Sono trascorsi 13 anni dal romanticissimo sì di Kate Middleton e del Principe Wiiliam. Eppure ancora oggi il Royal Wedding non fa smettere di sognare. Il sorriso di Kate sulla Rolls-Royce Phantom VI del 1978, accanto a suo padre, ha fissato quel 29 aprile del 2011 nella storia, come una favola che diventa realtà. Protagonista assoluto, l’abito da sposa di Sarah Burton, – allora direttore creativo di Alexander McQueen -, oggi esposto a Buckingham Palace. Il bustier, con le maniche in pizzo, l’ampia gonna, e, la tiara di Cartier appartenuta alla regina Elisabetta: ogni elemento di quell’abito di Kate, studiato e onorato con la massima cura, una magia in una giornata che chiunque nel mondo ha ammirato e sognato. Ancora oggi il Royal Wedding e l’abito da sposa della principessa Kate è tema dei reels più cliccati sui social.
Romantica, con quel tocco di classe che ha sempre distinto il guardaroba di Kate Middleton,
la sposa del Principe William non ha scelto uno stilista a caso che confezionasse l’abito nel giorno più importante della sua vita. La scelta ha un significato profondo se si considera che la Lee Alexander McQueen è uno degli atelier inglesi più rinomati e anche più ribelli degli ultimi due decenni, visto che Alexander McQueen ha proposto sfilate trasgressive e scioccanti, molto distanti da quelle classiche, apprezzate dal pubblico anglosassone.
Di certo, mai avrebbe pensato che avrebbe confezionato l’abito da sposa di Kate Middleton, uno dei più sognati dalle ragazze di oggi. Scegliere il direttore creativo di un’azienda di questa portata ha significato un’ondata di freschezza per Buckingam Palace, notoriamente incastrata in procedure e cerimonialismi tanto combattuti dalla stessa Lady Diana. Ecco che, Kate con quella eleganza che la contraddistingue, rompe lo schema, dimostrando che il nuovo può essere assolutamente artefice di una nuova classicità, più moderna ma non meno rispettosa.
Matrimonio Kate Middleton: la scelta del marchio britannico McQueen
“La bellezza del suo artigianato e il rispetto per la lavorazione tradizionale e la costruzione tecnica dell’abbigliamento”, aveva comunicato Palazzo Reale in una dichiarazione ufficiale emessa proprio nel giorno delle nozze. Infatti di artigianato è necessario parlare se si fa riferimento al pizzo sulla gonna e sul corpetto dell’abito da sposa di Kate. Tutto cucito a mano dalle sarte della Royal School of Needlework; la tecnica di lavorazione del merletto chiamata Carrickmacross, nata in Irlanda all’inizio dell’Ottocento. Preziosissimi i fiori di pizzo, tagliati a mano e applicati su tulle di seta avorio in pizzo chantilly inglese e francese.
Il corpo di Kate Middleton si è sempre prestato bene ad abiti estremamente eleganti,
poco voluminosi e dallo stile raffinato: così è stato anche nel giorno del suo matrimonio. Il corpetto strettissimo in vita con la manica in pizzo, stretta a guanto, l’ha resa ancor più Principessa, se non addirittura Regina. Ciliegina sulla torta: la tiara Cartier Halo. Il prezioso gioiello fu acquistato dal re Giorgio VI, padre di Elisabetta, per la regina madre nel 1936, la quale a sua volta la regalò alla primogenita nel giorno del suo diciottesimo compleanno. Dalla tiara scendeva un velo in tulle di seta attraverso il quale si intravedevano i 58 bottoncini in organza a chiusura del bustier.
Un abito da sposa senza lo strascico?
Soltanto 2 metri e 70 cm di strascico, decisamente molto più gestibile rispetto quello della splendida suocera Lady Diana, che ha trascinato dietro di sé ben sette metri di seta. Da qui, l’unico gossip che ha interessato le nozze reali, ovvero il lato B della sorella di Kate, Pippa Middleton. Colei che ha portato lo strascico della principessa non ha potuto non offrire altro agli spettatori se non il ‘retro’ del suo bellissimo abito, altrettanto elegante. Damigella d’onore, Pippa Middleton si ritrovò suo malgrado in pasto a fotografi e ‘gossippari’ che ancora oggi ne parlano. Ma questa è un’altra storia.