A volte bisogna saper leggere fra le righe, ma anche fra le pieghe di una gonna. Specialmente se si tratta di un vestito dell’800. Ed è proprio in una tasca nascosta di un abito risalente all’epoca vittoriana, infatti, che, circa dieci anni fa, è stato trovato un biglietto con un messaggio segreto. Due fogli, ingialliti dal tempo ed appallottolati, dopo essere rimasti nell’ombra per secoli, sono divenuti protagonisti di un’intrigante storia, ancora oggi con alcuni aspetti irrisolti. A scrivere l’incipit di questo racconto che assume, a tratti, il sapore di un romanzo ottocentesco dall’intricata trama, è una donna di nome Sara Rivers-Cofield.
Com’era fatto l’abito?
Archeologa e collezionista, quest’ultima, nel 2013, acquista da un mercatino di antiquariato del Maine un abito d’epoca. Lo paga 100 dollari senza sapere che, in realtà, dietro quella cifra si nasconde un affascinante mistero. In seta color bronzo, il vestito presentava le caratteristiche tipiche di un abito femminile ottocentesco: un’ampia gonna drappeggiata, bustino stretto in vita tanto da togliere il fiato e manica lunga.
Un dettaglio lo rendeva un abito con una storia dalla trama quasi teatrale. La parte superiore, ovvero il corpetto, appariva divisa in due da una fila di bottoni in metallo decorati con scene tratte dall’Amleto di Shakespeare e il volto di Ophelia.
La scoperta dei biglietti nella tasca nascosta
E proprio come il protagonista del celebre dramma del Bardo, in molti si sono interrogati ponendosi domande, rimaste talvolta senza risposta, in merito a quest’abito. Quando, infatti, Sara Rivers-Cofield, più di dieci anni fa, torna a casa, dopo aver acquistato il suo costume d’epoca, scrutandolo minuziosamente fa una sorprendente scoperta. Sollevando il sopragonna, scorge una tasca nascosta al cui interno trova due misteriosi biglietti.
Su di essi vi sono delle scritte dal significato apparentemente senza senso. Divorata dalla curiosità di scoprirne la provenienza ed il messaggio nascosto fra quelle righe, l’archeologa decise di pubblicare una fotografia delle due pagine sul suo blog. Sperava che qualcuno riuscisse a decifrare quello che in brevissimo tempo è divenuto famoso come il ‘crittogramma del vestito di seta’.
La risoluzione del mistero
Dopo essere stato classificato tra i primi 50 codici e messaggi irrisolti al mondo, dieci anni dopo, un uomo è riuscito a decifrare il contenuto di quei due foglietti. Ma c’è dell’altro, poiché ha anche individuato il giorno esatto in cui il messaggio è stato scritto: 27 maggio 1888. Wayne Chan è il nome di colui che ha risolto, un decennio dopo il suo ritrovamento, l’enigma del messaggio nascosto nel vestito ottocentesco.
Si tratta di un analista di dati presso l’Università di Manitoba a cui sono stati necessari approfonditi studi, protrattisi per parecchi anni, prima che egli giungesse alla risoluzione del mistero. Tra le frasi, riportate sul biglietto in cui si è imbattuto, ce n’era una che recitava “Bismark Omit leafage buck bank / Paul Ramify loamy event false new event”. Cosa ha permesso a Chan di arrivare ad affermare che si trattasse di codici utilizzati per telegrafare osservazioni meteorologiche condensate per le stazioni negli Stati Uniti e in Canada nel 1888?
Le condizioni metereologiche trasmesse con codici segreti
È esattamente questo che aveva custodito per secoli al sicuro quella tasca nascosta. Il brillante informatico lo ha scoperto solo dopo aver passato molto tempo su libri e manuali di crittografia. Studi iniziati nel 2018, abbandonati, senza aver trovato una soluzione, per poi essere ripresi nel 2022. È quello l’anno in cui, pochi mesi dopo aver riavviato le sue ricerche, Chan ipotizza che le parole sul biglietto servissero a raccogliere e sintetizzare informazioni tali da non potere essere decifrate da chiunque.
A suggerirglielo è la consapevolezza che, alla fine dell’Ottocento, venivano usati messaggi crittografati in ambito bancario, nel settore dell’estrazione mineraria, e nell’industria alimentare. Tuttavia, quello trovato da Sara Rivers-Cofield non apparteneva a nessuno di questi ambiti. Era, invece, entrata inconsapevolmente in possesso di un bollettino meteorologico relativo alla giornata del 27 maggio 1888.
Messaggi telegrafici molto costosi
Chan, infatti, aveva scoperto, grazie ad un libro del 1880 sulla storia del telegrafo, che le frasi contenute su quei biglietti corrispondevano a codici usati per scambiare informazioni a distanza dai corpi di comunicazione dell’esercito degli Stati Uniti e dallo US Weather Bureau, agenzia meteorologica nazionale. Successivamente, con il supporto dei bibliotecari della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), agenzia statunitense che si occupa degli studi meteorologici e oceanici, l’analista è riuscito anche ad intuire un altro aspetto.
Alla fine del XIX secolo, infatti, pare che in Nord America i messaggi telegrafici avevano costi elevati poiché ogni parola poteva costare diversi dollari. Era questa, dunque, la ragione alla base dell’uso di un codice che consentisse di comunicare efficacemente usando anche poche parole.
L’identità della proprietaria dell’abito
La posizione di una stazione, la temperatura, la pressione, il momento in cui si forma la rugiada, le precipitazioni e la direzione del vento, le osservazioni delle nuvole, la velocità del vento e le osservazioni del tramonto. Questo ha tramandato il crittogramma del vestito di seta senza essere scoperto per tanto tempo: il meteo di un giorno qualunque di fine ottocento. Ciò che resta ancora in parte un mistero è l’identità della donna a cui quell’abito è appartenuto e perché lei avesse nascosto nella sua tasca quel messaggio.
L’unica informazione a riguardo ci giunge da un pezzo di carta cucito nell’interno dello stesso vestito e su cui appare il nome Bennet. In effetti, una certa Miss Mary C. Bennett pare lavorasse come osservatrice meteorologica volontaria a Fairview, nella contea di Fulton, nell’Illinois a quell’epoca. Se aggiungiamo, poi, il fatto che la data del bollettino, ovvero il 28 maggio, corrisponde al giorno del compleanno di Mary Bennet, gli indizi per aprire un nuovo caso aumentano. Speriamo solo non passino altri dieci anni prima di risolverlo!