E’ la solennità della freschezza a dirigere l’orchestra primaverile delle creazioni Givenchy, dal sapore anni ’90; persino una pietra cucita su un tessuto diventa cristallo etereo. Al centro, l’abito da cerimonia, l’unico in grado di distinguere la donna e sopraelevarla alle altre, rendendola diva e dea allo stesso tempo. Dalle origini, all’estro di Alexander McQueen, direttore creativo dal 1996 al 2001, fino alla vestibilità eterea delle creazioni di Matthew Williams: la primavera 2024 porterà con sè gocce di rugiada travestite da cristalli, ma anche lunghi blaser taglienti che si stagliano sulla figura femminile come una casula gotica da sacerdotessa.

Il completo Givenchy disegnato da Alexander McQueen

Ed eccola, la sacerdotessa eterea, che porta con sè tutta la solennità che soltanto un brand come Givenchy poteva celebrare. Taglio pulito, puro, nessuna imperfezione, tanto da indurre lo spettatore al silenzio; non si parla di natura ma di qualcosa che trascende da essa, rispettando al contempo quel senso terreno della praticità necessaria. E’ la sua  giacca dal bavero ampio, nell’assoluto color cemento a parlare per lei: è la giacca a manifestare quelle esigenze terrene per cui la donna scende e si connette al mondo circostante.

Cerimonia Givenchy | Life&People MagazineForse è proprio questo che degli anni ’90 viene messo in risalto: l’eleganza assoluta che non ha esuberanze perchè semplicemente non  le appartengono. Tra tonalità polverose e sfumature aviazione, insieme a netti contrasti in bianco e nero, i capi prêt-à-porter di Givenchy della collezione Primavera Estate 1999 possono rappresentare anche la perfetta ispirazione a quei ‘non colori’ che accompagnano la figura nel modo più ossequioso possibile.

Tendenze anni ’70 per le cerimonie di stagione

Lo spirito creativo di Hubert de Givenchy, alla guida della sua maison, si dimostra lungimirante nell’anticipare tendenze, dettando mode e non inseguendole. Il marchio, negli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70 si ri-concepisce come attuale, attraverso abiti e coordinati con stampe floreali, rendendo sartoriali le fogge libere amate dai figli della Contestazione. Tutto ciò torna, ma senza aggressività: Givenchy per laPrimavera Estate 2024 osa contestare anche durante una cerimonia: l’animo non è lo stesso, così come non è lo stesso impeto.

Cerimonia Givenchy | Life&People Magazine

La camicia focus del look

E poi, appare di nuovo lei, la camicia Givenchy da donna: un capo d’alta moda che unisce eleganza alla semplicità. Come non pensare a Bettina Graziani, musa di Hubert, e alle maniche della sua blusa? Era soltanto il 1952 eppure la sfrontatezza di quei volant ancora oggi fanno arrossire chi li guarda. I ricami di Pierre Brivet hanno la delicatezza d’altri tempi che oggi probabilmente farebbero sentire ignorante anche la più giovane regina.

Cerimonia Givenchy | Life&People MagazineAlla Bettina blouse si unisce, quasi come se fosse un puzzle, la gonna Givenchy dal taglio minimale, propria della collezione Primavera Estate 2024. La vita alta, le tasche, le righe. Una sorta di lesena greca che invece di disegnarsi sul muro di un tempio, si dirama e scende dal bacino della donna; un’altra conferma della solennità sacerdotale della donna.

” E’ l’abito che deve seguire le linee del corpo, non il corpo assecondare la forma del vestito”

sosteneva Hubert de Givenchy.

La couture 2024 Givenchy

Prima di lasciare la direzione creativa alla fine del 2023, il designer americano Matthew Williams aveva impresso ancor più l’idea della donna vista dal basso, sul piedistallo, unica portatrice di un’assolutezza che si traduceva in abiti imperiali, dal taglio nitido, anche se oversize.

Cerimonia Givenchy | Life&People MagazineChiffon, trasparenze e veli dalla testa ai piedi. Pochi decori, pochissimi dettagli rivelano i colori luminosi che rendono luminoso anche il serioso nero. Aria e  terra: la donna Givenchy questa Primavera/Estate si erge a medium, una luce solenne che soltanto abiti gravi ma al contempo freschi possono incorniciare.

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