Che le polemiche sulla presenza di Geolier nella serata delle cover e duetti a Sanremo 2024 non fossero destinate a placarsi con l’inizio della gara vera e propria era scritto nel destino. Un artista capace di restare con il suo album al vertice della classifica dei più ascoltati del 2023, – del resto -, non poteva passare inosservato agli occhi della critica e, ovviamente, delle critiche – a tratti perfino feroci – del Bel Paese.

La sua vittoria nella serata delle cover,

ha alzato ancor più l’attenzione attorno al rapper napoletano che, fin dal suo inserimento nell’elenco dei trenta cantanti, ha fatto parlar di sé come a pochi altri suoi avversari. Sanremo, si sa, è sì un concorso canoro, ma ancor prima è un fenomeno di popolo. Il fatto che due terzi degli italiani sintonizzino la propria televisione su Rai Uno, in fondo, ne è la più plastica delle dimostrazioni. Partendo da questa considerazione è facile comprendere quanto tutto ciò che esce dai binari non sempre rivoluzionari delle proposte dell’Ariston diventi materia di discussione e divisione, sia quest’ultima social, giornalistica, oppure semplicemente da bar.

La performance di Emanuele Palumbo,

questo il nome all’anagrafe dell’artista di Secondigliano, in questo contesto non ha fatto difetto. Ha diviso tra favorevoli e contrari la Lanterna di Genova – che il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, gli ha consegnato al termine dell’esibizione del venerdì accanto a Gué, Luchè e Gigi D’Alessio; – provocando la plateale contestazione delle poltroncine rosse del teatro, da cui sono piovuti fischi da stadio benché il mix tra giornalisti, radio e voto da casa abbia assicurato un ampio margine di tutela da qualsivoglia discrezionalità nel giudizio finale.

polemiche geolier Sanremo 2024 | Life&People MagazineVI è di più perché, prima ancora dell’immancabile bis, una buona fetta dei presenti ha addirittura lasciato anticipatamente la sala, rendendo ancor più marcata la delusione per quel premio andato a Geolier e non, invece, alla favorita della vigilia Angelina Mango. La Rondine cantata dalla figlia del cantautore di Lagonegro s’è infatti fermata alla piazza d’onore, un risultato che i presenti avrebbero voluto differente forse perché incantati dall’omaggio tra nostalgia e ammirazione che quella che all’epoca era soltanto una bambina ha voluto tributare al padre scomparso ormai un decennio fa.

Sul finale più romantico che ci si sarebbe potuti attendere,

però, è piombato Geolier e il suo essere un fenomeno non certo racchiudibile negli stretti confini di Napoli come qualcuno vorrebbe far credere. Il sostegno ricevuto è molto ampio, così come peraltro racconta il suo essere tra gli interpreti italiani più ascoltati sul web. Un successo che a nemmeno 24 anni d’età ne fa un vero e proprio riferimento del panorama musicale italiano, scatenando l’affetto dei fan e, com’è tipico di chi vive d’immagine, un’onda contraria fatta di ogni genere di critica, non importa se argomentata o meno.

Alla discussa decisione presa da Amadeus di modificare il regolamento

per consentire la partecipazione al Festival di una canzone interamente scritta in napoletano ha fatto seguito la levata di scudi dei puristi della lingua napoletana per un testo – quello di I p’ me, tu p’ te – non giudicato all’altezza. Dalla tuta del Napoli mostrata sul tappeto verde sanremese al cappellino in testa con cui il cantante ha ritirato il premio delle cover, ogni sua mossa ha fatto parlare di sé, esattamente come avviene a coloro che si ritrovano proiettati nel vortice della fama.

look quarta serata Festival Sanremo 2024 | Life&People MagazineAnalogamente a ciò che si dice del potere, anche il successo finisce per logorare chi non ce l’ha. Chi lo raggiunge, di contro, è spesso invidiato. Prima ancora di conoscere il nome del vincitore della 74esima edizione del Festival di Sanremo, la sua incoronazione Geolier l’ha già avuta, facendo parlar di sé l’intero Stivale come solo ai grandi capita di fare. Quand’anche alla base ci fosse del sentimento anti-napoletano (così fosse, peraltro, sarebbe tutto da stigmatizzare), l’obiettivo è stato comunque centrato. Sia quel che sia, dunque, purché se ne parli. Il successo, – perché vittoria è stata -, in fondo passa anche da questo.

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