Le passerelle della Rakuten Fashion Week continuano a stupire il mondo con sperimentazioni audaci e collezioni creative, ma è nei look streetstyle dei quartieri chic di Tokyo che il raffinato gusto estetico giapponese esprime il meglio di sé. Sofisticati accostamenti di texture e accessori, outfit eleganti che non rinunciano ad un tocco di eccentricità, la scena nipponica continua a proporre una visione personale dello stile non piegandosi ad alcuni trend imperanti del fashion mondiale.
Tokyo Fashion Week: i look streetstyle in controtendenza
Meno frequentata dalla stampa – rispetto alle grandi fashion week di Milano, Londra e New York -, Tokyo fa dell’originalità il suo punto di forza. La posizione apparentemente defilata consente alla capitale del Sol Levante di concentrarsi su una ricerca autonoma orientata a valorizzare le influenze locali. Non bisogna dunque aspettarsi outfit che dominano le tendenze di stagione: la gioventù modaiola punta tutto sul mix & match, contaminazioni underground e riferimenti ossessivi alla cultura pop. Quando si guarda al fashion nipponico, bisogna tenere a mente che i confini tra streetstyle e haute couture sono molto più sfumati rispetto all’Occidente. I Giapponesi, infatti, sono un popolo caratterizzato da una profondissima cultura della moda, tra le tendenze “inattuali” spiccano il full black e l’oversize, protagoniste di intriganti look.
Layering, mix & match
Il procedimento creativo che anima la scena a Tokyo è quello della mescolanza dei codici. Loli, skaterboy, punk, chic grunge, metallaro, cyberpunk e steampunk: categorie estetiche che, per i fashionisti nipponici, rappresentano riserve inesauribili di texture, schemi di colore, accostamenti inusuali, immaginari. Elementi di stile con cui giocare e riassemblare mix ancor più eccentrici.
È la pratica del mix & match, che raggiunge direzioni più radicali: capi amputati, destrutturati e riassemblati, creano incastri postmoderni che tentano di dare corpo alle estetiche del futuro. La complessità barocca degli outfit è resa possibile dal ricorso smodato alla pratica del layering, ossia la sovrapposizione (astutamente dissimulata) di numerosi strati di vestiario. I look nipponici diventano dunque vere e proprie “Babele di stili”, che attingono dalle fonti più disparate: dal tradizionale kimono alla scabrosità delle influenze goth e techno.
L’essenza dell’estetica streetstyle giapponese è dunque da ricercare nei contrasti – specialmente quelli legati alla giustapposizione di materiali. Denim, cotone, seta e tessuti sintetici costituiscono mosaici paradossali in grado di soddisfare l’esigentissimo palato del pubblico nipponico. Particolarmente diffusa è la pratica del twinning e dei look di gruppo combinati, mutuata dalla scena cosplay.
Il fascino dell’accessorio
La fantasia giapponese si scatena specialmente nella scelta degli accessori che contribuiscono a infondere nei look più severi e avanguardistici un tocco di poesia e humour. Tra le tendenze più interessanti c’è il ricorso alle perle, quasi completamente sconosciute nello street style europeo. Pendenti da cappucci a rete neri, oppure intrecciate in graziosi cinturini a girovita, le piccole sfere luccicanti donano a qualsiasi outfit una sfumatura di delicata raffinatezza. Fermagli a forma di farfalle argentate e delicate armonie di pizzi e trasparenze impreziosiscono gli outfit, conferendogli un sapore principesco.
Borchie
, catene e grosse collane in acciaio rafforzano invece un feeling drammatico. Specialmente nei coordinati full black, gli accessori aggiungono un importante tocco di colore o luminosità. È nella scelta degli accessori che si manifesta il gusto stravagante giapponese.
Le malie della cosmetica e il trionfo del genderless
In un quadro stilistico così marcatamente massimalista, trucchi, smalti e colorazioni giocano un ruolo estremamente importante nell’aggiungere ulteriori tocchi di personalità e unicità ad ensemble già fortemente espressivi. Tra i must, il rossetto nero, carico di rimandi alla subcultura emo e alle atmosfere berlinesi. Non mancano make up ispirati alla antichissima tradizione delle geishe, o intricate linee di trucco grafico. La maggiore complessità viene tuttavia raggiunta nella nail art, che esalta al massimo il potenziale decorativo delle unghie attraverso elaborate fantasmagorie di lacca. Nel comparto hair dye, le scelte più popolari sono il turchese, il biondo platino e gli appariscenti effetti neon.
Accorgimenti applicati con entusiasmo, a dimostrazione di come la moda giapponese sia avanti anni luce in termini di indagine. Tra le scene delle grandi capitali della moda, quella di Tokyo è l’unica autenticamente genderless: forse perché l’indagine sul gender bending deriva da curiosità sfrenata e voglia di osare, anziché da intenti di carattere politico-ideologico come spesso avviene in Occidente. Un clima di fluidità e sperimentazione che conferma Tokyo isola di immaginazione e anarchia.