazione intensa di freschezza e leggerezza, come un tuffo nel mare verdeazzurro. Se il pensiero corre ai litorali della Costa Smeralda, non è un caso: forse non lo è nemmeno il fatto che rappresenti uno degli approdi preferiti dal jet set nazionale e internazionale. Qui, personalità di spicco trascorrono le vacanze sui loro yacht e nei club più rinomati, mostrandosi ingioiellate con luccicanti gemme, anche di smeraldo. In ogni caso, dallo sfoggio di opulenza alla simbologia spirituale, il passo è breve.
La pietra in questione, infatti, è considerata uno dei sette tesori del Buddismo e accostata alla virtù della saggezza. Anche l’origine della parola che dà il nome al minerale arriva dall’Oriente: si tratterebbe del termine semitico izmargad, oppure del sanscrito maragata. Il significato è il medesimo: “pietra verde“. In greco è σμάραγδος, cioè smàragdos, che in latino diventa smaragdus: persino Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, fa riferimento al senso di refrigerio e gioia che provoca alla vista il colore verde intenso dello smeraldo.
Da dove arrivano gli smeraldi
I giacimenti più antichi dai quali si estrae la pietra risalgono al 3500 a.C., situati nell’area adiacente alla costa del Mar Rosso, all’odierno Assuan e a sud dell’insediamento di Kosseir. Ciò significa che nell’Antico Egitto faraoni e regine indossano già gioielli di smeraldo: tra i più famosi, ovviamente, ci sono quelli di Cleopatra, citati anche nelle ricostruzioni cinematografiche di quell’affascinante e misterioso periodo storico. Un esempio su tutti: il bracciale a forma di serpente firmato Bulgari, con incastonati rubini, diamanti e smeraldi, di Liz Taylor sul set di Cleopatra (1963). In territorio europeo, dal Medioevo sono famose le pietre verdi austriache, mentre nel Cinquecento si scoprono i giacimenti sudamericani: tutt’oggi restano i più prolifici, contando la miniera di Muzo in Colombia e quella immensa di Santa Terezina nel Goias, in Brasile.
Il rinvenimento delle cave sugli Urali risale, invece, al 1830 e non mancano reperti abbastanza curiosi anche in Italia. Nel corso degli anni ’70, da alcuni massi abbandonati nei pressi della stazione di Domodossola, si riescono a ottenere campioni di taglio di smeraldo grandi come sassi. La controversia attualmente aperta, legata al prelievo di queste gemme – come di altre molto preziose – riguarda l’opportunità di continuare con tale attività: sfruttamento di terreni e falde, così come del lavoro e della manodopera, rappresentano le maggiori criticità. Alcuni gioiellieri, quindi, tendono a orientarsi verso la produzione e l’acquisto di smeraldi sintetici.
Una tendenza che resiste alle mode passeggere: le sue declinazioni
Tra i gioielli di smeraldo entrati nel mito, vanno annoverati quelli indiani dell’Impero Moghul, dalle pietre squisitamente rifinite. I Reali di mezzo mondo possiedono diademi con incastonate pietre preziose rarissime, tra le quali non mancano gli smeraldi: la corona della principessa consorte Katharina Henckel Donnersmarck è un fulgido esempio. Un bracciale Cartier con rubini, zaffiri, diamanti bianchi e neri, insieme a smeraldi, suggella l’amore tra Wallis Simpson e il re Edoardo VIII. Come non menzionare, poi, il famoso chocker di Lady Diana indossato dalla Principessa in numerose uscite pubbliche.
Oltre alle follie di Elizabeth Taylor, non si dimenticano gli orecchini a goccia indossati da Angelina Jolie sul red carpet degli Oscar 2009, così come la collana-coccodrillo di Monica Bellucci sfoggiata al Festival di Cannes nel 2019.
La parure di smeraldi di Mary di Danimarca
Il colore degli abiti e dei gioielli per le famiglie Reali rappresenta un vero codice di comunicazione, più o meno segreto. Trattandosi di un linguaggio in piena regola, il look raramente può essere casuale. È così che la Regina al trono di Danimarca – Mary Elizabeth Donaldson – eletta lo scorso gennaio, sceglie una parure di smeraldi comprendente tiara, collier, orecchini e spilla per il primo ritratto ufficiale.
Il coordinato è un’opera realizzata dal gioielliere di corte, Carl Martin Weisshaupt, nel 1940 in occasione delle nozze d’argento di Cristiano VIII e della regina Carolina Amalia. La tiara presenta una decorazione di fiocchi e tralci floreali dal gusto neoclassico, ispirata alla corona francese del XVIII secolo. Il colore verde bosco della parure e gli ornamenti fitomorfi sono un chiaro emblema della rinascita: il regno è pronto ad una nuova fase sotto la guida dei monarchi appena insediati, felici di annunciarlo al popolo con un’allusione che ha radici ataviche.